Monza, MindFoodNess: quando cibo, corpo ed emozioni dialogano

Alla Feltrinelli è stato presentato l’ultimo libro dello psicologo e psicoterapeuta Emanuel Mian, che propone un approccio innovativo per risolvere i problemi legati al peso e all’immagine di se stessi.
L’aspetto è più quello di un rockettaro di mezza età. Ciuffo sbarazzino, jeans strappati, scarpe di ginnastica e atteggiamento a dir poco informale. Ma, dietro questa apparenza, si nasconde uno psicologo e psicoterapeuta, Emanuel Mian, uno dei massimi esperti in Italia di immagine corporea nei disturbi alimentari e di dismorfismo corporeo, cioè la visione distorta del proprio aspetto esteriore. Uno studioso, specializzato in psicoterapia cognitiva e cognitivo-comportamentale, anche referente del Centro Interdisciplinare Bariatria e Obesità (C.I.B.O.) degli Istituti clinici Zucchi di Monza. Che ha appena dato alle stampe un libro, MindFoodNess (Mind Edizioni, 180 pagine, 14.90 euro), incentrato sul rapporto tra di cibo, corpo ed emozioni. Nella convinzione che perdere peso e sentirsi meglio davanti allo specchio cominci dal cervello e dalla capacità di abbandonare le proprie zavorre mentali. Come spiega ad MBNews alla presentazione, moderata da Dario Lessa, che si è tenuta alla Libreria Feltrinelli di Monza.
Mind FoodNess non è soltanto un libro, che prova a trattare argomenti complessi in modo semplice e fornisce una serie di esercizi pratici, spunti di riflessione, con l’obiettivo di allenarsi ad essere felici e riprendere in mano la propria vita. E’ anche un audiobook rimasto in vetta alla classifica di iTunes per oltre 6 settimane. Ma, soprattutto, nelle intenzioni di Mian, che è responsabile scientifico di “Emotifood” e annovera una docenza a contratto presso l’Università di Pavia, tre mandati come Consigliere Onorario minorile presso la Corte d’Appello del Tribunale di Trieste e la partecipazione a programmi televisivi come “SuperQuark” e “TheReal”, è un vero e proprio progetto (clicca per saperne di più).
“Voglio aiutare chi è da troppo tempo in lotta con il cibo, il proprio corpo e le proprie emozioni perché non conta soltanto come reagisci ad una difficoltà, ma soprattutto come ti sei preparato ad affrontarla – spiega lo psicologo e psicoterapeuta friulano – il libro MindFoodNess , in un percorso che porto avanti già da sei anni, riprende alcuni frasi emerse durante le sessioni di psicoterapia e coaching nelle mie oltre 15.000 ore di esperienza nella terapia di pazienti con disturbi del comportamento alimentare e dell’immagine corporea”. Alla base di questo approccio diretto ad una tematica dai numerosi risvolti non manca un’attenzione particolare ai social network e all’uso delle nuove tecnologie in relazione alla psiconutrizione. Per questo Mian ha una propria pagina Facebook, su cui pubblica costantemente post e filmati dal tono scherzoso, un proprio sito e ha fatto realizzare un’applicazione per seguire il diario alimentare.
Strumenti che mantengono lo psicologo e psicoterapeuta, supervisore e responsabile di diversi centri in Italia per la diagnosi e la cura dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, in costante contatto con i suoi pazienti sparsi lungo la Penisola. D’altro canto la risoluzione di patologie come l’anoressia, la bulimia e il binge eating (alimentazione incontrollata, Ndr) deve essere personalizzata. “Ogni storia è diversa dalle altre, anche se ci possono essere delle caratteristiche comuni – spiega Mian – vedersi brutti, vestirsi in maniera ampia, isolarsi dagli amici, pesarsi e specchiarsi troppo o troppo poco, ad esempio, possono essere segnali di disturbi alimentari. In generale – continua – il desiderio è quello di scappare da un’emozione che è tra le più antiche dell’animo umano, la vergogna”.
In problematiche di questo tipo influiscono molti fattori. “Sicuramente ha un peso notevole il discorso socio-culturale, perché tutti i giorni i media ci propongono migliaia di immagini, per lo più ritoccate, di corpi, che diventano modelli verso cui vogliamo tendere – afferma l’autore di MindFoodNess – quelle immagini, legate a concetti di magrezza come salute e bellezza, però, non ci dicono i sacrifici che quei corpi hanno dovuto subire per essere come ci vengono presentati”. Altre volte, poi, i disturbi alimentari hanno alle spalle una relazione con storie di abusi, per cui “il corpo diventa un modo per distanziare l’abusatore – chiarisce Mian – viene, quindi, reso più brutto e peggiorato per non piacergli”.
Una dieta, insomma, spesso non è la soluzione principale né l’unica. Può, invece, essere più utile seguire una corretta alimentazione. “Anche in questo caso è necessario entrare nei casi specifici – sostiene lo psicologo e psicoterapeuta friulano – in generale, comunque, bisogna essere più consapevoli nel rapporto con il cibo, cioè essere in grado di storicizzarlo, di valutare cosa accade, ad esempio, quando non mangiate come vorreste”. Un tragitto lungo con tante cose da imparare. Ma, come afferma Mian in uno dei suoi pensieri, “se vedi solo la fine della strada, il viaggio ti sembrerà difficile… se guardi intorno mentre fai i primi passi, invece, ti godrai il percorso”.