Polo biomedico di Monza, iscritti ai test d’ingresso a Medicina: le donne sono il 70%

28 settembre 2018 | 07:21
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Polo biomedico di Monza, iscritti ai test d’ingresso a Medicina: le donne sono il 70%

Il campus del capoluogo della Brianza si dimostra sempre più a tinte rose e selettivo, soprattutto per le prove d’ammissione al corso in Medicine & Surgery e per le professioni sanitarie.

Sempre più votata all’internazionalizzazione, attrattiva e con un forte marchio a tinte rosa. Sono questi gli elementi che sembrano caratterizzare di piùil Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca.

Almeno a giudicare dai dati riguardanti i test di ingresso di Medicina-Odontoiatria, Medicine & Surgery e Professioni sanitarie. Che si sono svolti, tra il 4 e il 13 settembre, negli edifici del Polo biomedico di Monza, un campus, con numerose attività scientifiche e didattiche, strettamente connesso all’Ospedale San Gerardo di Monza, partner dell’Università.

Se, infatti, quest’anno gli iscritti alla prova d’ammissione di Medicina-Chirurgia e Odontoiatria, 1895 complessivamente, sono rimasti sostanzialmente uguali al 2017, quando erano stati 1916, salta immediatamente all’occhio che il test per il corso di studio internazionale in Medicine and surgery ha registrato un incremento notevole. Si è passati, infatti, dai 415 iscritti nel 2017 ai 464 del 2018. Una crescita, quindi, del 12 per cento.

“Viviamo in un mondo globale ed evidentemente attrae poter frequentare un corso di studi universitario completamente in inglese – afferma la Prof.ssa Mariagrazia Valsecchi, Direttrice del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università Milano-Bicocca – in questo senso gli studenti, anche quelli stranieri, percepiscono la possibilità di avere maggiori prospettive”. Se al Polo biomedico di Monza si respira un’atmosfera sempre più internazionale, si può dire che la lingua più diffusa, in un certo senso, non sia l’inglese, ma quella delle donne.

Basti pensare che sia per le professioni sanitarie che per Medicina e Medicine & Surgery la partecipazione delle rappresentanti del gentil sesso ai test d’ingresso è mediamente di circa il 70 per cento. Con picchi di oltre il 90% in Ostetricia e Terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e di oltre l’80% per infermieristica. I maschi conquistano la maggioranza (il 55,32% del totale) soltanto per le prove d’ammissione al corso di Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia. Perfino Odontoiatria vede ormai prevalere le donne (54,35%).

“Se per le professioni sanitarie la prevalenza di donne è una tendenza consolidata da tempo, è sicuramente una novità più recente che questo avvenga anche per Medicina – spiega Valsecchi – dal mio punto di vista è un segnale positivo, tra l’altro confermato anche a livello nazionale da una decina d’anni a questa parte. Non saprei dare una spiegazione ben precisa, anche perché, ad esempio, la specializzazione in Chirurgia è ancora decisamente appannaggio degli uomini – continua – probabilmente nel prossimo futuro si indagherà anche sulle possibili ragioni sociologiche di questo trend”.

In attesa di analisi più approfondite, i dati sui test d’ingresso confermano che il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca sta vivendo una fase di crescita. Tanto che, se a livello nazionale per Medicina e Odontoiatria, in quanto facoltà a numero chiuso, nel 2018 sono a disposizione 10.875  a fronte di 67.005 i candidati, a Monza i posti sono 170 per 1895 iscritti. Cioè se in Italia passa soltanto il 16 per cento di chi decide di iscriversi ai test d’ingresso, a Monza non siamo nemmeno al 9 per cento.

“Da un lato questo dimostra la grande attrattività del nostro Polo biomedico, che è rinomata per il livello della didattica e si sta affermando per la sua capacità di selezionare alcuni dei migliori ragazzi provenienti dai licei – spiega la Direttrice del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università Milano-Bicocca – dall’altro lato bisogna dire che i posti disponibili sono stabiliti con decreto ministeriale e, per Medicina e Chirurgia a Monza, sono rimasti 140 in totale anche quando ne sono stati assegnati 30 a Medicine & Surgery. Ritengo – continua – che non servirebbe a molto aumentare i posti disponibili se prima non si incrementa il numero delle borse di studio per specializzandi”.

Che il capoluogo della Brianza sia sempre più apprezzato sul fronte della ricerca medico-sanitaria ne è prova anche il primo posto, nell’area dedicata alle Scienze mediche, conquistato quest’anno dal  Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca nella graduatoria dei Dipartimenti di eccellenza delle Università italiane redatta dal Miur (Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca) e dall’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca).  Un risultato che porterà nella città di Teodolinda fondi statali per 8,5 milioni di euro. Da dedicare alla ricerca medica e all’applicazione clinica (leggi l’articolo).

Tutti questi onori comportano anche oneri. Ecco perché il campus di Monza, dove si studiano 7 corsi di laurea triennale (Fisioterapia, Ostetricia, Infermieristica, Igiene Dentale, Tecniche di Laboratorio biomedico, Tecniche di Radiologia medica, per immagini e Radioterapia, Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età evolutiva) e 5 corsi di laurea magistrale (Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria, Medicine and Surgery – School of Medicine and Surgery , Biotecnologie mediche e Scienze infermieristiche ed ostetriche),  ha cercato di dotarsi di infrastratture sufficienti. Ed è ormai composto da 4 edifici (clicca qui). Ma per il Polo di Monza, con i suoi circa 3mila iscritti, resta aperto il capitolo delle residenze universitarie per gli studenti.

“C’è un progetto da circa 160 posti letto – assicura Valsecchi – ci si sta lavorando e potrebbero esserci presto alcune novità, ma al momento non c’è nulla di definito”. Chissà che i festeggiamenti, ancora in corso, per i 20 anni di fondazione dell’Università di Milano-Bicocca (scopri gli appuntamenti) non portino una spinta decisiva nella giusta direzione. D’altro canto quando si hanno grandi potenzialità, forse il peccato più grande è non sfruttarle completamente.