“La Sirenetta” al Binario 7. Una storia d’amore per parlare di omofobia

Il 19 ottobre al Teatro Binario 7 la compagnia Eco di Fondo ha messo in scena una rilettura della celebra fiaba della sirena che rinuncia alla sua coda per amore come metafora del tema dell’identità sessuale
Una sirena in un mondo di persone con le gambe. Nella fiaba di Andersen la sirenetta rinuncia alla sua coda e alla sua voce per amore. Nella realtà molti adolescenti rinunciano a seguire il proprio orientamento sessuale per non deludere un mondo, famiglia compresa, che li vuole “normali”.
Questo il tema dello spettacolo “La Sirenetta” sviluppato dalla compagnia Eco di Fondo al teatro Binario 7 di Monza il 19 ottobre.
Gli attori Riccardo Buffonini, Giacomo Ferraù, Libero Stelluti e Giulia Viana sono partiti dalle lettere di ragazzi adolescenti che si sono tolti la vita perché non si sentivano accettati per la propria sessualità, per rileggere “La Sirenetta” come metafora del tema dell’identità sessuale.
Così la coda della sirena diventa il simbolo della diversità che la caratterizza dagli altri ragazzi.
Il protagonista dello spettacolo è un adolescente omosessuale che fin da quando nasce ha una coda di pesce al posto delle gambe. Bullizzato dai suoi compagni di scuola, che lo chiamano “Mostro, pesce puzzolente, Sirena”, il bambino cresce sentendosi un escluso, e avendo come unici amici le sue bambole Barbie e Ken.
Nel periodo dell’adolescenza, anche Ken si scopre gay, innamorandosi di un orsetto di peluche.
Barbie, il simbolo della bellezza e della perfezione per tutti i bambini del mondo, è invece spaventata da questi comportamenti, esprimendo apertamente la sua omofobia.
Durante un’assemblea indetta con le altre Barbie spicca la voce di Barbie religiosa: “Un giorno Dio creò Barbie e il suo meraviglioso, pluriaccessoriato e glitterato mondo. E poi vedendo che era ancora sola, solo e soltanto allora dalla sua cellula di plastica venne creato un Ken a sua immagine e somiglianza. Se Ken persevererà in questi suoi atteggiamenti lussuriosi lo attenderanno solo le fiamme del reciclaggio. Si pentirà di essere uscito dalla scatola.”
Ed è così che tra le risate del pubblico la compagnia Eco di Fondo riesce a parlare con leggerezza ed ironia di un tema molto delicato. “Nella drammaticità di quello che raccontiamo cerchiamo dei momenti che possano far sorridere il pubblico, per far sì che si possa arrivare in maniera ancora più forte al messaggio che si vuole portare – commenta Libero Stelluti, l’attore che interpreta il ruolo di Ken – così ci siamo serviti delle giocosità di Barbie e Ken, icone mondiali, per parlare di una società di oggi con termini giocattolosi.”
“Mai come in questo momento, ci sembra doveroso interrogarci su un tema che spinge l’opinione pubblica a confrontarsi e scontrarsi su domande delicatissime come “cos’è la famiglia oggi?”, la parità dei diritti, la possibilità di prevenire il bullismo per discriminazione sessuale nelle scuole. – si legge nelle note di regia dello spettacolo – Tutto questo in un paese, l’Italia, che non dispone di leggi contro l’omofobia, ma paradossalmente rientra tra i paesi europei in cui si registra il maggior tasso di suicidi tra minori legati a cause di bullismo e discriminazione.”
Articolo di Beatrice Massaro