Cornate d’Adda, i ponti chiusi pesano su pendolari ed economia locale

Il Comune, a metà strada tra i ponti di Paderno e Trezzo, è stretto nella morsa di un traffico che sarà sempre più alla ricerca di alternative. Il sindaco: “La vera criticità riguarda i pendolari”
Tutto è cominciato un mese fa, con la chiusura il 15 settembre del Ponte San Michele che collega Paderno a Calusco. Ora è la volta di quello tra Trezzo e Capriate, che è interdetto al passaggio di mezzi sopra le 20 tonnellate. Se auto e giganti della strada devono e dovranno trovare strade alternative, la situazione non è più rosea per i pendolari della linea Milano-Bergamo via Carnate, che dal 15 settembre scorso non hanno più a disposizione il treno per potersi spostare dalla Brianza alla Bergamasca: una situazione, dunque, destinata a pesare sempre più su traffico e mobilità.
A farne le spese tra i Comuni della Brianza c’è Cornate d’Adda, il cui territorio si trova proprio a metà strada tra i due ponti, stretto nella morsa di un traffico che, con la chiusura di Trezzo, sarà sempre più alla ricerca di alternative. «Per il momento, il traffico non ha dato segnali di incremento – ha commentato il Primo Cittadino Fabio Quadri – Le code c’erano prima e ci sono ora e se sono aumentati i mezzi che transitano in paese non sono così tanti da aver creato situazioni problematiche. La vera criticità riguarda i pendolari, che non hanno mezzi veloci per raggiungere la bergamasca: il treno è fermo e prendere la navetta per andare a Calusco richiede troppo tempo. Per quanto ne so, la maggior parte di loro si sta organizzando con l’autostradale, ma è ovvio che i tempi di percorrenza sono decisamente maggiori: per questo è necessario ripristinare al più presto il ponte di Paderno».
Altra storia, invece, quella legata al ponte di Trezzo: nonostante, in seguito ai controlli, il viadotto sia risultato sicuro, l’ordinanza che vieta il transito ai tir si farà. «Non penso che questo comporterà un aumento di veicoli in transito a Cornate – ha aggiunto Quadri – Credo invece che lo stop del cavalcavia potrebbe avere ricadute sull’economia locale: le aziende dovranno sostenere spese maggiori per far fronte a tragitti più lunghi, dal momento che, chiusi i due ponti, l’unica alternativa sarà l’autostrada».
Le sorti dei due ponti, tra l’altro, sono collegate: l’ordinanda di Trezzo, infatti, potrebbe restare in vigore fino a quando il ponte di Paderno non verrà riaperto, dal momento che proprio a causa della chiusura di quest’ultimo si teme un sovraccarico di mezzi sul primo, che potrebbe metterlo sotto stress al punto da farne degenerare rapidamente le condizioni.
Per ora, però, la riapertura di Paderno sembra lontana: i lavori, che sarebbero dovuti partire in poche settimane, a distanza di più di un mese non sono ancora iniziati né si sa quando cominceranno. Oltre ai pendolari della linea Milano-Bergamo via Carnate, sono decina di migliaia gli automobilisti che dal 15 settembre cercano quotidianamente vie alternative. Quello che accadrà, dunque, non è lecito prevederlo, certo è che l’emergenza sicurezza dopo la tragedia di Genova ha riportato sotto i riflettori la necessità di creare un nuovo collegamento sul fiume Adda, da sempre snodo viabilistico fondamentale della zona.