Seveso, a Calendimaggio i genitori della Frassati si improvvisano creativi

Allo stand di vestiti usati si aggiunge quest’anno un banchetto con piccoli oggetti realizzati dai genitori (e che i bambini possono divertirsi a replicare al momento): in vendita per pochi euro, il ricavato va in beneficenza.
Quest’anno c’era un pizzico di creatività in più a Calendimaggio, la tradizionale fiera che ogni anno si tiene a San Pietro, a Seveso. Merito di Liana Montaruli, già ideatrice di alcuni laboratori per bambini ospitati in biblioteca: l’iniziativa ha avuto così tanto successo che non solo verrà replicata, ma ha anche convinto Montaruli a proporre le sue creazioni al comitato genitori “Amici della Frassati” per un mercatino che raccolga fondi da destinare alle famiglie in difficoltà. Insieme a Montaruli un gruppo di mamme ha realizzato infatti bigliettini, tovagliette, candele e lanternine: tutto in vendita per beneficenza.
L’idea non è del tutto nuova: già 5 anni fa era nata l’iniziativa “Diamoci una seconda mano”, in cui i vestiti usati dei bambini vengono rivenduti a pochi euro. Un modo dei genitori della scuola Frassati, istituto paritario che comprende primaria, secondaria inferiore e un liceo scientifico, distaccato a Seregno, per aiutare chi ha più bisogno. «Chi vuole porta i vestiti che i figli non usano più, noi li suddividiamo per età e tipologia e li rivendiamo: quelli che avanzano vengono poi donati ad Arca (la fondazione milanese che aiuta le persone fragili, ndr)» racconta Sabrina Perrone, mamma di due bambini al secondo e quinto anno della Frassati. Il ricavato, che in una buona annata può arrivare anche a 1.000 € (ormai, dice Perrone, ci sono degli habitués dello stand, che ogni anno vengono a cercarlo), viene devoluto alle famiglie segnalate dalla scuola: «La scuola è privata, ma non vuol dire che siamo tutti ricchi, anzi» insistono alcune mamme. Che piuttosto rinuncerebbero a una vacanza, ma non alla Frassati per i loro figli: «Merito del metodo, basato sulla relazione, che dà grande attenzione al bambino – continua Perrone -. La didattica non è solo didattica: i bambini vengono guardati per quello che sono e le potenzialità che possono esprimere».
Grazie all’idea di Montaruli, quest’anno i genitori hanno trovato non solo un altro stand per arricchire la raccolta, ma anche un modo per conoscersi e fare gruppo. «Il laboratorio delle mamme è stata un’occasione per fare amicizia – conferma Montaruli, che a Calendimaggio ha dedicato una parte dello stand per far realizzare ai bambini piccoli bigliettini personalizzati, da appendere o portare con sé -. C’è dietro un grande lavoro, io ho voluto contribuire con quello che so e mi piace fare. Il messaggio è forte: i genitori vogliono essere attivi e stare accanto alla scuola e ai propri figli». Entusiasta della scuola (la figlia frequenta il primo anno), Montaruli è felice anche del rapporto instaurato con le altre mamme proprio grazie al laboratorio: «Abbiamo organizzato due serate a casa mia – racconta – e si sono divertite moltissimo ad utilizzare paillettes, glitter, fiocchi, nastri: le ho dovute buttare fuori a mezzanotte perché non volevano andar via!».
«La partecipazione da parte dei genitori è un’occasione di creare rapporti di amicizia tra gli adulti, preziosi in un mondo sempre più virtuale – conferma Andrea Corbetta, presidente del consiglio di amministrazione della Frassati, che ricorda con piacere il periodo in cui i figli frequentavano la scuola -. Iniziative come questa servono a catturare l’attenzione della gente sulle realtà del territorio – aggiunge -. Non vogliamo che la retta discrimini la nostra utenza: da qui il mercatino di beneficenza, un modo per coinvolgere i genitori, mantenendo la concretezza». E le mamme non sono le sole: Corbetta indica poco più in là Maria Rosa, tra le fondatrici della scuola, ormai più che 70enne, intenta a presidiare un banchetto per finanziare, tramite la vendita di oggetti vintage, la borse di studio.