L’acqua della Brianza? “Tra le più controllate e sicure d’Italia”

Negli ultimi tre anni sono state eseguite 1800 analisi extra rispetto ai controlli di routine per verificare la presenza di microinquinanti emergenti
Un’acqua più controllata di quella della Brianza difficilmente è possibile trovarla in Italia. E anche in Europa sono pochi i laboratori che, a parità di condizioni, forniscono dei controlli così approfonditi. Brianzacque, a tre anni dall’inizio del progetto, ha presentato infatti i dati che descrivono un lavoro di analisi dell’acqua dei 55 comuni della Brianza che va ben oltre i controlli richiesti a livello normativo. Il lavoro è stato portato avanti anche grazie alla collaborazione con il CNR IRSA che ha la sede a Brugherio, e ATO, autorità pubblica di controllo di Brianzacque.
Dal 2015 l’ente di gestione delle acque della provincia, oltre al monitoraggio di routine, ha infatti iniziato ad analizzare anche i microinquinanti emergenti come le sostanze perfluoroalchiliche, alcuni diserbanti sistemici come Glifosate (diserbante tra i più diffusi al mondo) e Ampa (metabolita del Glifosato) e composti farmaceutici. Un lavoro che ha comportato un investimento di circa 800 mila euro in macchinari di altissimo livello e di nuova generazione. “I macchinari presenti nei laboratori dove vengono svolte le analisi – ha commentato Stefano Polesello del CNR IRSA – sono di altissimo livello e con tutta probabilità non esistono in Italia altri gestori di acque con strumentazioni simili a disposizione“.
Dal 2015 sono state effettuate 1800 campionature volontarie dell’acqua corrispondenti al 40% di quelle totali. “I controlli che effettuiamo vanno oltre quelli richiesti dalle normative – ha sottolineato Enrico Boerci, presidente di Brianzacque- e ci consentono di poter definire l’acqua che forniamo agli 866mila utenti della Brianza un’acqua supercontrollata, sana e sicura. Sono convinto che le nuove problematiche della qualità delle acque richiedano approcci sempre più interdisciplinari e forme cooperative tra diversi soggetti pubblici e privati, istituzioni, enti di ricerca così da creare eccellenze per una salvaguarda complessiva dei corpi idrici”.
In questi tre anni solo in rari casi le analisi hanno rilevato una quantità minima di alcuni composti e comunque all’interno di acque grezze e al di sotto della soglia dell’1%. In queste circostanze l’acqua è stata valutata comunque sicura dal punto di vista tossicologico dai ricercatori CNR IRSA mediante il confronto con i valori soglia e i protocolli di valutazione del rischio disponibili in ambito nazionale ed internazionale.
“Queste analisi extra – ha commentato il responsabile di laboratorio di Brianzacque Alberto Sala- ci consentono di monitorare le acque e di poter intervenire in caso di problematiche avendo la situazione più che sotto controllo”. Sono 16 le persone addette alle analisi, anche giovani e neolaureati che lavorano in tre sedi diverse, a Monza (in via Fermi e in via Canova)e a Seregno. Sedi che presto verranno unificate in un unico laboratorio proprio all’interno dell’area di Brianzacque, in via Fermi nella zona di San Rocco.