Assemblea nazionale, Confimi al Governo: per la crescita poker di richieste

“Il lavoro non si crea per decreto, ma si può a volte distruggere per legge”. L’associazione imprenditoriale chiede una minore pressione fiscale sul lavoro, la riduzione del costo dell’energia elettrica e l’eliminazione dell’Irap.
Ridurre la pressione fiscale sulle imprese, tassare gli utili e non il lavoro, eliminare definitivamente l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive), abbattere il costo dell’energia elettrica in Italia, superiore dell’87% rispetto alla media europea. E’ questo il poker di richieste che Confimi (Confederazione dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata), nel corso dell’Assemblea nazionale celebrata all’Autodromo di Monza, rivolge alla alle istituzioni nazionali e locali. Dal tempio della velocità le Piccole e medie imprese fanno salire alto fino alle orecchie di chi ha il potere di mettere in campo scelte politiche ed economiche il loro grido, per salvaguardare l’eccellenza produttiva italiana e creare crescita e nuovi posti di lavoro.
“Il lavoro non si crea per decreto, ma si può a volte distruggere per legge – afferma, nella sua relazione introduttiva, Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria – la crescita avviene con il miglioramento del prodotto, con la conquista di nuovi mercati e con la concorrenzialità delle nostre merci per i Paesi con i quali ci confrontiamo”. Obiettivi ambiziosi che le Pmi, anche quelle manifatturiere, vedono come mete quasi irraggiungibili. Perché si sentono gravate di zavorre che ne rallentano la corsa e la capacità di scendere in pista.
“Per noi il costo del lavoro rappresenta l’11% in più del costo medio europeo e le tasse incidono sulle nostre imprese per circa il 65% degli oneri totali – spiega Agnelli, che lo scorso luglio, all’Assemblea pubblica di Confimi Monza e Brianza, aveva già presentato i 10 punti del Manifesto della manifattura, il documento sottoposto dall’associazione alle forze politiche nazionale (leggi l’articolo) – a questo aggiungiamo una burocrazia che impegna le nostre aziende per 33 giorni all’anno”. Con queste premesse il risultato sono altri numeri che nel nostro Paese dipingono un quadro economico a tinte fosche dal 2008 in poi.
Dall’Assemblea nazionale di Confimi all’Autodromo di Monza, quindi, emerge l’urgenza di un cambio di rotta per consentire all’Italia e all’Europa di continuare ad essere leader nella manifattura e non lasciare il passo ai prodotti provenienti da Cina ed India. E tra i punti all’ordine del giorno, secondo l’associazione imprenditoriale, nata alla fine del 2012 e oggi costituita da 30mila aziende iscritte, che impiegano circa 420 mila addetti e generano un fatturato aggregato di circa 72 miliardi di euro annui, ci sono, oltre alla deducibilità dell’Imu sugli immobili produttivi, degli interessi produttivi eccedenti 30% di Rol e dei costi delle autovetture e dei telefoni per uso aziendale, l’eliminazione definitiva dell’Irap anche sul personale a tempo determinato e, soprattutto, la riduzione del costo dell’energia elettrica.
Salvini apre all’idea di un Ministero per le Piccole e Medie Imprese – Punti su cui ha provato a rispondere il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che si è mostrato disponibile a parlare di un Ministero delle Pmi (qui l’approfondimento). “Vogliamo far ripartire in Puglia i lavori del gasdotto Tap perché abbasserebbe il costo dell’energia del 10% , anche per le aziende – afferma il leader della Lega – abbiamo bisogno di infrastrutture perché altrimenti i nostri ottimi prodotti restano nel cortile delle aziende. Vogliamo la libertà di investire nei settori produttivi in cui crediamo – continua – seguire indicazioni internazionali ha portato il meglio delle nostre aziende in mani straniere”.
La necessità di migliorare le infrastrutture per facilitare lo sviluppo delle imprese italiane e renderle competitive sui mercati è stata colta anche dalle istituzioni locali e regionali presenti all’evento di Confimi. Per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che ha rimarcato l’importanza per le aziende dell’accesso al credito, dell’innovazione, della ricerca e della formazione, “il grande Piano per la banda ultralarga e la Pedemontana possono essere due carte vincenti per la Lombardia”. Il sindaco di Monza, Dario Allevi, sulla stessa linea, ha ricordato che in un territorio come la Brianza, che ha 180 imprese per km quadrato ed è la patria di un settore in crescita come il legno-arredo, “c’è fame di mobilità – afferma – per questo speriamo nel prolungamento della Metro 5 da Milano a Monza, un’opera in grado di unire due realtà che hanno una vision comune sul futuro”.
Se le infrastrutture sono una delle sfide da vincere, gli investimenti pubblici possono sicuramente dare una mano a chi produce. “A Novembre rifinanzieremo un bando da 50 milioni di euro a fondo perduto per le aziende che decidano di mettersi in gruppo e mantenere la produzione nella nostra Regione” annuncia il vicepresidente di Regione Lombardia e assessore alla Ricerca, Innovazione, Universita’, Export e Internazionalizzazione, Fabrizio Sala. Tra i temi che le imprese del nostro Paese devono affrontare ci sono anche i dazi, portati di recente alla ribalta, in maniera provocatoria, dal presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump.
“Il problema, a mio avviso, è soprattutto sociale – afferma Agnelli – personalmente applicherei i dazi a tutti quei Paesi che producono in spregio alla dignità dei lavoratori e dell’ambiente in cui operano”. Una proposta che sembra accolta anche Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia e Giulio Sapelli, Professore di Storia Economica presso l’Università degli Studi di Milano. “I dazi sono una questione geo-politica prima ancora che economica – sostiene – a livello globale non si fanno accordi multilaterali da 30 anni e ci sono eccessi di regolazione”.
Il cambio di passo per le imprese non passa soltanto attraverso misure economiche e fiscali. Ma anche da una nuova sensibilità riguardo alla formazione. Ecco perché Confimi ha deciso di lanciare “Master in fabbrica 2019”, che ha il compito di favorire una collaborazione concreta tra le piccole e medie imprese, ma anche di invertire l’ormai cronica mancanza di figure tecniche specializzate.
L’evento in Autodromo ha visto la partecipazione di oltre 700 imprenditori e delegazioni da tutta Italia (qui l’intervista al presidente di Confimi Mb, Nicola Caloni). Un’occasione, quindi, che ha messo in luce la città di Monza, proprio in uno dei suoi luoghi simbolo. Ma anche uno sforzo organizzativo notevole per la giovane sezione locale di Confimi, nata nel 2016.
Il mondo della politica non ha fatto mancare la sua presenza all’Assemblea nazionale di Confimi. Esponenti di diversi schieramenti, dal senatore del Partito Democratico, Matteo Richetti al Viceministro dello Sviluppo Economico, Dario Galli fino al Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Davide Crippa, pur da punti di vista differenti, si sono trovati d’accordo sulla necessità di agire. Passare dalle parole ai fatti può non essere questione lunga da vedere. La prossima Legge di Bilancio, di cui tanto si continua a discutere, con le sue scadenze molto ravvicinate, è un test per provare già se il vento del cambiamento può davvero cominciare a soffiare.