Monza, spaccio di droga: in carcere tre uomini, ai domiciliari una donna

12 settembre 2018 | 16:20
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Monza, spaccio di droga: in carcere tre uomini, ai domiciliari una donna

Tra gli arrestati della Polizia, nell’ambito dell’indagine “Monitus”, anche il capo della banda, un 33enne calabrese. Nella sua abitazione ritrovati cocaina, soldi ed armi. In totale 18 le persone indagate.

La Polizia di Stato di Monza ha sgominato una vera  e propria banda dedita alla detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Custodia cautelare in carcere per tre uomini, M.A, D.A., R.F e arresti domiciliari per una donna, P.I. In totale 18 gli indagati, tutti italiani, residenti nei Comuni di Senago, Paderno Dugnano, Meda, Muggiò, Zelo Buon Persico, Caronno Pertusella, Nova Milanese, Pozzuolo Martesana, Vedano al Lambro e Seregno. Nell’abitazione del capo della banda, M.A, 33 anni, di origini calabresi e residente a Senago, nascosti in soffitta all’interno di due zaini, sono stati sequestrati 163.695 euro in contanti, equivalenti ad almeno 8 mila dosi vendute al dettaglio e complessivi 2 chili di cocaina, al netto del taglio, 10 grammi di cocaina, una pistola semiautomatica calibro 9 ed alcuni orologi Rolex.

Un bunker a tutti gli effetti la villetta in cui abitava quello che gli inquirenti ritengono capofila di un gruppo di spacciatori. All’esterno c’erano telecamere collegate ad un sistema di videosorveglianza posto all’ingresso dell’abitazione. In giardino, all’interno di un calcio balilla, è stata trovata una pistola scacciacani priva di tappo rosso. Nella casa, dietro la stufa a pellet in soggiorno, i poliziotti hanno scoperto una nicchia, ricavata nella decorazione a mattoncini della parete, evidente nascondiglio per la droga o per le armi.

L’indagine, denominata “Monitus” e condotta dagli agenti del Commissariato di viale Romagna con l’ausilio del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia di Milano, del Commissariato di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo e della Squadra Cinofili, ha origine nell’ottobre del 2016. Allora fu arrestato C.A.V., 45 anni, trovato in possesso di circa 1,5 chili di cocaina nascosta all’interno di un box di Seregno.

Pochi giorni dopo, l’uomo, detenuto presso il  Carcere San Quirico di Monza, si toglieva la vita. Probabilmente la causa erano state le forti pressioni esercitate da M.A., che  non voleva fa emergere di essere il vero proprietario della droga ritrovata. Del resto il 33enne, già in passato, si era servito di box a lui non direttamente riconducibili per nascondere ingenti quantitativi di droga. Come dimostra l’arresto nel maggio del 2016 di C.M., 31 anni, anch’egli di origini calabresi e residente a Senago, trovato in possesso di 1 chili di cocaina e 2 chili di hashish.

Il capo della banda, secondo quanto ha accertato l’attività investigativa, vendeva quantitativi rilevanti di cocaina destinati ad ulteriore spaccio di droga. Tra i suoi principali “clienti” C.A., italiano, 26 anni, residente a Nova Milanese, arrestato nel corso dell’indagine con 250 grammi di cocaina e R.F. 24 anni, residente a Cinisello Balsamo, trovato in possesso di 41 dosi di cocaina, già pronte per essere cedute. Meno decisivo il ruolo di D.N., 41 anni, residente a Seveso e di P.I., 34 anni, residente a Paderno Dugnano, nonché fidanzata e complice del detenuto suicidatosi nel carcere di Monza poco meno di due anni fa. Accomunati dal destino nell’amore ed, ora, anche se separati dalla morte, anche nel crimine.