Piante stressate o malate? I droni scandagliano le aree verdi di Concorezzo

Un progetto realizzato da Drone Emotions Srl in collaborazione con il Comune, per monitorare le piante brianzole e conoscerne lo stato di salute
Salute di alberi e piante, idratazione, malattie, stress post trapianto: tenere sotto controllo il verde e garantirne lo stato di benessere potrebbe diventare un gioco da ragazzi, grazie al progetto realizzato da Agro Survey, società del gruppo Drone Emotions Srl, in collaborazione con i dottori agronomi Luca Masotto e Andrea Paleari e con il Comune di Concorezzo.
SI INIZIA DA CONCOREZZO
L’utilizzo di droni, oggi, è abbastanza diffuso per la verifica e il controllo di alcune situazioni rischiose: in particolare, recentemente sono stati particolarmente apprezzati per l’individuazione di edifici coperti da amianto, per poter così intervenire tempestivamente per la messa in sicurezza di aeree difficilmente rilevabili in altro modo. Oggi, grazie al progetto di Drone Emotions Srl, se ne scopre un nuovo utilizzo a tutela del verde.
Alla fine del mese di giugno, durante una prima fase di sperimentazione, i droni coinvolti nel progetto hanno sorvolato i cieli di Concorezzo, prendendo in esame due aree con caratteristiche molto diverse tra loro: il Parco di Villa Zoja, dove sono presenti più di 200 piante di alto fusto appartenenti a moltissime specie e varietà, alcune in fase giovanile o di maturità, altre che si aggirano attorno ai 200 anni, e via Kennedy, dove è presente un filare di tigli.
LE FOGLIE “RIFLETTONO E PARLANO”
Gli interventi, autorizzati dalla Giunta comunale, sono stati realizzati con aeromobili particolari, allestiti per lo sviluppo di modelli tridimensionali del terreno, dotati di camere multispettrali ed iperspettrali, capaci di leggere lunghezze d’onda invisibili all’occhio umano. A seconda dello stato fitosanitario e fisiologico, infatti, le piante presentano caratteristiche di riflettanza differenti: i sensori delle camere multispettrali ed iperspettrali catturano le onde elettromagnetiche riflesse dalle foglie e li inviano a un computer, permettendo di raccogliere ed elaborati dati tramite particolari algoritmi da cui si ottengono indici di vigoria (ovvero dati che indicano il vigore della vegetazione che è espressione del loro stato di salute) sotto forma di mappe in falsi colori.
Sulla base dei colori e delle mappe raccolte questo primo esperimento ha permesso di individuare alcune situazioni che sarebbero del tutto passate inosservate da un’ordinaria valutazione sul campo, e quindi ad occhio umano.
Per fare qualche esempio, è stato possibile valutare scarsa vigoria in alcune nuove messe a dimora, evidenziando stress post trapianto da monitorare, oppure sono state evidenziate difficoltà vegetazionali di alcuni soggetti arborei, nonché differenze di vigoria tra specie dello stesso genere botanico e, addirittura, tra varietà della stessa specie.
Questo significa che l’utilizzo dei droni potrebbe essere molto importante per dare informazioni utili a livello gestionale, per esempio individuando tempestivamente difficoltà di alcune aree di verde pubblico, scoprendo sul nascere eventuali difficoltà fisiologiche o patologiche della vegetazione per poter così intervenire in modo rapido, mirato ed efficace. Ovviamente il tutto funzionerà alla perfezione se questo sistema sarà supportato dal ruolo di esperti, con verifiche sul campo e, magari, contini controlli in differenti periodi distanziati tra loro, che potrebbero così anche monitorare gli effetti di eventuali interventi o conoscere l’evoluzione della situazione.
Un ottimo esempio, dunque, di supporto della tecnologia alle competenze umane.