A Seregno è nato il quartiere fantasma “grazie” a Pedemontana. Interviene il Codacons

Le case espropriate ad alcuni residenti per far spazio all’infrastruttura sono oramai lasciate in totale stato di abbandono creando, di fatto, un vero e proprio quartiere fantasma.
Ma la Pedemontana si fa o non si fa? La società che la gestisce è fallita oppure no? Da anni oramai si parla della nuova autostrada, nel bene e nel male, ma poi a conti fatti di risposte concrete ce ne se sono veramente poche. Una certezza però c’è, almeno a Seregno: che le case espropriate ad alcuni residenti per far spazio all’infrastruttura sono oramai lasciate in totale stato di abbandono creando, di fatto, un vero e proprio quartiere fantasma che non riempie certo di gioia chi, in quelle vie, ancora ci vive. Tanto che sulla questione è intervenuto anche il Codacons che ha deciso di presentare un esposto alla Corte dei Conti:
“I pochi residenti che ancora popolano l’area in questione hanno subito una grave svalutazione delle proprie abitazioni, dovuta ovviamente alle condizioni di degrado in cui versa tale parte di Seregno. I cittadini si sentono infatti abbandonati dalle autorità, senza contare poi che i lavori che hanno creato tali disagi non sono in realtà mai cominciati, e quindi i residenti si ritrovano in un quartiere degradato senza poter fare alcunché – scrivono – C’è da chiedersi infatti come sia possibile che siano state espropriate delle abitazioni per la realizzazione di lavori pubblici tuttavia mai iniziati. Sarebbe infatti necessario che la Pubblica Amministrazione facesse chiarezza e spiegasse i motivi di tali disagi. E’ infatti facile pensare che vi siano stati ingenti sprechi di denaro pubblico per dei lavori che ad oggi non hanno ancora avuto un inizio”.
Erbacce, sigilli e disagi: i residenti non ce la fanno più
Via Salgari, Via De Sanctis e via Garcia Lorca. Queste sono le strade di Seregno interessate dal passaggio di Pedemontana e alcuni degli immobili sono stati espropriati diversi anni fa ma, ancora oggi, sono lì, sigillati e ricoperti di erbacce conferendo alla zona un’insolita atmosfera spettrale: “devo ammettere che fino al 2016 qualcuno veniva a pulire – ci confida Antonietta Servidio, una residente di via Salgari e proprietaria di un’abitazione che per soli 100 metri non è stata inclusa nell’esproprio – poi non si è più visto nessuno! Io ora mi trovo con due case, una di fianco e una di fronte, completamente abbandonate e ricoperti di piante: non ha idea di quante zanzare ci siano qui a casa di tutte queste erbacce. Senza contare che oramai la mia casa, per colpa di questa situazione, non vale più niente: ce l’hanno valutata 150mila euro a fronte di un valore di oltre il doppio!”
E sulla scia dei sentimenti di Antonietta ci sono anche quelli di altri residenti della zona costretti oramai a vivere in un quartiere fantasma: “a sapere che sarebbe finita così – conclude – avrei preferito che mi venisse espropriata anche a me la casa, anche se è stata costruita mattone dopo mattone da mio marito”. E la voglia di vendere, ce l’hanno un po’ tutti quelli che ancora vivono tra casa abbandonate e finestre sigillate, ma ovviamente le possibilità di vendita sono crollate.
Nessuna certezza … a parte i topi!
In quella casa Antonietta è diventata moglie, poi madre e ora nonna. Ci ha passato una vita e gli è costata non pochi sacrifici eppure – ammette – “piuttosto che stare qui così me ne andrei”. Anche perché la prospettiva, nel caso in cui Pedemontana effettivamente prenderà vita, sarebbe quella di avere delle barriere fuori dalla finestra e un’autostrada che passa sotto i suoi piedi: “Per fare un sottopasso però dovrebbero mettere dei piloni di sostegno, almeno lunghi otto metri, che mi entrerebbero in cantina – ci dice – ma nessuno è mai venuto in casa mia a fare dei sopralluoghi o a capire se la cosa è fattibile o meno”. Insomma, i diretti interessati, ovvero i proprietari delle case, non sono – a quanto dicono – minimamente coinvolti nel progetto Pedemontana: nessuno dice e nessuno spiega. “Quello che sappiamo lo troviamo sui giornali, nessuno ci dà spiegazioni – conclude Antonietta – siamo qui in attesa senza sapere quale sarà il nostro futuro e quello delle nostre case. Ma una cosa è certa, così non si può più andare avanti: qui intorno passeggiano pure i topi!”.