Vimercate, “piscina bollente”: Consiglio tra urla e proteste

Mentre Frigerio paventa il rischio chiusura per altre strutture senza CPI della città, come l’ospedale, la Vimercate Nuoto lancia l’appello: “Non lasciateci soli”
E se il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI), documento che ha portato alla chiusura della piscina di Vimercate, mancasse anche in altre strutture della città? Se mancasse, per esempio, all’Ospedale di Vimecate o all’Omnicomprensivo? Anche queste strutture rischierebbero la chiusura?
MATTIA FRIGERIO: “ANCHE L’OSPEDALE NON HA IL CPI”
A sollevare la questione durante il Consiglio Comunale di mercoledì 1 agosto, il consigliere Mattia Frigerio, capogruppo di Vimercate Futura, nell’ambito di un acceso dibattito che ha avuto come fulcro la questione dell’impianto natatorio di via Degli Atleti, chiuso all’inizio di luglio in poco meno di 48 ore a seguito del parere contrario al rilascio del CPI da parte dei Vigili del Fuoco.
«Vorrei chiedere al sindaco perché non si attiva con l’autorità sanitaria a chiudere l’ospedale, che non ha il CPI – ha chiosato il consigliere – Mi risulta anche che l’Omnicomprensivo potrebbe essere carente e qualche altra struttura sul territorio».
La provocazione è stata ignorata dal Primo Cittadino, che in realtà aveva risposto alla questione già nel settembre del 2017, quando lo stesso Frigerio aveva presentato la problematica in un’interpellanza. Allora il sindaco aveva dato lettura di una relazione inviata dall’Azienda socio sanitaria territoriale di Vimercate nella quale si illustra come tutte le pratiche in capo alla dirigenza dell’ospedale fossero state espletate e inviate a Milano, e come si fosse in attesa del sopralluogo definitivo dei Vigili del fuoco, a seguito del quale dovrebbe, se tutto sarà in regola, essere rilasciata la CPI.
Il che un dubbio lo pone: se i Vigili del Fuoco, effettuando il loro sopralluogo, non dovessero rilasciare parere favorevole, il nosocomio potrebbe essere chiuso, proprio come la piscina? E se questo accadesse anche per l’Omicomprensivo?
PISCINA CHIUSA: COSA FARE ADESSO?
La questione resta in pending, anche perché domandarsi cosa ne sarebbe, in quei casi, di pazienti e studenti risulta ancora più problematico di trovare una soluzione alle esigenze degli utenti di una piscina. E proprio su quest’ultimo punto si è concentrata la seduta del parlamentino cittadino pre-estiva, che si è svolta tra urla, polemiche, accuse, applausi e cori da stadio da parte del pubblico, mai così numeroso in aula.
A vasche chiuse, è ovvio che la partita si giochi su un’altra grossa problematica: cosa fare adesso, risolvere l’emergenza nel breve periodo o trovare una soluzione guardando al futuro dell’intera area?
MINORANZA: “RIAPRIRE NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE”
Da un lato i Consiglieri di minoranza uniti hanno presentato un Ordine del Giorno letto in aula dal capogruppo PD Mariasole Mascia in cui hanno chiesto all’Amministrazione di «attivarsi immediatamente per avviare tutte le procedure necessarie a riprendere la pratica di prevenzione incendi aperta presso il Comando Provinciale di Milano dei Vigili del Fuoco» e «mettere in atto tutto quanto necessario per conseguire il CPI e procedere alla riapertura del centro natatorio nel minore tempo possibile». In pratica, per la minoranza, le tappe da seguire sarebbero le seguenti: prima il CPI, poi la riapertura del centro, infine il bando per la riqualificazione di piscina e area.
MAGGIORANZA: “BANDO PER LA RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA”
Dall’altro, la maggioranza ha ribattuto con un altro Odg, letto invece dal capogruppo del M5S Patrizia Teoldi, in cui si propende per «valutare e predisporre, nel più breve tempo possibile, un nuovo bando per la riqualificazione la gestione dell’area, che consenta alla città di disporre nuovamente di un impianto natatorio funzionante». Per il Movimento 5 Stelle, insomma, è necessario passare immediatamente alla riqualificazione dell’area.
«È evidente che da questa situazione si debba uscire al più presto – ha aggiunto il sindaco Francesco Sartini- Per questo con il nostro Odg vogliamo rilanciare una visione lungimirante, cercando di rimettere in gioco l’intera area sportiva di via Degli Atleti, con una visione che vada oltre, che dia risposte alle esigenze di carattere ludico sportivo e valorizzi al massimo l’intero complesso. Il tutto, in sinergia con le funzioni già insediate, come l’area feste, e i campi da calcio, per valorizzare la funzione creativa della zona, con attenzione alla sostenibilità e alla parte agonistica».
