Sindacati uniti contro la legge di bilancio. Il grido dei lavoratori

Manovra economica, quella del Governo giallo-verde, che ha riscosso una certa impopolarità.
Manovra economica, quella del Governo giallo-verde, che ha riscosso una certa impopolarità. Ora è il turno di Cgil Cisl e Uil della Brianza, che assieme hanno organizzato un attivo unitario per esaminare le manovre di governo proponendo alternative. “La manovra economica del Governo – dichiarano i sindacati – pur rappresentando una prima inversione di tendenza, mostra elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese capace di rilanciare sviluppo sostenibile e lavoro“.
Ci sono lacune gravi e vistose, da parte del Governo, secondo il parere dei sindacati. Ma quando il sipario si alza, dal palcoscenico risuona una voce.“Non critichiamo, ma avanziamo proposte“. Questo quanto emerso dall’attivo unitario indetta da Cgil Cisl e Uil. Una sorta di tavola rotonda che si è tenuta a Monza, mercoledì 14 novembre, al teatro Binario 7 in via Turati 6. Presenti Angela Mondellini, segretaria Cgil Monza e Brianza. Rita Pavan, segretaria generale Cisl Monza Brianza e Lecco, Abele Parente segretario Uil Monza e Brianza e Ivana Veronese, segretaria nazionale Uil.

da sinistra a destra: Angela Mondellini, Rita Pavan, Ivana Veronese e Abele Parente
Un teatro gremito soprattutto dagli RSU di tutte le aziende del territorio. “Oggi – spiega Rita Pavan, segretaria generale di Cisl – discutiamo di un tema molto importante. Quello della legge di bilancio presentata senza nessun confronto con gli enti sindacali e che ci sentiamo di criticare perché presenta diverse criticità”. Insomma, tutti contro uno, il governo. E uno contro tutti. Comunque la si metta, la critica persiste. L‘obiettivo, quello concreto, è stato di esternare i punti critici del Defe presentare un valido programma basato sulle priorità.
DI COSA SI TRATTA? ISTRUZIONI PER L’USO
Quello del Governo, da quanto è emerso, è per l’attivo unitario un punto di partenza, ma che è carente su molti punti. Soprattutto quelli da definire nel futuro come la Quota 100 e il reddito di cittadinanza. Tutte manovre, a onor del vero, che sono slittate, senza data certa, nel 2019. Ed è la segretaria generale di Cgil Monza Angela Mondellini che, a questo punto, presenta la relazione introduttiva. “Questo – asserisce la Mondellini – è per noi un punto di partenza. Certo, non facile perché il paese sta vivendo una fase di disorientamento, ma è proprio per questo motivo – chiosa – che siamo qui per lanciare un dibattito di confronto”.
E di dibattito si tratta. Il documento proposto da Cgil Cisl e Uil presenta le proposte, che i sindacati vogliono presentare alla prossima legge di bilancio, attraverso cui correggere la rotta e proporre misure destinate a rendere più equo e certo il futuro del paese. Del resto, sostengono i sindacati, “l’utilizzo degli oltre 22 miliardi di spesa previsti in deficit dalla manovra, deve essere finalizzato a nuove politiche, con un focus su giovani e donne, che sappiano mettere al centro il lavoro e la sua qualità sviluppando ricerca e formazione e che, soprattutto, siano in grado di contrastare l’esclusione sociale e la povertà”. Secondo l’attivo unitario, invece, la manovra traccia un percorso diverso. Mancherebbero le risorse per gli investimenti poiché si privilegia la spesa corrente e si preannunciano ulteriori tagli. In aggiunta, sempre secondo i sindacati, non sono state sviluppate vere e proprie politiche di sviluppo del lavoro, ma mere manovre di assistenzialismo.
Sul fattore previdenza, invece, i sindacati, contro le legge Fornero, dichiarano positiva l’apertura di un confronto su “quota 100”, ma criticano il fatto che manchi qualsiasi riferimento alla pensione di garanzia per i giovani. Sul versante fiscale, poi, i sindacati usano un tono perentorio, che per l’appunto non ammette dilazioni. “I provvedimenti annunciati – tuonano – sono iniqui e sbagliati in quanto scelgono di introdurre un nuovo condono che premia gli evasori e non riduce il cune fiscale per i lavoratori e i pensionati”.
Questi i punti fondamentali toccati durante la tavola rotonda. Tavola che si e poi aperta ad un confronto diretto con i rappresentati sindacali di diverse aziende territoriali.
LE TESTIMONIANZE

Elisabetta Bosisio porta la sua testimonianza
A salire sul palco, è una lavoratrice. Elisabetta Bosisio. “Siamo sicuri che la manovra di Governo sia davvero utile”? Lo domanda in modo ironico e sarcastica risponde. “Non ne sono per niente sicura”. E allora riflette sulla flat tax, che premia chi ha di più a discapito di chi ha di meno. Ma anche sulla pace fiscale, che favorisce gli evasori e sul reddito di cittadinanza.
Pensieri, quelli di Elisabetta, che trovano il pieno consenso della Mondellini. “Bisogna garantire una maggior stabilità – sostiene – e favorire le classi medio basse, che sono più propense al consumo“.
E per quanto riguarda la questione “quota 100”, si è sottolineato quanto sia di assoluta priorità garantire nuovi posti di lavoro. “Che la facciano in modo chiaro – tuonano i sindacati – perché se un giovane si stabilizza solo a 35 anni, andrà comunque in pensione a 70 anni”. Ma è il lavoro su cui Elisabetta pone l’accento. Con enfasi. Con voce forte e convinta. “Senza lavoro – sottolinea – si perdono troppe cose, tra cui la dignità”.
L’accento è stato poi posto sulla scuola. Tema importante, questo, toccato proprio da un’insegnante. A fronte dei tagli e degli scarsi investimenti, Daniela Mundo perentoria sostiene che “la scuola è un bene che riguarda l’intero mondo del lavoro” e che in tal senso manchi un concreto impegno per svilupparla.
Insomma, uno scenario, quello dipinto, di ansie e di timori. Un presente di lacune, per un futuro incerto. E mentre si traccia la speranza di non dare un futuro fatto di macerie alle prossime generazioni, Ivana Veronesi, segretaria nazionale di Uil, compie le conclusioni.
“Italia ed Europa – dice – sembrava fossero usciti da quella crisi che ci ha resi più poveri e meno innovativi. Sempre più giovani scappano dal paese o si arrendono. Ora è giunto il momento di dare una scossa al paese. Una scossa – ribadisce – per riaffermare il valore della pubblica amministrazione, una scossa per poter far crescere le imprese e una scossa per poter assumere a tempo indeterminato”. Insomma, ci vorrebbe un bel fulmine. Una scossa, per l’appunto, per accendere le luci di una cabina di regia, da cui far ripartire il paese.