Seregno, bagarre in consiglio comunale. “Mariani fascista”, poi le scuse

11 ottobre 2018 | 10:38
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Seregno, bagarre in consiglio comunale. “Mariani fascista”, poi le scuse

Brutto episodio tra due consiglieri: volano parole grosse in aula e il consiglio comunale viene sospeso

Che i consigli comunali di Seregno, dall’insediamento della nuova squadra di governo, siano sempre stati molto accesi non è un mistero. Questa volta però, si è andato oltre, è si è quasi sfiorata la rissa quando il consigliere di maggioranza, Davide Ripamonti, ha dato del fascista al collega Tiziano Mariani dopo un suo commento sul compenso – secondo lui ingiusto – percepito dal sindaco Alberto Rossi.

In consiglio volano parole grosse, la seduta viene sospesa

In aula si stava dibattendo sulla variazione di bilancio per l’inserimento in organico di un nuovo dirigente. Ma è stato un commento di Tiziano Mariani (NoixSeregno) a far infuriare Davide Ripamonti (PD) che, fuori microfono, ha accusato il collega prima di essere un fascista e poi lassista. “Seregno ha avuto grandi sindaci ma non prendevano 60mila euro. E’ facile gestire le cose con 60mila euro”, questa l’affermazione dell’ex candidato sindaco Mariani che ha acceso la miccia scatenando una brutta lite tra i due che ha costretto il Presidente del Consiglio, Pietro Amati,  a sospendere la seduta per calmare gli animi: “è una cosa gravissima quello che mi è stata detta – commenta poi Tiziano Mariani – dare a me del fascista. Il consigliere Ripamonti non conosce nemmeno la mia storia! Mio padre è stato partigiano”.

Le scuse

Dopo una breve pausa in cui i due protagonisti del diverbio si sono confrontati, alla presenza del Presidente e dei Capigruppo, il consiglio comunale è ripreso partendo proprio dalle scuse di Davide Ripamonti: “spero che Tiziano Mariani voglia accogliere le mie scuse, la mia  è stata un’affermazione fuori luogo – dice – che non appartiene alla sua storia e alla storia della sua famiglia”. Scusa che vengono accettate da Mariani ma, dice, “mi rimane l’amaro in bocca. Sono fermamente convinto che certe cose non possano avvenire durante un consiglio comunale cittadino – conclude – posso capire che alcune dichiarazioni possano dar fastidio, ma il mio discorso sul compenso del sindaco, se mi fosse stata data la possibilità di concludere ciò che volevo dire, era inteso a far capire che il mondo è cambiato e come sta cambiando la gestione dell’amministrazione pubblica”. Alle scuse pubbliche del consigliere del Partito Democratico, poi, sono arrivate anche quelle di altri colleghi e del sindaco Alberto Rossi che chiude definitivamente la questione dicendo: “Sono davvero molto dispiaciuto per questo brutto episodio e spero che questo possa essere, per tutti noi, un’occasione di crescita e un monito per ricordarsi sempre di rispettare la legittima diversità di opinioni”.