Seveso, niente bandiera a mezz’asta per Megalizzi: è polemica

Lo denuncia Fumagalli (Pd), dopo il rifiuto di ieri sera di osservare un minuto di silenzio per il giornalista ucciso a Strasburgo: «Il comune non ha aderito all’iniziativa. Oggi il tricolore sventolava normalmente».
Niente bandiera a mezz’asta a Seveso per Antonio Megalizzi, il giornalista rimasto ucciso a Strasburgo durante l’attentato dell’11 dicembre. Secondo Roberto Fumagalli, ex consigliere ed ex segretario del Pd locale, è un comportamento «inqualificabile».
Era stato il governo a dare la disposizione di esporre il tricolore a mezz’asta in segno di lutto per il 20 dicembre, in concomitanza con i funerali di Megalizzi, a Trento. «In questi casi non c’è discrezionalità. Il governo rappresenta tutti noi italiani e il comune di Seveso doveva aderire alle sue decisioni – ha denunciato Fumagalli -, doveva rispettare la decisione di tutti noi italiani di far sentire meno sola la famiglia di Antonio, doveva farci sentire un solo popolo che si unisce in un momento difficile. Il terrorismo islamico si combatte tutti uniti».
Non solo. La mancata bandiera a mezz’asta di oggi fa seguito alla discussione in consiglio comunale di ieri sera tra Ersilia Cappelletti, consigliere del Pd, e il sindaco Luca Allievi (Lega). Cappelletti aveva proposto di osservare un minuto di silenzio in memoria di Megalizzi (come fatto anche lunedì 17 da Seveso Futura nella seduta di costituzione della nuova associazione, ndr): «Il sindaco, e non il presidente del consiglio, ha risposto che non si poteva fare, e che è stanco di ricevere queste richieste/sorpresa in apertura del consiglio comunale: il consigliere Cappelletti avrebbe dovuto muoversi prima – ha raccontato Fumagalli -. Ennesima volta in cui il sindaco fa anche il presidente del consiglio, nel silenzio del presidente Sala». La stessa richiesta, peraltro, era stata sottoposta a Sala anche da Pietro Aceti, il giovane presidente dell’Osservatorio Astronomico della città: «Non hanno accettato la richiesta – ha spiegato – perché non è pervenuta entro i tempi dai consiglieri comunali».
«Normalmente è il sindaco che dà la giusta risonanza a quanto decide il governo – fa notare Fumagalli -. Ieri sera, immaginiamo in buona fede, né il sindaco né il presidente del consiglio hanno avuto questa sensibilità: bastava accogliere la proposta del consigliere Cappelletti e, per una volta, fare tutti insieme in consiglio comunale gli italiani. Così non è stato».
In apertura, una foto del municipio (per concessione di Roberto Fumagalli)