Europei Berlino, il brianzolo Tortu soltanto quinto nella finale dei 100 metri

7 agosto 2018 | 22:47
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Europei Berlino, il brianzolo Tortu soltanto quinto nella finale dei 100 metri

Lo sprinter di Carate, fresco primatista italiano con 9”99, non è riuscito ad andare al di sotto di 10”08. Per lui e per i suoi numerosi tifosi la prima delusione dopo tante soddisfazioni consecutive.

Ha provato a correre anche sulle orme di Jesse Owens e di Usain Bolt, che a Berlino, a distanza di molti anni l’uno dall’altro, hanno scritto pagine indelebili nella storia dell’atletica. Ma questa volta Filippo Tortu agli Europei di atletica leggera ha deluso le sempre più numerose attese nei suoi confronti. E, così il velocista brianzolo, appena 20enne, ha chiuso “solo” al quinto posto nella finale dei 100 metri. Davanti, sul podio, gli inglesi Zharnel Hughes (9”95) e Reece Prescod (9”96), seguiti dal turco Jak Ali Harvey (10”01). Prima di Tortu anche l’altro britannico Chijindu Ujah (10”06).

Il 20enne brianzolo, cresciuto a Costa Lambro, una frazione di Carate Brianza, sulla pista dell’Olympiastadion non è riuscito ad andare oltre i 10”08. Lui che nemmeno due mesi fa a Madrid è sceso fino a 9”99, nuovo primato italiano, inferiore anche a quel 10”01 che Pietro Mennea aveva stabilito a Città del Messico nel 1979 (leggi l’articolo). In quell’occasione Tortu, che si è formato sulle piste di Besana Brianza e Giussano, è diventato  il terzo bianco nella storia ad aver corso i 100 metri sotto i 10 secondi. Insieme a lui, tesserato con le Fiamme Gialle ed allenato da papà Salvino, soltanto il francese Cristophe Lemaitre (9’’92 nel 2011) e il turco, di origine armene, Ramil Guliyev (9’’97 nel 2017).

Da quel 22 giugno di Madrid, però, Filippo, faccia da bravo ragazzo e sempre molto controllato sotto le luci dei riflettori, è diventato il personaggio copertina dell’atletica italiana. E in vista degli Europei di Berlino una delle medaglie più annunciate (clicca qui). Un’attenzione notevole, forse esagerata. Che, probabilmente, non gli ha fatto vivere nella maniera migliore l’approccio alla rassegna continentale. Eppure anche la fortuna sembrava essersi messa dalla parte di Filippo. Dopo aver vinto piuttosto agevolmente la sua semifinale con il tempo di 10”12, Tortu aveva visto scomparire dalla finale il principale dei suoi avversari.

Il francese Jimmy Vicaut, infatti, capace di vincere la sua semifinale in 9”97, unico a scendere sotto i 10”, accusa problemi muscolari nel riscaldamento. E decide, così, di non partecipare all’atto conclusivo dei 100 metri. Il velocista brianzolo, comunque, sa di dover correre sui suoi tempi migliori per vincere o portare a casa almeno una medaglia. Ma, per la prima volta in un processo di continua crescita, non ci riesce. E al microfono della Rai, subito dopo aver tagliato il traguardo, non nasconde la sua delusione.

“Era la gara più importante dell’anno, mi sentivo rilassato, ma non sono riuscito a correre più veloce – afferma Tortu – forse ero un po’ duro di spalle, ma non mi sembra di aver corso male. Negli ultimi metri, quando ho visto che gli altri erano scappati via, ho mollato – continua – so che è una cosa che non si deve fare”. Il 20enne brianzolo, ex studente del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza, ora iscritto, grazie ad una borsa di studio, alla facoltà di “Economia e commercio” all’Università Luiss di Roma, non cerca scuse. E al microfono della Rai si lascia perfino scappare un termine volgare. “La delusione è tanta, la tosse che ho non c’entra un c…. – afferma senza mezzi termini – è la prima vera batosta che prendo“.

A questo punto, il problema, smaltita la delusione, sarà proprio riprendere il filo del successo proprio lì dove è stato interrotto. In questo senso un aiuto lo potrà dare anche la staffetta 4×100. Che Tortu correrà, insieme ad altri tre compagni di squadra, domenica 12 agosto, ultimo giorno dei Campionati europei di atletica leggera. Un’eventuale medaglia potrà alleviare, almeno in parte, l’amarezza di una finale dei 100 metri andata male. In ogni caso lo sprinter di Carate avrà modo e tempo di rifarsi. Del resto è stato capace di passare nell’ultimo anno dal 10”15 del Meeting internazionale di Savona al 9”99 di Madrid. Non può essere un caso.