Denuncia di un commerciante: ecco come è partita l’indagine della GDF

15 gennaio 2019 | 17:46
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Denuncia di un commerciante: ecco come è partita l’indagine della GDF

Minacciato da un connazionale che gli mandò il finanziere infedele, un commerciante egiziano ha sporto denuncia.

Erano quattro cittadini egiziani gestire la rete illecita finalizzata a far ottenere rinnovi e permessi di soggiorno a cittadini stranieri dietro pagamento in denaro fino a 5 mila euro, smantellata da un’indagine della Guardia di Finanza di Monza, con complicità di un commercialista di Legnano con studio a Milano e di tre pubblici ufficiali, un ispettore della stessa Guardia di Finanza di Monza, un sovrintendente della Polizia di Stato in servizio a Milano e un messo comunale del Comune di Monza. Questi ultimi, unitamente al commercialista, avrebbero anche fabbricato falsa documentazione, tra cui certificati medici e di residenza fasulli, buste paga fittizie per contratti di lavoro subordinato inesistenti e dichiarazioni fiscali relative a redditi mai percepiti, necessaria al rilascio o al rinnovo dei permessi di soggiorno o alla concessione del nulla osta per il ricongiungimento familiare di congiunti residenti nei paesi di origine. Il finanziere indagato avrebbe inoltre ricevuto denaro e regali per avvisare alcuni commercianti di imminenti controlli fiscali.

I quattro egiziani, di cui uno residente in Brianza da anni e “vertice” della rete, avrebbe incaricato i suoi connazionali di reperire la clientela in Italia e all’estero. Per far in modo di far ottenere loro i permessi di soggiorno, avrebbe usato la compiacenza dei tre pubblici ufficiali. In particolare, stando all’inchiesta, avrebbe stretto un rapporto particolarmente stretto con il militare infedele. Ad affermarlo, nella denuncia sporta alle stesse fiamme gialle, è un commerciante egiziano. L’uomo, dopo una lite per futili motivi con il connazionale che gestiva la presunta rete di illeciti, sarebbe stato minacciato da quest’ultimo: “Ora non lavorerai più, ti faccio venire a controllare dai finanzieri”. Poco dopo, ha denunciato l’uomo, il maresciallo indagato si sarebbe presentato al suo negozio per effettuare un controllo. Stupito che le minacce del connazionale avessero prodotto quell’effetto, il commerciante è andato a denunciarlo. Così i colleghi delle Fiamme Gialle di Seregno sono risaliti a luogotenente del loro stesso corpo e all’agire del gruppetto.

L’indagine, che ha visto coinvolti nel complesso 39 indagati, ha consentito di individuare oltre 20 casi in cui cittadini extracomunitari sarebbero risultati beneficiari di un permesso di soggiorno sul territorio italiano ovvero di un ricongiungimento di familiari dall’estero senza averne diritto, in cambio di somme che variavano da qualche centinaio di euro fino a 5.000 euro, pagate in contanti o attraverso carte prepagate.