Cisl avvisa: in Brianza previsti 350 posti in meno. Settore Bancario in ginocchio

Nel settore bancario in Brianza sono diminuiti, e continuano a diminuire, posti e sportelli. I bancari, da sempre considerati privilegiati, non hanno più le sicurezze di un tempo. La neo segretaria della First Cisl racconta il perché.
Fare il banchiere non è più come una volta: il mito del lavoro in banca, come posto fisso garantito, resta tale. Era un lavoro ambito, sinonimo di carriera sicura e lauto stipendio. Ma la crisi, dal 2009, ha fatto tremare anche questo settore, e con esso le certezze che tutti avevano in questo campo lavorativo.
A dirlo è una ricerca dell’Ufficio studi della First Cisl, che evidenzia come negli ultimi 8 anni, a livello nazionale, il comparto bancario ha perso 44mila posti, dai 330mila di fine 2009, ai 286mila del 2017. E neanche la Brianza, territorio traino nell’inseguimento alla ripresa, è stata risparmiata: «Al Nord – come spiega il segretario generale Giulio Romani – abbiamo perso un addetto su 10, al Sud quasi uno su 2».
Basti pensare alla nuova “stangata” in arrivo, sintomo di un problema diffuso: per effetto delle uscite già concordate con alcuni istituti, assisteremo alla perdita di 350 posti in provincia di Monza e 140 nel Lecchese.
Il sistema del credito, infatti, “è in continua evoluzione” – dice Tiziana La Scala, neo segretaria generale della First Cisl Monza Brianza Lecco – “e le ristrutturazioni e riorganizzazioni aziendali sono ormai diventate una prassi giornaliera“. “Anche le province di Monza e Lecco – continua la responsabile della First – hanno pagato e pagheranno” per queste operazioni che “hanno il solo scopo di ridurre i costi, soprattutto quelli relativi al personale” e che “produrranno un ulteriore calo occupazionale anche nel nostro territorio”.
In Brianza di fatto sono diminuiti gli sportelli: nel 2008 erano circa 500, ora solo 439.
Anche gli addetti stessi ne hanno risentito: nelle province di Monza e Lecco, a fine 2017 erano, rispettivamente, 3700 e 1400, con una perdita negli ultimi 8 anni di circa 500 posti.
“Ora – precisa un impiegato ormai in pensione – con gli incentivi ridimensionati, i posti disponibili vengono coperti rapidamente. Lavorare in banca, insomma, non è più appetibile come una volta».
Tra le cause del fenomeno, anche le fusioni tra i gruppi bancari ed il diffondersi dei conti correnti on line.
“Alla fine di quest’anno – spiega Perotta, segretario uscente – scadrà il contratto nazionale dei bancari. Potrebbe essere l’occasione giusta per discutere del nuovo modello di banca con l’Associazione bancaria italiana”.
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In foto (da sinistra): Tiziana La Scala, neo segretaria, e Marino Perotta, segretario uscente.