Alla fine, come prevedibile, l’ha spuntata la maggioranza, il cui Ordine del Giorno è stato approvato dal Consiglio, cosa che non è accaduto per l’Odg della minoranza.
MASCIA: “NON SIETE CAPACI DI AMMINISTRARE”
A questo punto, le accuse dei gruppi di opposizione sono state a dir poco infuocate. Tra i consiglieri, in molti hanno confermato di credere che qualcosa potesse essere fatto negli anni passati per evitare l’emergenza in cui ci si trova, ipotesi smentita dal Primo Cittadino, che ha nuovamente ripercorso le tappe della vicenda per evidenziare «la presenza e il lavoro svolto da parte dell’Amministrazione per evitare che si arrivasse a questo e per garantire la sicurezza dei cittadini».
«Chiudere da un giorno all’altro è stata una sconfitta politica per questa Amministrazione – ha commentato Frigerio (Vimercate Futura) – Mi farei un esame di coscienza per evitare in futuro errori che hanno portato alla peggiore delle soluzioni possibili». «Questa Amministrazione è stata intempestiva, superficiale e incapace di affrontare l’emergenza – ha chiosato Cristina Biella (FI)- Ha delegato, non ha controllato, non ha vigilato e non ha sollecitato”. «In questi anni la piscina è stata l’ultimo dei problemi di questa Amministrazione – ha concluso Mascia (PD) – Questa vicenda è la conferma che non siete capaci di amministrare, né di individuare o perseguire il vero interesse pubblico. Il sindaco ha perso un’occasione importante, si è rivelato inadeguato, un azzecca garbugli. Ora vi chiediamo per quanto possibile di riparare a questo danno con un atto di coraggio». Drastico anche Alessandro Cagliani (Noi per Vimercate) che si è infervorato più volte, alzando ripetutamente la voce ed è stato richiamato dal Presidente del Consiglio dopo aver definito il sindaco un “passacarte”.
L’APPELLO DELLA ASD VIMERCATE NUOTO
In mezzo al dibattito e alle posizioni politiche, esistono realtà che devono trovare soluzione all’emergenza in tempo zero. Tra di esse, la ASD Vimercate Nuoto, presente tra il pubblico del Consiglio Comunale con il presidente Paolo Prisco e con numerosi nuotatori che si sono più volte lanciati in cori e urla di protesta. La loro preoccupazione è evidente: 250 iscritti tra gli 8 e i 60 anni, infatti, non hanno un posto in cui allenarsi. Prisco, che sta lavorando da giorni senza sosta all’individuazione di una soluzione, ha voluto, alla fine della seduta lanciare un appello al Consiglio.
«Ho chiesto di trovare una soluzione al più presto, di non lasciarci soli in mezzo a una strada – ha spiegato – Togliere lo sport a questi ragazzi è come togliere loro l’aria e io spero e credo che il mio intervento e la nostra presenza in aula abbia fatto intuire all’Amministrazione quanto la situazione sia sentita dagli utenti e dalla cittadinanza. Nei prossimi mesi dovremmo spostare le nostre attività in altre piscine, sperando di riuscire a trovare accordi che soddisfino poi le esigenze delle famiglie. Non è facile, dopo anni: anche perché la nostra attività, il nostro logo portano il nome di questa città. C’è anche il rischio di non riuscire a fare il Trofeo Master città di Vimercate: se non troveremo una piscina che ci ospiti, dovremmo rinunciare».
IL FUTURO
Cosa fare, dunque? Riaprire subito o aspettare e riqualificare? Senza la pretesa di fare conti in tasca a nessuno, l’ipotesi messa in campo dall’Amministrazione allunga di parecchio i tempi di riapertura: tra progettazione, bando e lavori che riguarderebbero l’intera area di via Degli Atleti, si immaginano anni di chiusura per il centro natatorio.
L’ipotesi della minoranza, d’altro lato, non sembra senza difficoltà: anche ipotizzando il rilascio del CPI e la riapertura in tempi celeri, bisognerebbe trovare qualcuno che si accolli l’onere di gestire una struttura che è stata dichiarata a più riprese “pericolosa”. A ciò si aggiunga la reazione dell’utenza, che forse di fronte alla paura che l’edificio lo sia davvero, preferisce a questo punto spostarsi di qualche chilometro invece di andare incontro a rischi.