Brianza: i ludopatici crescono tra il 10% e il 15%. A Varedo le puntate più alte

20 giugno 2018 | 00:00
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Brianza: i ludopatici crescono tra il 10% e il 15%. A Varedo le puntate più alte

La Cisl lancia l’allarme: i ludopatici aumentano. C’è bisogno di prevenzione, intervento, e cura.

In Brianza la ludopatia è inarrestabile: i malati di gioco sono in costante crescita, qui come nel Lecchese.«I dati della Ats Monza Brianzaspiega Mirco Scaccabarozzi, segretario Cisl Monza Brianza Lecco – dicono che sono circa 300 le persone in cura per ludopatia. Ma è solo la parte più visibile di un fenomeno in drammatica espansione. In Brianza i malati di gioco negli ultimi anni sono aumentati in una percentuale compresa tra il 10% e il 15%».

Migliaia e migliaia di euro letteralmente gettati nelle giocate d’azzardo a Monza dBrianza e nelle casse dello stato nell’arco del 2017.

Il Comune dove, secondo le rilevazioni Istat, nel primo semestre del 2017 è stato registrato il picco più alto di puntate è Varedo, con oltre cinque mila euro, seguito a ruota da Bellusco (4.408 euro) e Verano (2.562). Al contrario le amministrazioni dove la febbre del gioco d’azzardo sembra non attecchire sono Ornago e Vedano al Lambro. Queste due amministrazioni meritano, a loro modo, un piccola menzione: quella di Comune coi giocatori più abili. Infatti, a Ornago, a fronte di una puntata di soli 44 euro, ne sono stati vinti più di 300, mentre a Vedano a fronte di una puntata media di 140 euro, ne sono stati vinti 334.

A livello regionale, situazione identica è stata registrata a Cremona, dove la puntata media è stata di 7070 euro, a fronte di una vincita media di oltre 800 euro. I capoluoghi dove si gioca di più sono Como, con un picco di puntate medie di oltre mille e cinquecento euro, Bergamo e Sondrio con puntate medie di poco superiore ai mille euro. Al di la dei dati, comunque, emerge chiaramente che non si tratta solo di una patologia, ma di una vera e propria piaga sociale. “Questa perversa tassa sulla fragilità – aggiunge Scaccabarozzi – non può essere giustificata con l’argomentazione: l’azzardo meglio legalizzato che in mano alle mafie”.

Del resto, come ha ricordato anche il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, circa sessanta clan mafiosi dal Veneto alla Sicilia, fanno affari nell’azzardo legale e illegale. Un fiume di denaro quello prodotto dal gioco d’azzardo, che assieme al traffico di sostanze stupefacenti costituisce oggi l’affare più lucroso per le cosche.

La Cisl tenta dunque di contrastare il fenomeno con un programma di prevenzione. Insieme alla Federazione Pensionati, infatti, attraverso i suoi sportelli di Segretariato sociale, garantisce informazioni riguardo ai servizi di intervento e cura forniti dai presidi territoriali di Ats e Asst, oltre a partecipare ai tavoli contro la ludopatia, come avviene a Lecco con il progetto Non giochiamoci il futuro.