Minacce alle amministratrici di “Sei di Vimercate se”: caos nel gruppo Facebook

21 giugno 2018 | 10:02
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Minacce alle amministratrici di “Sei di Vimercate se”: caos nel gruppo Facebook

La situazione non è nuova in Brianza: nei mesi scorsi, nel mirino delle forze dell’ordine erano finiti “Sei di Desio se” e “Sei di Meda se”. Ma sui social non è tutto concesso

Tutti gli utenti Facebook saranno di sicuro passati almeno una volta dai gruppi dedicati ai loro Comuni di residenza. Gli ormai famosi “Sei di pincopallino se…” spopolano e attirano internauti che scelgono questa via per fare comunicazioni, chiedere informazioni, commentare le più svariate situazioni riferiti al loro paesello di residenza. Ma, diciamoci la verità, come tutto il popolo del web, anche in questi gruppi si moltiplicano haters e leoni da tastiera che sembrano divertirsi nell’insultare, diffamare o, peggio, minacciare membri e amministratori.

LA VICENDA: MINACCE E INSULTI PERSONALI

Emblematico ciò che è successo nelle ultime ore all’interno di “Sei di Vimercate se…”, le cui amministratrici hanno deciso di abbandonare il loro ruolo e il gruppo, in seguito a una serie di pesanti minacce a loro rivolte, che sarebbero passate anche a colpire la loro persona. 

«A seguito delle ripetute e reiterate minacce alle tre amministratrici del gruppo, vi informiamo che fra 48 ore il gruppo diventerà pubblico e senza amministratori – ha scritto sulla pagina una delle ormai ex amministratrici martedì 19 giugno – Alziamo le mani. Ma non perché pensiamo che queste persone siano pericolose fisicamente per noi, ma perché siamo stanche di dover giustificare un “lavoro gratuito” che svolgevamo per questa community e per la nostra Vimercate».

Il post ha ricevuto uno sciame di like e commenti, in tanti hanno chiesto di ripensarci, ma nessuna delle tre sembra intenzionata a farlo. «A tutto c’è un limite – continua il post – Il limite è stato superato nel momento in cui i leoni da tastiera vanno a minare le persone realmente. Superato da chi crea pagine per insultarci. Superato quando c’è chi si permette di andare a minacciare una di noi tre. Invece di prendere il buono di questo gruppo avete mandato tutto a gambe per aria».

I PRECEDENTI A DESIO, MEDA E CONCOREZZO

Quanto accaduto non piove dal cielo: le amministratrici avevano più volte subito attacchi da chi riteneva, testuali parole, che nel gruppo vigesse una “dittatura” a causa del loro lavoro di moderatrici per cercare di fare rispettare un regolamento necessario.

Necessario ancor più se si pensa a quanto successo nei mesi scorsi in altri gruppi simili dei Comuni della Brianza: a gennaio, nel mirino delle forze dell’ordine era finito “Sei di Desio se…”, i cui amministratori erano stati convocati dai carabinieriper chiarimenti riguardo a un post pubblicato da uno degli iscritti. Lo stesso era accaduto in “Sei di Meda se…”, i cui amministratori erano stati persino querelati; e ancora, anche “Sei di Concorezzo se…” era stato bloccato dagli amministratori per una settimana a causa del comportamento incivile di alcuni partecipanti al gruppo.

LE FORZE DELL’ORDINE: SUI SOCIAL NON VIGE L’ANARCHIA

Insomma, una situazione che riguarda questi gruppi in genere, i cui partecipanti spesso si trovano a postare cose, forse senza rendersi conto di diffamare o offendere qualcuno, come se nelle realtà virtuali fosse concesso tutto. Ma non è affatto così, anzi: come spiegato dalle forze dell’ordine in occasione di quando accaduto in “Sei di Desio se…”, realtà virtuali come Facebook non sono realtà astratte in cui tutto è concesso, al contrario, reati diffamatori sono perseguibili anche sui social e, amplificati dal mezzo, diventano spesso anche più gravi.

Nel caso di “Sei di Vimercate se…”, poi, la questione sembra anche più grave perché si parla di qualcuno che ha agito volontariamente, minacciando tre persone per il lavoro svolto all’interno di un gruppo che dovrebbe essere nato per favorire lo scambio e la partecipazione dei cittadini di Vimercate alla loro comunità. Proprio in questo senso, le tre amministratrici hanno comunicato che stanno decidendo il da farsi, ovvero se, per la gravità di quanto accaduto, agiranno o meno per vie legali, rivolgendosi a Carabinieri e Polizia Postale.