Varedo e l’area Snia? Sopralluogo del prefetto assieme alle autorità cittadine

23 ottobre 2018 | 16:22
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Varedo e l’area Snia? Sopralluogo del prefetto assieme alle autorità cittadine

L’area Snia di Varedo è sempre più un problema che affligge Varedo e i paesi confinanti. La giunta Vergani ha invitato il prefetto di Monza a fare un sopraluogo, ma il problema da risolvere è prima di tutto lo sbroglio fallimentare

Questione annosa e complicata, quella della ex area Snia. E se all’esterno, almeno dalle entrate principali, appare la scritta “vietato l’ingresso”, il divieto, di fatto, non viene rispettato e l’intera zona è una discarica a cielo aperto, in tutti i sensi.

Un vero e proprio covo di criminalità all’interno di una piazza dove la domanda incontra l’offerta, quella dei tossici ai loro fornitori. Ma è anche un problema sociale, legato alla vera e propria popolazione, che in Snia ci vive. Anche da molti anni, in modo abusivo e in condizioni precarie. “La più grande area dismessa d’Europa all’interno di un centro abitato”, asserisce il capo gruppo del PD Stefano Zini, che pone l’accento sull’assoluta necessità di fare qualcosa.

E di fare qualcosa si è parlato e quando le parole non bastano, non più per lo meno, allora si passa ai fatti. È successo ieri, a Varedo, lunedì 22 ottobre intorno alle 15.

IL FATTO

L’amministrazione Vergani ha organizzato un vero e proprio tour guidato all’interno della zona dismessa. A presenziare, su invito dell’amministrazione, assieme al primo cittadino Filippo Vergani, al vice sindaco Fabrizio Figini e all’assessore ai Servizi sociali Matteo Figini, il prefetto di Monza Giovanna Vilasi. Lei, il prefetto, è stata accompagnata da un’ensemble composta dai tecnici di Regione Lombardia, tra cui l’assessore regionale al Territorio e Protezione civile Pietro Foroni e il presidente della Commissione Ambiente e Protezione civile, il consigliere regionale Riccardo Pase.

Presenti, all’appello, anche i consiglieri regionali Andrea Monti e Alessandro Corbetta. Il gruppo, scortato dalla polizia di Stato, dalla locale, dai carabinieri del nucleo di Varedo e dalla guardia di finanza, è stato seguito anche dalla protezione civile, dall’Arpa e dalla ATS.

Il prefetto Giovanna Vilasi assieme al primo cittadino Vergani e al vice sindaco Figini

Un vero e proprio manipolo di autorità che ha voluto fare il punto della situazione. Del resto, l’intera area, rappresenta una vera e propria croce bisognosa di un immediato percorso di messa in sicurezza che, a quanto pare, sarà seguito da vicino da Regione.

“L’area è sotto sequestro – asserisce la Vilasi – e una volta che sarà dissequestrata, cercheremo di capire il da farsi”. Ma il prefetto è chiaro, non lascia niente di intentato. “Per quanto riguarda la riqualifica – sottolinea – non è una cosa che dipende da me, ma sarà il Comune a dover operare”.

Cronaca nera, quella che interessa la Snia. Dal senza tetto trovato morto all’interno dell’area, ai quattro quintali di pattumiera ritrovati sul finire dell’estate. Per non parlare poi della maxi operazione durante la quale è stato arrestato uno spacciatore in possesso di 270 grammi di marijuana.

ISTRUZIONI PER L’USO, COME PROCEDERE?

Scopo dell’incontro, è stato quello di porre il piede sull’acceleratore proprio in merito alla volontà di occuparsi di ambiente e salute. Il prefetto d’altro canto ha posto l’accento proprio sulla situazione ambientale e sui rifiuti, già sequestrati dalla procura di Como e per i quali c’è una indagine in corso. L’amministrazione Comunale, per tanto, chiederà i tempi di dissequestro dei rifiuti al fine di richiedere all’operatore privato la pulizia dell’area.


Dopo la “visita guidata”, le autorità si sono recate a palazzo comunale dove, come asserisce Vergani “è stato composto un tavolo di lavoro, all’interno del quale – sostiene – è stato stabilito che ognuno farà la sua parte per risolvere la situazione”.

È quindi prima di tutto una questione di sicurezza. “I tempi – vuole precisare Vergani – non saranno brevi, poiché il lavoro da fare è molto e richiede il suo tempo”. Ma intanto qualcosa si muove o per lo meno a muoversi ci prova. “Assieme al prefetto – chiosa il primo cittadino – abbiamo ottenuto la garanzia che Ferrovie alzerà il muro lungo tutto il perimetro dei binari fino a raggiungere un’altezza non scavalcabile da parte degli abusivi“.

E mentre Vergani ringrazia, ci tiene, “tutte le forze dell’ordine che regolarmente lavorano dentro e fuori l’area”, alzare il muro della stazione ferroviaria, va detto, è un modo per bloccare uno degli accessi all’area. Un primo passo, forse, per poi procedere al secondo.

