Asta della villa di Bramini controversa. Lui si appella a Di Maio e Salvini

27 novembre 2018 | 17:14
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Asta della villa di Bramini controversa. Lui si appella a Di Maio e Salvini

Non molla l’imprenditore fallito per crediti con le Ato, ora teme sfratto uffici

Controversa la vicenda della vendita all’asta della casa di Sergio Bramini, imprenditore monzese fallito con 4 milioni di euro di credito con le Ato, che giovedì scorso era andata deserta. Lunedì sera, a quanto emerso, Bramini avrebbe ricevuto una comunicazione nella quale si annuncia l’assegnazione dell’ immobile ad un imprenditore cinese residente in Brianza.

Questi, appreso che la dimora per cui ha fatto l’offerta versando una caparra di 50 mila euro, ci starebbe però ripensando. “Non capisco come sia possibile, l’asta è andata deserta, c’ero io e almeno altri dieci testimoni quando il giudice ha battuto il martello, e ora questa comunicazione”. Sono le parole amareggiate di Sergio Bramini che, però, seppur affranto e preoccupato, non si rassegna. “I miei avvocati si stanno interessando alla vicenda, vorremmo capire quando l’offerta è arrivata e quando la fantomatica busta sia stata aperta”, ha continuato, “inoltre noi avevamo presentato l’intero importo dovuto per riprendere casa mia cinque giorni prima, il comitato dei creditori ha dato assenso positivo, il curatore non ha risposto se non dicendo che ci avrebbe contattato non prima delle 12.30 del giorno dell’asta, fissata per le 12, questo è accanimento”.

Per Bramini poi, la vicenda sembra non finire mai: “mi hanno notificato lo sfratto anche dagli uffici, sgombereranno con la forza anche quelli”. L’imprenditore continua: “Probabilmente perderò la casa, ma almeno non verrà venduta per 300mila euro, a meno che questo imprenditore cinese davvero non si ritiri, ma dovrà riavere 50 mila euro che ha versato”. Bramini ha anche detto di aver chiesto un  incontro sia a “Bonafede che ai vicepremier Di Maio e Salvini”. Anche perchè proprio i due, quando era scoppiato il caso questa estate aveva avuto la visita di entrambi a dimostrazione di quanto avessero sposato la sua causa.