Caso Grossi, esultano le opposizioni. Il Tribunale: “Hanno detto la verità”

11 ottobre 2018 | 09:49
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Caso Grossi, esultano le opposizioni. Il Tribunale: “Hanno detto la verità”

I Consiglieri Mascia, Biella e Cagliani erano stati querelati per diffamazione dall’ex assessore, che si era anche opposto alla richiesta di archiviazione del PM. Ora l’ordinanza del giudice

«Il Tribunale ci ha dato ragione, abbiamo detto la verità». Esultano i consiglieri di opposizione di Vimercate Mariasole Mascia, Cristina Biella e Alessandro Cagliani all’indomani dell’ordinanza emessa dal Tribunale di Monza in merito alla querelle che li ha visti, negli scorsi mesi, opporsi all’ormai ex assessore al Bilancio Claudio Grossi: il Giudice Cristina Di Censo, infatti, ha disposto in data 8 ottobre l’archiviazione del procedimento voluto da Grossi, che nel luglio del 2017 aveva querelato i tre consiglieri e nel marzo del 2018 si era opposto alla richiesta di archiviazione avanzata dal PM.

IL CASO

Sebbene il tanto contestato assessore abbia rassegnato le dimissioni da quasi due settimane, continua dunque a far parlare di sé. E potrebbe continuare a farlo, perché sembra che Mascia, Biella e Cagliani non abbiano nessuna intenzione di fargliela passare liscia: «Stiamo tirando le fila di quanto successo: valuteremo nei prossimi giorni come comportarci e se intraprendere eventuali azioni legali – ha commentato la capogruppo di FI Cristina Biella – Anche perché lo scherzetto di Grossi a noi è costato parecchio, anche in termini economici».

I tre consiglieri non hanno mancato di avanzare dubbi anche sulle motivazioni ufficiali date dall’Amministrazione per le recenti dimissioni di Grossi, rassegnate alla fine di settembre. Se il sindaco Francesco Sartini, infatti, ha parlato di impegni professionali e nuovi incarichi prestigiosi, Mascia, Biella e Cagliani sono diffidenti a riguardo. «È una coincidenza strana che le dimissioni siano arrivate il giorno stesso dell’udienza che ha poi portato all’ordinanza del Giudice» ha commentato Alessandro Cagliani, capogruppo di Noi per Vimercate.

Il Primo cittadino e la maggioranza, dal canto loro, continuano come hanno sempre fatto a difendere l’operato di Grossi, atteggiamento che fa andare la situazione ancora più di traverso alle opposizioni: «La questione non è solo giudiziaria, ma ha avuto nel tempo una grossa copertura politica da parte della Giunta grillina di Vimercate – ha chiosato Cagliani – Sindaco, Giunta e opposizione hanno sempre difeso Grossi e mai sono arrivate parole di appoggio o atteggiamenti di sensibilità nei nostri confronti: ecco perché stiamo seriamente valutando se agire per via legale».

A dare man forte al possibile proseguimento giudiziario della questione, il fatto che l’ordinanza del giudice Di Censo non solo ha archiviato il procedimento ma è anche entrata nel merito delle questioni che avevano portato Grossi alle querele. Due gli argomenti sul piatto che i consiglieri di opposizione querelati avevano portato all’attenzione mediatica e che l’ordinanza così riassume: “l’iniziativa assunta da Grossi per l’affidamento a una società esterna di sua fiducia del servizio di prevenzione della corruzione e della trasparenza, poi stoppata dall’ANAC”, e le “dimissioni dell’assessore dal suo precedente posto di lavoro, con aggravio economico per il Comune, a quel punto tenuto a corrispondergli lo stipendio integrale”.

Nei rispettivi casi, si legge nel testo dell’ordinanza, “la consigliera Mascia aveva stigmatizzato la condotta dell’assessore, come tentativo i bypassare le norme, onde affidare il servizio in questione a un soggetto con cui intrattiene relazioni”, mentre “i consiglieri Biella e Cagliani hanno criticato la scelta di Grossi di rassegnare le dimissioni dalla società Mark up Consulting di Monza, di sua proprietà per il 97,5 per cento, per effetto della quale, diversamente da quanto sostenuto dal sindaco in campagna elettorale, è salito a tre il numero degli eletti a stipendio pieno erogato dal Comune”.

L’ORDINANZA: “HANNO DETTO IL VERO”

A rendere più che contenti i consiglieri, una serie di passaggi dell’ordinanza che danno loro ragione. Il primo quello in cui il giudice dichiara “Le notizie veicolate dagli indagati rispondono, nel nucleo essenziale di entrambe a verità”. Poiché esse erano state riportate a mezzo stampa, Grossi aveva querelato i tre per diffamazione, ma il giudice afferma che le notizie riportate dai giornali sono “rispondenti al vero” e anche “di pubblica rilevanza”, che “le dichiarazioni virgolettate dell’articolo, che esprimono il pensiero politico degli indagati, soddisfano il limite della continenza espositiva”, e che “non è dato cogliere nelle dichiarazioni in contestazione alcuna connotazione obiettivamente infamante, neppure può prescindersi nella presente valutazione dal peculiare contesto politico, in cui l’esercizio del diritto di manifestazione del pensiero e di cronaca si collocano”.

I QUERELATI: “VALUTEREMO AZIONI LEGALI”

«Se l’ordinanza ha stabilito che abbiamo detto il vero, vuol dire che qualcuno ha travisato i fatti e detto il falso – ha concluso Biella – per questo stiamo valutando come agire. La maggioranza ha sempre difeso Grossi, decretando la nostra colpevolezza prima ancora che il giudice si esprimesse e chiedendo le nostre dimissioni: hanno tentato di intimorirci, ma noi non abbiamo nessuno intenzione di lasciarglielo fare».

Per Mascia questa non solo è una vittoria dell’oposizione, ma è anche «un passo ulteriore verso la perdita di credibilità di questa Amministrazione»: «L’ordinanza ridà voce all’opposizione, perché di fatto, dicendo che abbiamo sempre sostenuto il vero, stabilisce che abbiamo fatto bene il nostro lavoro di controllo. Ora, vorrei proprio sapere cosa ne pensano i grillini dell’operato poco chiaro di questo assessore. Ma soprattutto, mi domando perché si sia dimesso»

«Questa maggioranza dice menzogne in modo sistematico – ha concluso Cagliani – Ripetono sistematicamente falistà e si sostengono gli uni con gli altri. Da questa vicenda abbiamo avuto un danno politico ed economico, per questo il pensiero di proseguire legalmente c’è»

Ora, è prevedibile che la questione terrà banco durante il prossimo Consiglio Comunale, anche se Grossi, che si è dimesso, non ci sarà. Poi i consiglieri decideranno se agire con una contro-querela o con la richiesta di risarcimento danni. «Mi aspetto le scuse ufficiali del sindaco – ha concluso Cagliani – e la solidarietà da parte della maggioranza. Ma so che non arriveranno…»