Previdenza complementare, Cgil MB: “Ricreare fiducia nel sistema”

Nel “Mese dell’Educazione Finanziaria” il sindacato di via Premuda accende i riflettori sull’importanza sociale ed economica di un tema poco conosciuto, soprattutto dalle giovani generazioni.
Siete giovani, magari avete cominciato a lavorare da poco. E il dibattito sulle pensioni, con tanto di quota 100 voluta dall’attuale governo Lega-Movimento 5 Stelle, proprio non vi appassiona. Atteggiamento comprensibile, ma poco lungimirante. E vi conviene sfruttare i prossimi giorni di Ottobre, che è il “Mese dell’Educazione Finanziaria”, per cominciare a capire quanto le scelte che fate ora potranno influire sul vostro futuro e sulle condizioni della vostra vecchiaia. L’aumento dell’aspettativa di vita a tutte le età ed il declino del tasso di fertilità, infatti, continueranno nei prossimi anni ad incidere fortemente, anche in Italia, sul progressivo invecchiamento della popolazione.
Se a questo aggiungiamo un rallentamento della crescita economica, le conseguenze sul nostro sistema pensionistico, pubblico e obbligatorio, saranno sempre più profonde ed inevitabili. Per questo ai cambiamenti già in atto, cominciati a partire dagli anni ’90 con un modello pensionistico unitario fondato su tre pilastri, il primo pilastro di carattere generalmente pubblico, il secondo di natura contrattuale e collettiva, il terzo individuale, probabilmente ne seguiranno altri.
Perché sarà sempre più difficile mettere insieme in maniera equa il calo della popolazione lavorativa attiva e prestazioni pensionistiche dignitose. Ed allora diventa importante, sin da giovani, valutare un tema come la previdenza complementare (clicca qui), cioè la possibilità di accantonare regolarmente una parte dei propri risparmi durante la vita lavorativa per ottenere una pensione che si possa aggiungere a quella corrisposta dalla previdenza obbligatoria.
Un’opportunità da prendere sempre più in considerazione. Anche alla luce di un mercato del lavoro caratterizzato da carriere professionali discontinue e bassi redditi, di cui sono vittima soprattutto le giovani generazioni. Un’opportunità, però, spesso non conosciuta a fondo in tutti i suoi aspetti (Guida previdenza complementare). A partire dalle diverse forme di previdenza complementare: Fondi pensione negoziali, Fondi pensione aperti, Piani individuali pensionistici di tipo assicurativo (Pip), Fondi pensioni preesistenti. Per questo la Cgil Monza e Brianza, proprio nel “Mese dell’Educazione Finanziaria” prova ad accendere i riflettori su questa tematica.
“Il rischio politico di reiterate e peggiorative riforme della previdenza ha nel tempo deteriorato la fiducia di lavoratori, aziende e cittadini rispetto a tali tematiche, compromettendo di fatto qualsiasi pianificazione personale per garantire a sé e ai propri cari una vita dignitosa e una vecchiaia serena – afferma Davide Cappelletti, Direttore Provinciale del Patronato Inca Cgil Monza e Brianza – la vicenda degli esodati è emblematica perché evidenzia che le policies adottate in tema di previdenza sociale provocano socialmente un profondo disagio psicologico che, compromettendo anche il benessere economico, tende a disincentivare i cittadini e i lavoratori dall’essere previdenti. La finanza comportamentale studia peraltro queste dinamiche con maggiore dettaglio”.
Scegliere la previdenza complementare significa anche beneficiare di una tassazione favorevole stabilita dallo Stato italiano. Si può, ad esempio, dedurre dal reddito i contributi versati fino al limite di 5.164, 57 euro all’anno. Inoltre i rendimenti realizzati dalla forma pensionistica complementare sono tassati fino ad un massimo del 20% e non il 26% come altre forme di risparmio finanziario. Tassazioni agevolate sono previste anche per il pagamento della pensione complementare o del capitale, anticipazioni legate a spese sanitarie e riscatti.
Nonostante tutto questo, l’incertezza dell’attuale situazione economica e politica, aggravata dagli allarmi sul calo della crescita, dall’impennata dello spread e dai richiami dell’Unione Europea sul deficit, rende più difficile pensare con lucidità al proprio futuro. Un’indecisione che i giovani, in particolare, potrebbero pagare cara quando saranno più in là con gli anni. L’augurio della Cgil Monza e Brianza, allora, è che presto si giunga ad una svolta significativa. “Ripartirei dalla Costituzione e dai diritti previdenziali in esso contenuti per creare fiducia in un sistema
previdenziale pubblico e complementare – afferma Cappelletti – essendo un tema non più trascurabile, a mio avviso, solo un Testo Unico della previdenza pubblica e complementare può migliorare socialmente ed economicamente la vita lavorativa e la quiescenza degli italiani”.