Flat tax e partite Iva, Cgil MB: “Risparmio per pochi, danno per molti”

31 ottobre 2018 | 04:54
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Flat tax e partite Iva, Cgil MB: “Risparmio per pochi, danno per molti”

Il sindacato di via Premuda critica fortemente la misura che dovrebbe essere inserita nella manovra economica del Governo. Il rischio sarebbe un taglio dei servizi pubblici senza vantaggi per i lavoratori onesti.

La flat tax è stata una delle carte vincenti della Lega alle ultime elezioni politiche dello scorso 4 marzo. Anche perché pagare meno tasse è uno dei sogni meno reconditi di tanti, troppi, italiani.

Non a caso, secondo gli ultimi dati del Centro studi di Unimprese, nel nostro Paese l’evasione arriva a 108 miliardi di euro l’anno. Ma la flat tax, ovvero la tassa “piatta”, annunciata a gran voce in campagna elettorale, sta assumendo contorni diversi alla prova dei fatti. Che sono quelli della manovra finanziaria presentata dal Governo, ancora da votare in Parlamento.

Se, infatti, si prevedevano due aliquote, per esempio 15% fino a un reddito di 80.000 euro e 25% sopra gli 80.000 euro, con uno sconto minimo per la gran parte dei dipendenti e pensionati e molto più significativo per i redditi maggiori, ora invece l’orientamento è cambiato.

E, così, in nome di una tenuta dei conti pubblici, si è scelto di puntare su una categoria di contribuenti, le partite Iva, che già da anni hanno una tassa forfettaria al 15%. A questi si concede l’estensione della flat tax fino a 65.000 euro.

A trarre i vantaggi maggiori, insomma, dovrebbe essere una parte di tutti i possessori di una partita Iva. Un numero che, secondo il Ministero dell’Economia, è cresciuto di 130.400 unità solo nel secondo trimestre del 2018, con un trend in aumento del 2.7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Per la Cgil Monza e Brianza ce n’è abbastanza per contestare nel metodo e nel merito la nuova flat tax.

“Rappresenta una sicura diminuzione delle entrate fiscali, quindi meno soldi per i servizi pubblici e per le istituzioni pubbliche, come scuola, sanità e giustizia, e più soldi nelle tasche dei ceti sociali medio alti – afferma Lino Ceccarelli, Responsabile dell’Area Giovani e Lavoro della Cgil di Monza e Brianza e di Nidil (Nuove identità lavoro), proprio la categoria Cgil che si occupa di precari, quindi anche di collaboratori e partite Iva – il settore delle partite Iva è inquinato da evasori e elusori che danneggiano la reputazione delle lavoratrici e dei lavoratori effettivamente autonomi, che invece non vengono aiutati nell’accesso ai diritti elementari. Ci sarà un risparmio sulle tasse, che però non andrà a chi le tasse le paga, cioè ai dipendenti e ai datori di lavoro onesti – continua – insomma un Robin Hood che dà ai ricchi, togliendo ai poveri”.

A preoccupare il sindacato di via Premuda è anche l’esistenza delle false partite Iva. “I nostri servizi, in particolare l’Ufficio Vertenze, il Caaf  e soprattutto NidiL spesso incontrano lavoratrici e lavoratori di fatto dipendenti, ma con i quali il datore di lavoro ha preteso di instaurare un rapporto “libero professionale” spiega Ceccarelli. E gli esempi tratti dalla pratica quotidiana non mancano.

“Me ne vengono in mente due in particolare: quello di un grande studio professionale milanese con circa quaranta dipendenti, ma tutti assunti con contratto di collaborazione a partita Iva, in modo che i datori di lavoro abbiano un notevole risparmio fiscale e contributivo e i dipendenti siano danneggiati pesantemente anche dal punto di vista dello stipendio e del riconoscimento di diritti fondamentali come ferie, maternità, formazione, malattia, infortunio – racconta il Responsabile Nidil Cgil Monza e Brianza – l’altro esempio è quello di decine di badanti che vengono sfruttate a 900 euro al mese, per 22 ore di lavoro al giorno, da società cooperative senza scrupoli, che fanno firmare loro “finti contratti” con i quali aprono partite Iva a loro insaputa – continua – così le lavoratrici ignorano di non essere in regola, finché all’indirizzo della loro residenza arrivano cartelle esattoriali salatissime perché, ovviamente, hanno evaso senza saperlo tasse e contributi”.

Soprattutto per tutelare queste categorie di persone, la Cgil parla da tempo di Carta dei Diritti Universali del Lavoro. “Abbiamo raccolto tre milioni di firme per una proposta depositata in Parlamento che chiede di estendere e aggiornare lo Statuto dei Lavoratori per dare risposte e tutele a tutti, riportando i diritti in capo alle persone che lavorano, indipendentemente dal settore, dalla tipologia contrattuale, dall’essere autonomi, subordinati o atipici – afferma Ceccarelli – in questo senso non demonizziamo le partite Iva, anzi per noi sono lavoratori come gli altri e la Cgil di Monza e Brianza, in particolare, è stata pioniere nel sostegno al lavoro autonomo e nella gestione di decine di partite Iva”.

L’importanza dei temi in gioco intorno alla flat tax meritano ben più di un dibattito forse ancora troppo da campagna elettorale perenne. In ballo ci sono le persone, la loro dignità di lavoratori e la loro qualità di vita. “Alle partite Iva, vere o false che siano – chiosa Ceccarelli – ricordiamo che gli sportelli della Cgil sono aperti anche per loro, in decine di sedi sindacali della nostra provincia”.