E nel frattempo, sul recupero dell’ex Snia diVaredo, interviene anche il gruppo regionale del Pd, che ha depositato una mozione in cui impegna la Giunta a intervenire per una valorizzazione delle aree e a ipotizzare nuovi progetti di investimento capaci di trasformare l’attuale situazione di degrado, in un sito di valore per l’intero sistema lombardo. “Trasformiamo l’area in un centro produttivo e di ricerca”, tuona Ponti dal PD.

“Il progetto – chiarisce il capogruppo Stefano Zini – nasce da un nostro sollecito affinché il tavolo della regia possa passare a Regione e alle proprietà. Per l’interesse di tutti – chiosa – bisogna sedersi a un tavolo e trovare concrete soluzioni all’interno di quella che si chiama conferenza di servizio”. Per farla breve, quella che Zini cerca, è una soluzione capace di mettere d’accordo pubblico e privato, senza interessi politici. Un’assise, in sostanza, dove si possa palesare un percorso comune, che interessa circa 500 mila metri quadri, in cui, sostiene il consigliere, “il potenziale compratore possa essere incentivato ad acquistare le proprietà rilanciando così l’economia brianzola”.

Ecco, ora è giunto il momento di fare un piccolo passo indietro. Un compratore, in teoria c’è. Si tratta della Predium, una società spagnola che durante lo scorso inverno si è aggiudicata all’asta una porzione di proprietà per un valore di 1,5 milioni. “Per ora – spiega Vergani – ha versato 400 mila euro di caparra, ma ha ulteriormente rinviato la liquidazione. Probabilmente – sostiene – sta cercando degli operatori per giungere ad una soluzione. Ma le novità non finiscono qui. “Un altra piccola area – chiarisce il primo cittadino – verrà messa all’asta durante il mese di dicembre”.

Facciamo chiarezza. Parlare e discutere è sicuramente un punto di partenza. Ma la condicio sine qua non, è che un compratore intervenga sbrogliando la situazione fallimentare in cui versa la Snia. Senza un investitore, tutto rimarrà fermo ed è per questo che Vergani vuole precisare che servirà del tempo. “Stiamo facendo quel che possiamo”, chiosa Vergani.

Ma qui la domanda, un’altra, sorge spontanea. Perché un investitore dovrebbe farlo? Se da una parte Zini sostiene la necessità di creare in modo preventivo un progetto, così da invogliare chi investe a investire, dall’altra parte Vergani sostiene che debba essere l’acquirente a presentare un piano progettuale. “Fatto questo – spiega Vergani – valuteremo la sua proposta in base al PGT vigente e, se in conformità con questo, in modo compatibile alle leggi regionali e provinciali, noi saremo disposti ad apportare eventuali modifiche per venire incontro alle esigenze dell’investitore”.

Insomma, se Vergani dichiara che la Giunta è aperta ad ogni accordo, Stefano Guagnetti e Silvia Teston, membri del M5S, si trovano in disaccordo con il primo cittadino e, al contrario, abbracciano l’ipotesi di Stefano Zini, quella di rendere prima di tutto appetibile l’investimento con un progetto fatto e studiato in modo preventivo. “Tuttavia – chiarisce – questa è solo una fase secondaria. Bisogna prima di tutto risolvere la prima fase, quella dell’emergenza sicurezza e ambiente, scoppiata proprio negli ultimi mesi“. Guagnetti e Teston fanno luce su quanto asserito. “Dopo gli interventi fatti dalle forze dell’ordine a Cesano Maderno, tutto quello che succedeva lì, adesso si è spostato a Varedo. La cittadinanza – chiariscono – percepisce l’emergenza e questa – precisano – è una situazione che va risolta anche con l’aiuto di Regione, proprio come la giunta Vergani sta facendo”. Ma a tal proposito Guagnetti storce il naso. “L’unica cosa che mi sento di criticare – chiarisce – è sul come Vergani abbia bocciato sul nascere ogni possibilità di dialogo con la cittadinanza, tanto da aver rifiutato la proposta di convocare un consiglio comunale aperto e – qui pone l’accento – con l’opposizione, tanto da non averci invitato alla visita in Snia”. Un messaggio chiaro, il suo, che lascia poco spazio all’immaginazione.

Rimangono aperte due altre sezioni, quella dell’area al confine tra Varedo e Paderno Dugnano e quella Nord. In merito al completamento delle bonifiche sull’area dove insisteranno le vasche di laminazione del Seveso, la parte Sud, gli amministratori locali e il prefetto hanno avuto rassicurazioni dai tecnici regionali che i lavori sono a buon punto e, che nei primi mesi del 2019, si potranno avere delle novità.  Nessuno sviluppo, almeno non nell’immediato, pare invece aprirsi nell’area Nord, quella ossia dove è avvenuto lo scarico abusivo.