Monza, Controllo del Vicinato: in città è boom di iscritti ai gruppi

Nel capoluogo della Brianza 146 cittadini di 6 quartieri fanno parte di una rete di cittadini consapevoli che si impegnano per segnalare piccoli e grandi reati contro la comunità.
Otto gruppi attivi in 6 quartieri di Monza, 146 cittadini iscritti. Nel capoluogo della Brianza sono questi i numeri del Controllo del Vicinato, una rete di cittadini che volontariamente si mettono a disposizione della comunità per segnalare furti, rapine, vandalismi e situazioni di pericolo nei condomini, nelle aree residenziali e pubbliche dei quartieri in cui vivono.
A Monza il trend di questa sorveglianza di spazi privati e pubblici per creare un vicinato organizzato e solidale è in decisa crescita. Soprattutto negli ultimi 6 mesi.
“Si sono formati gruppi di Controllo del Vicinato in 6 dei 10 quartieri della città, due al quartiere Libertà, due a Cederna, uno a Regina Pacis, S.Rocco-Casignolo, S.Biagio e Triante – spiega Antonio Cardelia, coordinatore del CdV Monza durante la presentazione pubblica presso la sala consiliare di Piazza Trento e Trieste – ci stiamo diffondendo sempre di più, basti pensare che poco più di un anno fa, nell’aprile del 2017, si riunirono i primi 20 membri del Comitato presso il Centro civico di viale Libertà. Un anno dopo in Prefettura è stato firmato un accordo con il Comune e la Polizia Locale (leggi l’articolo). Noi cerchiamo solo la nostra sicurezza, i ladri non hanno colore e sono tutti uguali – continua – per questo la speranza è che, con il tempo, gli iscritti a Monza, una città da oltre 120mila abitanti, diventino 50mila perché avere più occhi ci permette di combattere meglio il crimine”.
Il cammino del Controllo del Vicinato è iniziato da poco. E la strada è ancora lunga. I prossimi passi saranno fatti già a luglio. “Dopo la firma dell’accordo di aprile, siamo pronti a passare alla fase di coordinamento tra noi e i gruppi che si costituiranno – spiega Francesca Galli, Commissario Capo della Polizia Locale di Monza – ci sono dettagli da definire, come il probabile controllo della fedina penale di chi si iscrive (attualmente questo non avviene e sono i coordinatori dei diversi gruppi a monitorare la situazione, Ndr), poi crediamo che entro settembre si potrà partire con l’operatività effettiva del progetto”.
Il percorso del CdV di Monza trova l’appoggio convinto del Comune. D’altro canto la Lega, attualmente uno dei partiti della coalizione a sostegno del sindaco, Dario Allevi, aveva presentato una mozione sul Controllo di Vicinato già nell’aprile del 2016, quando era all’opposizione (clicca qui).
“Crediamo fortemente in questa iniziativa perché viene incontro a due priorità della nostra amministrazione: aumentare il senso di appartenenza e comunità dei cittadini e combattere il fenomeno dell’insicurezza, che è sempre più diffusa in città – spiega il primo cittadino di Monza – pur tra mille difficoltà di budget e la scarsità di risorse umane, stiamo cercando di fare la nostra parte, anche grazie al lavoro incredibile della Polizia Locale. Abbiamo, però, bisogno del contributo di cittadini consapevoli – continua – persone capaci di recuperare le buone regole di educazione civica, di osservare con attenzione quanto succede intorno a loro e, senza essere dei Rambo o sceriffi, segnalare le anomalie alle forze dell’ordine in modo da prevenire micro o macro reati”.
Piazza Trento e Trieste sembra pronta a fare la propria parte. “Il nostro compito sarà quello di promuovere il Controllo del Vicinato, predisporre ed installare appositi cartelli nelle strade in cui i cittadini saranno operativi – annuncia Allevi – inoltre mettiamo a disposizione sale comunale e i Centri civici per ospitare incontri su priorità e segnalazioni legate a questo progetto”.
La speranza, nemmeno tanto nascosta, è che in questo modo si possa, almeno in parte, “alleggerire” il lavoro della Polizia Locale di Monza, dotata attualmente di un organico ridotto all’osso. “Abbiamo solo 104 agenti, quando città delle nostre dimensioni dovrebbero averne 160-170 e, inoltre, paghiamo anche l’assenza di una sede territoriale della Questura, che dovrebbe arrivare entro la fine di quest’anno – spiega l’Assessore comunale alla Sicurezza, Mobilità, Viabilità e Polizia locale, Federico Arena – nonostante ciò, cerchiamo di fare anche più del massimo. E’ il caso della stazione ferroviaria, dove abbiamo istituito per la prima volta un presidio fisso della Polizia Locale dalle 8 alle 20 – continua – stiamo valutando, compatibilmente con i quattro turni, la possibilità di estenderlo fino alle 22, con una pausa tra le 14 e le 16”.
L’incontro pubblico sul Controllo del Vicinato nella Sala consiliare del Comune, che ha visto la presenza anche di Sergio Nalesso, Commissario Capo e responsabile della Centrale Operativa della Polizia Locale, e Raoul Piemonti, Vicepresidente nazionale dell’Associazione CdV, è servito anche ad illustrare alcuni aspetti specifici del progetto. “Non è previsto l’addestramento dei cittadini partecipanti – spiega Fernando Raffero, Presidente nazionale dell’Associazione CdV – però a disposizione loro e, soprattutto, dei coordinatori dei gruppi, che hanno anche il compito di raccogliere e filtrare le segnalazioni degli iscritti, metteremo a disposizione on line dei corsi di criminologia tenuti da docenti universitari e una serie di competenze”.
Il Controllo di Vicinato, nato negli Usa tra il 1960 e il 1970, in Italia, dove l’Associazione CdV è sorta soltanto nel 2013, sta ancora cercando di far capire pienamente la propria utilità nella prevenzione dei reati. Furti in particolare. “Non siamo una ronda, ma ci basiamo sulla teoria dei vetri rotti, secondo la quale in un ambiente degradato la criminalità aumenta – afferma Raffero – la sorveglianza spontanea, grazie al CdV, interagisce con altre forme di sorveglianza, come quella organizzata ed elettronica, e trasforma la risposta emotiva al problema dei furti in casa in una risposta razionale ed efficace. I risultati sono sorprendenti – continua il Presidente nazionale dell’Associazione CdV – si ha una riduzione dei costi di prevenzione e protezione e un calo dei reati mediamente del 30%, con punte fino al 70%”.
Alla base dell’attività del Controllo del Vicinato non c’è solo la lotta al crimine, ma la battaglia per un cambiamento culturale in una società sempre più individualista. Dove spesso non ci si conosce anche se da anni si vive affianco e la propria casa diventa una specie di regno invalicabile e chiuso all’esterno. Una battaglia difficile, quindi, ma condotta da cittadini molto determinati. Che, nella propria mente, hanno ben impresse queste parole dell’antropologa statunitense, Jane Jacobs: “La pace delle città, delle strade e dei marciapiedi…è mantenuta soprattutto da un’intricata, quasi inconscia, rete di controlli volontari esercitati dalla popolazione stessa”.