Meda travolta dallo scandalo PreSST. ATS chiarisce: “solo cattiva comunicazione”

Il comune brianzolo agli onori della cronaca per un avviso mal scritto dai medici del presidio ospedaliero di via Indipendenza. ATS chiarisce
Lo tsunami mediatico che in queste ore sta travolgendo Meda e i suoi cittadini si è ufficialmente ridimensionato: non un caso di mala sanità, ma più semplicemente un errore di comunicazione. Un foglio, appeso nella sala d’attesa del presidio ospedaliero di via Indipendenza, con cui si invitavano i pazienti a portarsi da casa materiale medico come garze o cerotti, è riuscito, in poche ore, a sollevare un gran polverone tanto che la questione è finita su diverse testate nazionali e anche nei principali telegiornali.
Ma la richiesta fatta dai medici del presidio, inaugurato poco più di un anno fa, non è del tutto illegittima: quello che non è stato fatto nel modo corretto è la comunicazione ai pazienti che hanno interpretato l’avviso nella maniera sbagliata e, infatti, subito dopo l’intervento di ATS quel foglietto “della vergogna” è sparito.
“La nostra ATS – spiega il Direttore Generale Massimo Giupponi – appena saputo del cartello in questione, ha contattato i medici per comprendere le motivazioni ed attivare una comunicazione più consona; i cartelli sono stati sostituiti da altri che forniscono un elenco delle prestazioni effettuabili nell’ambulatorio infermieristico, ovvero quelle comprese nell’accordo collettivo nazionale dei Medici di Medicina Generale”.
Il vero problema: troppi pazienti non mutuati e costi extra
Insomma, la comunicazione dei medici del PreSST è stata decisamente “artigianale” ma non del tutto errata. Legittima infatti, e lo conferma anche ATS, la richiesta di un contributo economico per due prestazioni (di 3 euro per iniezioni intramuscolari e sottocutanee e di 20 per lavaggio auricolare) “perché sono prestazioni non dovute e non riconosciute economicamente ai medici, non essendo infatti comprese negli elenchi di convenzione”, fanno sapere. Per quanto riguarda il materiale richiesto ai pazienti, l’affermazione, seppur improvvida, deriva da una valutazione, da parte dei medici coinvolti, della tariffa riconosciuta rispetto ai costi sostenuti per assicurare una prestazione di qualità (esempio, medicazioni complesse) relativamente a volumi di richieste particolarmente significativi.
“Sarà cura dell’ATS – conclude il dottor Giupponi – intervenire sul versante della comunicazione per evitare che situazioni simili si vengano a creare. Ci rendiamo conto dell’importanza del tema comunicazione ai cittadini e sarà quindi profusa più attenzione nel coinvolgere tutti i soggetti affinché il passaggio di informazioni ai cittadini avvenga in modo sempre più chiaro e puntuale”.