Danni cerebrali al neonato: cinque medici a processo a Monza

Il piccolo, che vive in Brianza con la famiglia, avrebbe sofferto mancanza di ossigeno durante il parto.
In carrozzina da quando avrebbe dovuto imparare a camminare, fatica a nutrirsi autonomamente e non comunica. Questa la condizione in cui vive un bimbo di 4 anni che vive con la famiglia in Brianza, affetto da paralisi infantile, per un presunto errore medico.
Per la sua condizione cinque dottori dell’ospedaledi Sesto San Giovanni sono finiti a processo in Tribunale a Monza. Oggi in aula a Monza i genitori del piccolo, che si sono riorganizzati la vita per potergli stare accanto, testimonieranno al processo.
A far partire le indagini sull’operato dei medici è stata proprio la loro denuncia. Tre medici, un ginecologo e un neonatologo sono accusati a vario titolo di “negligenza, imprudenza e imperizia” in sala parto e il “ritardo” del suo trasferimento, avvenuto solo due giorni dopo la nascita, in un reparto di patologia neonatale affinché ricevesse le cure più adeguate.
Secondo l’inchiesta la mancata assistenza corretta avrebbe provocato per il piccolo una privazione di ossigeno per circa venti minuti durante i quali i medici non si sarebbero accorti della sofferenza fetale, mentre la mamma era in travaglio, non disponendo immediatamente un taglio cesareo. La vicenda risale al 2014.
Essendo impegnato a dare un’assistenza continua al suo bambino, così come la madre, il padre del piccolo si è assentato spesso dal lavoro, tanto da finire per essere licenziato. La famiglia, di origini egiziane, chiedono un risarcimento per poter dare al loro bambino, invalido al 100 per cento e con una pensione di 500 euro e un bonus erogato da Regione Lombardia di 1000 euro, le cure necessarie.