Aggressione sul treno, parla il poliziotto eroe: “Ho fatto il mio dovere”

Il racconto di Danilo Bignone all’indomani della vicenda che l’ha visto in prima linea per salvare un pendolare da un violento pestaggio sul regionale Paderno/Robbiate – Milano P.ta Garibaldi
«Rimango con i piedi per terra: ho fatto il mio lavoro, e l’ho fatto quando andava fatto». Queste le parole del poliziotto Danilo Bignone all’indomani della vicenda che l’ha visto in prima linea per salvare un pendolare da un violento pestaggio a bordo del treno regionale Paderno/Robbiate – Milano P.ta Garibaldi nella mattinata di venerdì 30 novembre.
L’hanno definito eroe e l’hanno fatto a ragione, visto che se non fosse stato per il suo intervento, la vicenda avrebbe potuto avere un epilogo ben più grave: al suo arrivo, infatti, sull’uomo stavano inveendo in cinque. Il poliziotto è riuscito a mettere in sicurezza la vittima e a fare in modo che il branco venisse fermato, tre aggressori arrestati e due denunciati.
Per questa ragione, poche ore fa, Bignone si è recato in Questura, dove il vice questore di Monza, Angelo Re, e il questore Marcello Cardona hanno voluto incontrarlo. Il Questore ha infatti annunciato che chiederà per lui una promozione per merito straordinario. «Questa è la polizia che vogliamo, il suo caso sarà un modello per i giovani che vestono la divisa» ha detto il questore.
«È stata una grande emozione – ha commentato Bignone – Per un poliziotto essere ricevuti dal Questore è un grande onore».
Bignone, 40 anni, marito e papà di un bimbo di 3 anni mezzo e di uno in arrivo, è in servizio a Monza da 10 anni. Abita in Brianza e venerdì 30 novembre si trovava sul treno alle 7.40 diretto al lavoro quando è successo tutto. «Il treno era sovraffollato, più del solito – ha raccontato – All’improvviso ho sentito delle urla di aiuto, qualcuno che gridava “lo stanno massacrando”. Sono corso nel vagone, mi sono fatto largo tra la gente, a fatica perché il treno era pienissimo e la gente cercava di allontanarsi dalla scena. Quindi, andando controcorrente, sono giunto dove arrivavano le urla e ho visto un uomo piegato a terra con un occhio insanguinato e un ragazzo che inveiva contro di lui: mi sono subito qualificato, poi l’ho preso di peso e l’ho allontanato. C’erano altre quattro persone che continuavano a urlare contro l’uomo, uno lo faceva in arabo e non capivo il perché di tanta violenza. Per fortuna poco dopo il treno si è fermato alla stazione di Monza. I pendolari sono scesi e io ho fatto lo stesso, mettendo in sicurezza la vittima, tenendo fermi due aggressori e urlando agli altri tre di non muoversi. Nel frattempo avevo allertato il Commissariato e la Polfer, che sono giunti subito e mi hanno aiutato a fermare gli aggressori: i tre liberi, nel frattempo, si erano scaraventati sul malcapitato malmenandolo ancora. Per fortuna siamo riusciti a braccarli: abbiamo chiesto alla vittima chi l’avesse aggredito e lui li ha indicati».
Grazie al coraggio di Bignone, la vicenda è finita relativamente bene. La vittima, che ha riportato la frattura dell’orbita oculare, dovrebbe guarire in 25 giorni. Tre degli aggressori, di età compresa tra i 18 e i 25 anni, sono stati arrestati, due di loro sono brianzoli, mentre gli altri due sono stati denunciati. «Non mi sento un eroe – ha concluso – Sono un poliziotto e lo sono sempre, anche quando non indosso la divisa».