Vimercate, Consiglio comunale al vetriolo: le minoranze scrivono al Prefetto

2 luglio 2018 | 17:26
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Vimercate, Consiglio comunale al vetriolo: le minoranze scrivono al Prefetto

Ancora bagarre in Consiglio comunale per il post del sindaco Francesco Sartini sul caso Malaspina: opposizioni che lasciano ancora l’aula, la Polizia che interviene.

Che sarebbe stato un Consiglio Comunale acceso, era nell’aria, ma che le cose sarebbero degenerate a tal punto non era certo prevedibile: opposizioni che lasciano l’aula, la Polizia che interviene e l’annuncio del ricorso al Prefetto, ufficializzato oggi, lunedì 2 luglio.

A Vimercate, oramai, lo strappo tra maggioranza e opposizione sembra insanabile. Prova ne è stata l’ultima seduta consiliare di giovedì 28 giugno, durante la quale i consiglieri di opposizione si sono dimostrati ancora più agguerriti di quella precedente, incendiati da un accordo che sarebbe stato preso con il sindaco Francesco Sartini per mettere la parola fine alla querelle nata a inizio giugno in merito a un post pubblicato su Facebook dal Primo cittadino. Accordo che però non sarebbe stato rispettato, facendo imbestialire Partito Democratico, Forza Italia, Noi per Vimercate e Vimercate Futura.

IL RETROSCENA

La questione ha a che vedere con un commento del sindaco Francesco Sartini a un post pubblicato su Facebook dal consigliere Carlo Amatetti riferito al caso Domus Aurea e all’imprenditore Malaspina. Sartini aveva così scritto: «Questa storia purtroppo offre una preoccupante chiave di lettura degli ignobili e artificiosi attacchi mossi ai danni di Claudio Grossi. Non posso che essere solidale con Claudio e Ada Civitani per le difficoltà che affrontano e per la loro generosità nel combattere l’ingiustizia».

Parole che avevano offeso i consiglieri di opposizione, che si erano sentiti presi in causa: secondo loro, infatti, le parole del sindaco volevano far intendere che tutte le accuse mosse contro l’assessore al Bilancio (soprattutto le loro) c’entrassero in qualche modo con il caso balzato agli onori della cronaca nei giorni scorsi. Così, nella seduta consiliare del 30 maggio, le opposizioni avevano preteso scuse e chiarimenti dal Primo cittadino, che non erano arrivati e avevano generato un polverone concluso con il loro abbandono dell’aula, fino all’epilogo di lunedì 4 giugno, in cui avevano dichiarato di voler boicottare le sedute del Consiglio, qualora le scuse del Primo Cittadino non fossero arrivate.

LA SEDUTA DEL 28 GIUGNO

Se in un primo momento il sindaco si era dimostrato inflessibile, negando di doversi e volersi scusare, nella Conferenza dei capogruppo del 20 giugno avrebbe convenuto con le opposizioni una soluzione pacifica, ovvero di concordare una dichiarazione condivisa.

Questa dichiarazione, però, non sarebbe arrivata. O meglio, nei giorni scorsi il sindaco ha lanciato sì una dichiarazione, ma nuovamente sui social, e senza coinvolgere nessuno, proprio il giorno prima della riunione del parlamentino cittadino, in cui ha scritto: «Il mio commento del 26 maggio su Facebook, in merito a una questione che non riguarda Vimercate, come già ho avuto modo di dire in consiglio comunale e alla stampa, non è stato fatto con l’intenzione di accusare le minoranze di Vimercate. Nel mio commento non ho citato la città e non ho fatto riferimento a Grossi in quanto assessore, né ho parlato delle minoranze. Le minoranze pretendono le mie scuse, per qualcosa che non ho scritto. Per mio conto questa vicenda è sfuggita loro di mano. Non ho niente di cui scusarmi e lascio alla minoranza la responsabilità delle proprie dichiarazioni e l’onere di rimediare».

Giunti in Consiglio, dunque, le minoranze hanno chiesto di convocare una conferenza dei capigruppo prima di affrontare i punti all’ordine del giorno. Rientrati in aula, però, seduti alle loro postazioni, sono tutti andati in escandescenza quando il Presidente del Consiglio Giovanni Del Buono ha ripreso la seduta senza dire nulla riguardo quanto era successo nella riunione a porte chiuse: secondo le opposizioni, il sindaco e il presidente avrebbero dovuto relazionare su quanto accaduto, cosa che avrebbero detto di voler fare ma che non è avvenuta e qualcuno si è sentito “preso in giro”.

«Su questo aspetto io non vorrei dilungarmi più di tanto. Durante la conferenza dei capo gruppo si è chiesto al sindaco di convenire a una posizione di chiarimento in merito al post – ha commentato Del Buono – A quanto mi risulta il sindaco ha inviato ai capo gruppo una comunicazione in cui descriveva la sua posizione e ai capi gruppo questa posizione non piace. Perdonatemi, ma io a questo punto non so che cosa fare».

Le parole di Del Buono non hanno affatto calmato gli animi, anzi: le opposizioni hanno proseguito nel richiedere una relazione oggettiva, ostacolata dal presidente che, dal canto suo, continuava a insistere nel voler proseguire sull’ordine del giorno. Alle parole, «Non ho nessuna intenzione di tenere in ostaggio un Consiglio», le opposizioni hanno proprio perso le staffe, alzandosi dalle loro postazioni e lasciando per la seconda volta l’aula, tra urla e polemiche, mentre l’assessore Grossi prendeva la parola per relazionare il primo punto all’ordine del giorno.

Poichè i consiglieri di opposizione continuavano a controbattere anche fuori microfono, il presidente è arrivato addiritttura a chiedere l’intervento della Polizia Locale, affinché li accompagnasse alla porta. 

LE OPPOSIZIONI SCRIVONO AL PREFETTO

«Sartini è il sindaco di tutti, e invece si sta comportando come il sindaco della maggioranza – ha commentato Cristina Biella, capogruppo di Forza Italia – Dovrebbe trovare un compromesso con le opposizioni e garantire che i lavori del Consiglio proseguano, cosa che non sta facendo. Anzi, viene il dubbio che le scuse non arrivino proprio perché, in questo modo, non ci ha tra i piedi in Consiglio. Ma così diventa un’oligarchia 5 Stelle, un regime».

«La situazione è allucinante, da non credere – ha  aggiunto Mariasole Mascia, capogruppo PD – Quello che chiedevamo era una dichiarazione in cui il sindaco sgomberasse il campo dalla possibilità di un nostro coinvolgimento nel caso Malaspina. Invece, dopo che aveva preso parola in questo senso, impegnandosi per una dichiarazione condivisa con noi, ha fatto una dichiarazione sui social, senza coinvolgerci e inviandocene comunicazione durante la notte, a cose fatte».

Le opposizioni hanno così inviato proprio oggi una lettera al Prefetto, chiedendone l’intervento per trovare una soluzione pacifica a questa querelle che rischia il loro boicottaggio del Consiglio per i prossimi anni di amministrazione grillina.