Quando lo Sport dà nuova speranza, la vita da podio di Attulino

La storia di Claudio Attulino che dopo aver perso una gamba, vive oggi una vita sul podio.
Ci sono i racconti e poi ci sono le storie, quelle vere. C’è chi si arrende e chi invece continua a lottare. C’è Claudio Attulino, che dopo aver perso una gamba, ha deciso di reagire. Lo ha fatto tramite lo sport, da sempre praticato, dimostrando che sì, si può fare. “Ero depresso e non volevo più uscire di casa. Lo sport è tutto per me – racconta Claudio – perché a livello fisico e mentale mi ha aiutato a stare nuovamente in mezzo alle persone”. Una testimonianza, la sua, che vuol essere soprattutto un appello. Sincero. Reale e di una forza dirompente. Un incentivo, meglio dire, rivolto a tutti coloro la cui vita è cambiata nella frazione di pochi secondi.
LA STORIA
Classe 1972. Claudio ha un lavoro. Ha una famiglia. Ha le sue passioni, tra cui la moto e lo sport. Poi all’improvviso tutto cambia. In una frazione di pochi secondi. L’incidente. “Era il 2006 – testimonia Claudio – quando a seguito dell’accaduto i medici hanno dovuto amputarmi la gamba sinistra“. Tutto è cambiato. Claudio, che era un camionista, non ha nemmeno più potuto lavorare.”All’improvviso – testimonia – non volevo uscire di casa né vedere più nessuno a causa della mia situazione”. Il Destino, che beffardo giocatore, ma “essere speciali significa proprio riuscire a far capire che il tuo punto debole diventa quello di cui vai più fiero”. Lo dice e soprattutto lo testimonia Bebe Vio. E di questo si tratta. Di non demordere e rimanere fieri. Di se stessi. Le cose semplicemente accadono e vivere, parafrasando Vasco Rossi, significa anche saper sorridere dei guai.
“Ti trovi a dover svolgere una vita diversa da quella che facevi una settimana prima. Cambia la fisionomia – testimonia Claudio – e l’approccio nel fare le cose, ma con la grinta e la voglia di fare si può fare tutto”. Sì, effettivamente si può fare. In una vita, vivere due vite diverse e riuscire a fare, nonostante il deficit, ciò che prima non si pensava di poter fare.
“Era un momento particolare della mia vita, nel quale ero caduto in depressione – ribadisce Claudio – ma il sostegno di amici mi ha convinto a riprendere lo sport.” Era il 2013 quando Claudio Contatta il CIP, Comitato Italiano Paralimpico, e grazie a ValentinoSatella, suo tutor e suo grande amico, Claudio inizia ad allenarsi. L’ambito è quello della pesistica. “Vedere persone in carrozzina, che con problemi più gravi del mio riuscivano a fare veramente tutto, mi ha fatto capire che la vita non era finita. Da questo momento in poi – precisa Claudio – ho avuto la svolta”. E allenamento dopo allenamento, Claudio inizia a gareggiare. Dal campionato regionale, alla Coppa Italia fino al campionato Italiano. Medaglia dopo medaglia, Claudio scala il podio.
“Alla base di tutto – dice Claudio – ci dev’essere il divertimento e la voglia di rimettersi in gioco“. Cadere per poi rialzarsi. Combattivi. Propositivi. Con una marcia in più. Lo sport come speranza di un nuovo inizio. Quello che ha dato a Claudio la forza di aprire un suo negozio, gestisce oggi a Varedo un attività di calzolaio, e soprattutto il cuore di aprire una scuola assieme a Valentino Satella. La “Wheelchair School” di Vedano Olona, una scuola tramite cui i due amici insegnano ai ragazzi rimasti in carrozzina da poco, ad affrontare il percorso ad ostacoli che è la loro nuova vita.