Monza, un giovane su due vive ancora a casa coi genitori

Nel capoluogo brianzolo i ragazzi fra i 18 e i 34 anni che non sono ancora andati a vivere da soli sono il 54,3%.
Monzesi “mammoni”, ma non troppo. Sulla scorta dello studio Eurosat pubblicato ieri, l’ufficio statistica del Comune di Monza ha elaborato un dato ad hoc sulla città di Monza, una percentuale che consente di definire i contorni di un fenomeno che sembra caratterizzare l’Italia da circa 20 anni a questa parte: i giovani che lasciano tardi, sovente anche molto tardi, la casa dei genitori.
Dopo un lieve calo nel 2016, a livello nazionale tornano a crescere i “mammoni” in linea con quanto accaduto dal 2009 in poi: nel nostro paese i giovani tra i 18 e i 34 anni che nel 2017 vivevano a casa con i genitori erano il 66,4% del totale (65,8% nel 2016), dato più alto dopo Croazia, Malta e Grecia, a fronte di una media Ue al 50%. Nel capoluogo brianzolo, invece, i giovani fra i 18 e i 34 anni che non sono ancora andati a vivere da soli, sono il 54,3%, ben sei punti in percentuale in meno della media nazionale. Tuttavia, rispetto al 2013, quando la percentuale era del 52,7%, il dato è in sensibile aumento.
Raffrontato ad alcuni dati europei, quello italiano fa quasi sorridere. Secondo la ricerca, infatti, la percentuale è del 14,9% nel Regno Unito, del 13,5% in Francia e del 17,3% in Germania mentre nei paesi del Nord Europa si resta al di sotto o poco sopra il 10% (Svezia al 6%, Olanda all’11,4%). I città, secondo i dati diffusi dal Comune, quelli che fanno più fatica a lasciare la casa dei genitori sono i maschi (56,6%), mentre le femmine sembrano avere una maggiore propensione all’indipendenza (51,9%).
Fortunatamente, al di sopra dei 34 anni, la percentuale di “mammoni” inizia a diminuire in maniera metta. Fra i 35 e i 40 anni, infatti, la percentuale di maschi che vivono ancora in famiglia è del 13,6%, mentre quella delle donne scende addirittura sotto il dieci per cento: 8,2%.