Monza Marathon Team, Italo Gibin: l’ “ultramaratoneta” 16esimo nel Sahara

18 ottobre 2018 | 08:22
Share0
Monza Marathon Team, Italo Gibin: l’ “ultramaratoneta” 16esimo nel Sahara

Italo Gibin, 54 anni, di grinta e forza di volontà ne ha da vendere. Alla sua seconda esperienza nel deserto, Italo si è classificato 16esimo su 60 alla maratona del Sahara.

Italo Gibin, 54 anni, di grinta e forza di volontà ne ha da vendere. Alla sua seconda esperienza nel deserto, Italo si è classificato 16esimo su 60 alla maratona del Sahara. 100 km di puro sforzo fisico e tempra, che l’atleta del Monza Marathon Team ha compiuto per ritrovare se stesso.

Una esperienza sportiva indimenticabile, contrassegnata da un ricco bagaglio emotivo. L’avventura ce la racconta il protagonista. “La prima volta che ho partecipato alla maratona nel deserto è stata nel 2014 in Tunisia. Rimasi stregato da quella esperienza tanto da spronarmi a partecipare anche a questa edizione”.

100 km sono una bella distanza da compiere, soprattutto se pensiamo al deserto, un ambiente ostico.
“La formula è stata dura – spiega Italo – La maratona si è svolta in due giorni e una notte: 8 km in notturna, 50 km con partenza alle 7 del mattino, e gli ultimi 42 km corsi il sabato. Si correva con 35 gradi”.

Qualche inconveniente?
“Il secondo giorno abbiamo fatto i conti con un temporale, in un ambiente come quello del deserto si fa fatica anche solo a ripararsi. Il 70% del percorso era composto da dune dove si sprofondava letteralmente”.

Come definiresti la tua esperienza?
“Mi piace far riferimento alla canzone “The Sound of Silence” di Simon & Garfunkel. Sei solo con i tuoi pensieri: è una circostanza decisamente introspettiva”.

Unico atleta a gareggiare per il Monza Marathon Team, c’erano altri atleti italiani?
“Il 90% erano italiani, il resto si divideva tra tedeschi, svizzeri e inglesi”.

Ma facciamo un passo indietro: come è cominciato tutto? Da dove nasce la tua passione? “Nella vita sono un impiegato tecnico e lavoro in ufficio. Il mio approccio alla disciplina risale a 10 anni fa. Sento il bisogno di vivere gli spazi aperti, e la corsa per me è una valvola di sfogo gratificante che mi porta a conoscere tante persone nuove”.

Per partecipare a una maratona si dovranno compiere tanti sacrifici: fai tante rinunce? Come definiresti il tuo stile di vita?
“In realtà conduco una vita sana ed equilibrata ma senza troppe restrizioni. Mi alleno 2 o 3 volte a settimana. Erano quasi due anni che non partecipavo ad una gara con il pettorale”.

Il tuo obiettivo sportivo?
“Nel deserto volevo dimostrare a me stesso che ce la potevo fare, ero desideroso di nuovi stimoli”.

Cosa consiglieresti a chi si approccia al tuo sport?
“Sicuramente di partire compiendo esperienze abbordabili, ma soprattutto di prepararsi a ricevere emozioni davvero appaganti. Fondamentale è un buon allenamento. Si procede per step: passo dopo passo si diventa sempre più consapevoli di se stessi. E’ fondamentale trovare il giusto equilibrio”.

Prossimi appuntamenti sportivi del Monza Marathon Team? Dopo la sabbia del deserto gli atleti biancorossi torneranno sull’asfalto di New York, Valencia, Firenze e Reggio Emilia. A novembre il gruppo dell’Off-Road parteciperà alla “Valtellina Wine Trail”, una gara spettacolare fra i terrazzamenti dei vigneti della Valtellina.