Sicurezza ponti e sottopassi. Monza (di tasca sua) avvia il monitoraggio

L’annuncio arriva da Simone Villa, vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici. L’indagine è stata affidata ad una società di Bolzano. Il costo dell’incarico, 50mila euro, ha generato polemiche.
Entro la fine del 2018 Monza conoscerà le problematiche e le priorità di intervento sui 35 ponti e sottopassi di competenza comunale. L’annuncio arriva da Simone Villa, vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici, alle Strade, al Verde e alle piccole cose di Piazza Trento e Trieste. Che prima della fine di agosto aveva reso noto che era stato affidato ad una società specializzata di Bolzano l’incarico per un censimento dettagliato dei manufatti. Il costo dell’indagine, il cui contratto relativo al bando è stato firmato nei giorni scorsi, è di 50mila euro. Sono previste ispezioni visive, valutazioni primarie, stime complessive sullo stato di consistenza e degrado delle opere e sulle attività necessarie per l’eventuale manutenzione e messa in sicurezza.
“Entro la fine di quest’anno ci aspettiamo di ricevere dalla società incaricata una relazione puntuale sullo stato dell’arte per avere ben chiara la situazione e capire dove intervenire nel prossimo futuro – afferma Villa – non pensiamo ci siano particolari criticità nella città di Monza, anche perché non abbiamo mai avuto segnalazioni che possano lasciar temere lacerazioni o indebolimento degli elementi statici di ponti e sottopassi”. Su questo fronte nel capoluogo della Brianza, comunque, ci sono casi che destano particolare attenzione. Soprattutto dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, che lo scorso 14 agosto ha ucciso 43 persone.
“Il viadotto di via Marconi a San Rocco, che è tra i più trafficati dell’intera Provincia, è particolarmente sotto controllo per verificare il suo stato di tenuta, soprattutto dei carichi pesanti – spiega il vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici, alle Strade, al Verde e alle piccole cose – valutiamo anche le periodiche segnalazioni di cadute di calcinacci e dei rivestimenti esterni dei sottopassi. Inoltre crediamo sia necessario fare chiarezza anche sui manufatti non di nostra competenza, ma presenti sul territorio comunale – continua – per questo faremo un’opera di moral suasion affinché gli altri enti interessati facciano la loro parte”.
I 50mila euro dell’indagine sulle priorità di intervento sui 35 ponti e sottopassi di competenza comunale hanno portato nei giorni scorsi ad una stilettata di Piazza Trento e Trieste nei confronti di Roma. “Per questo studio siamo stati costretti ad attingere alle nostre risorse, dopo che la Cassa Depositi e Prestiti ci ha negato il mutuo richiesto per finanziare l’incarico – spiega Villa – oltre al fatto che abbiamo dovuto utilizzare spazi della nostra finanza pubblica, che potevano essere destinati ad altre cose, è paradossale che lo Stato, dopo quanto successo a Genova, da un lato inviti gli Enti locali a prendersi cura delle proprie infrastrutture e dall’altro non faccia nulla per sostenerli in questa operazione”.
Se non è sempre chiaro chi debba mettere i soldi, è, invece, evidente che il tema della stabilità di ponti, viadotti e sottopassi sarà ancora all’ordine del giorno nel prossimo futuro. A livello regionale, dove sarebbero 272 le infrastrutture di questo tipo che avrebbero bisogno di interventi con un investimento previsto di 214 milioni di euro, e a livello provinciale. Nel territorio di Monza e Brianza, il caso che più desta allarme è la Strada provinciale 35 Milano-Meda, arteria frequentata giornalmente da migliaia di pendolari e automobilisti. Dove ci sono 36 degli oltre 140 ponti che attraversano la rete stradale provinciale.
Tra polemiche sulla sicurezza e sulle competenze nel caso in cui il tratto brianzolo della Milano-Meda farà parte della Pedemontana, stanno per partire gli esami, già programmati nell’ambito nell’operazione “Ponti sicuri” avviata nel 2016, sui tre ponti ritenuti più critici (leggi l’articolo). Dalla notte tra il 13 e il 14 settembre, infatti, il ponte numero 26 allo svincolo di Meda e i ponti 12 e 14, a Cesano Maderno, via Manzoni e via San Benedetto, saranno sottoposti prima ad indagini sui materiali e installazione di impianti di monitoraggio, poi a prove di carico. C’è poi un quarto ponte sotto osservazione, quello di Bovisio Masciago, che è già chiuso al transito dal 2017. Insomma ne dovrà passare di acqua sotto i ponti. Speriamo non faccia danni.