“Sistema Malaspina”, pronto a distruggere le prove con una ruspa

Un meccanismo intricato, fatto di fatture per operazioni inesistenti, scritture private, verbali, documentazioni e perizie, tutto finto e quasi fatto sparire
Una vera e propria realtà parallela, che funzionava di pari passo a quella effettivamente operante, inventando operazioni inesistenti per cui si emettevano fatture, scritture private in cui se ne citavano vizi e difetti, verbali di riunioni, documentazioni, perizie e contratti di appalto finti. Il tutto studiato a tavolino, con ruoli ben suddivisi, proprio come fosse la sceneggiatura di un film… ma di Walt Disney, data la fantasia utilizzata per raggirare la legge.
“FANTASIOSI COME WALT DISNEY”
Ventuno le persone finite in manette questa mattina, lunedì 21 maggio, durante l’operazione della GdF “Domus Aurea” che ha tratto in arresto anche il noto imprenditore edile Giuseppe Malaspina e l’ex magistrato arcorese Gerardo Perillo, che prestava servizio alla sezione fallimentare del Tribunale di Monza. Proprio Malaspina, invece, era il fulcro di un intricato sistema fraudolento in cui sono risultati coinvolti professionisti affermati noti in tutta la Brianza, quali avvocati, geometri, architetti, commercialisti. Oltre che parenti stretti.
Obiettivo, fingere l’emissione di fatture, nonché l’esistenza di costi fittizi che gli permettessero di generare crediti d’Iva inesistenti per compensare debiti fiscali che quindi non venivano assolti. A ciò si aggiunga distrazione da società fallite di beni e denaro.
Ma non solo: anche diversi dipendenti e alcune segretarie delle 40 società coinvolte sono risultate, grazie alle intercettazioni ambientali, completamente inserite nel meccanismo, definito “diabolico” dal Procuratore Capo di Monza Luisa Zanetti, tutti consapevoli e colpevoli, tanto da vantarsi essi stessi di avere “una fantasia paragonabile a quella di Disney”, come registrato dalle intercettazioni.
LE INDAGINI: DA CORREZZANA A TUTTA LA BRIANZA
Oltre agli arresti, l’operazione ha portato a 27 sequestri tra immobili, terreni e quote societarie, con oltre 100 militari in campo e 43 società finite nel mirino delle forze dell’ordine.
«Sorprende la suddivisione minunziosa di ruoli e competenze messa in campo dagli arrestati – ha commentato il sostituto Procuratore Giulia Rizzo – Tutto messo in atto da professionisti stimati e noti in ambito locale».
E proprio dal locale sono partite le indagini, in seguito a un esposto presentato nel 2014 per fatti risalenti al 2010, da parte di una lista di opposizione del Comune di Correzzana, “Correzzana Viva”, che aveva denunciato presunte irregolarità nell’esecuzione di alcuni lavori pubblici, portati a termine in modo non conforme al capitolato. Esposto che ha permesso di portare alla luce l’intricato sistema fraudolento, il ricorso sistematico a fatture per operazioni inesistenti da parte delle società facenti capo all’imprenditore e distrazioni patrimoniali, il tutto per centinaia di milioni di euro.
«C’è da immaginare che un imprenditore di questo livello abbia sul territorio una serie di numerosi contatti di diverso tipo – ha aggiunto il sostituto Procuratore Salvatore Bellomo – Il che fa immaginare che da qui potrebbero partire una serie di altre indagini, per capire se i vari permessi di costruzione siano stati assegnati in maniera regolare o per vie traverse».
L’operazione ha coinvolto numerosi comuni della Brianza, tra cui Ornago, Correzzana, Seveso, Seregno, Mezzago, Arcore, Monza e Vimercate. E prioprio a Vimercate, in una società con sede in via Fiorbellina, c’era quella che può essere definita “sede operativa” del sodalizio. «Mentre ci stavamo recando proprio lì con l’intento di sequestrare i faldoni di documenti falsi, abbiamo scoperto che era in corso un tentativo di distruzione dei faldoni – ha raccontato il Comandante del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza, colonnello Massimo Gallo – Era già stata posizionata una ruspa, per raccoglierli e sversarli tutti in un camion, per poi portarli probabilmente in qualche discarica facendoli così sparire. Per fortuna l’operazione non è andata a buon fine».
L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Monza guidata da Colonnello Gallo, e diretta dalla Procura di Monza, dal Procuratore Capo di Monza Luisa Zanetti, i sostituti Procuratori Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo. Presenti alla conferenza stampa in Procura, anche il Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Milano, generale Paolo Kalenda.