Frittelle di Sant’Antonio: quando il gusto va a braccetto con la tradizione

17 gennaio 2019 | 05:21
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Frittelle di Sant’Antonio: quando il gusto va a braccetto con la tradizione

Intervista a Francesco Gualtieri, titolare della gastronomia “F. Gualtieri” a Monza: usanze e segreti del mestiere sulle frittelle di Sant’Antonio.

Giovedì 17 gennaio: Sant’Antonio Abate. La Brianza si prepara a festeggiare il santo patrono del bestiame con falò e dolci tipici di questo periodo.

Questa sera, la manifestazione che segna l’inizio del carnevale entrerà nel vivo con l’accensione dei cosidetti “fuochi”. Già da giorni infatti diverse cataste di legno sono spuntate in diversi paesi della Brianza e con l’arrivo del buio verranno accese e per combattere il freddo ci saranno anche il vin brulé e le frittelle (LEGGI QUA LO SPECIALE DEDICATO AI FALO’).

In onore di questa ricorrenza MBNews, oltre a ricordare la tradizione, vuole prendervi per la gola svelando appunto qualche curiosità sul dolce che accompagna la celebrazione: le frittelle.

Per l’occasione abbiamo intervistato Francesco Gualtieri, titolare della gastronomia “F. Gualtieri”, in via Prina 14 a Monza, che da trent’anni guida con cura la sua attività proponendo prodotti genuini ottenuti grazie a un’attenta selezione delle materie prime.

Rispettando la storia che sta dietro a queste leccornie, la gastronomia monzese le prepara a mano ogni giorno con pochi ingredienti semplici e quotidiani, proprio come nel passato. Francesco afferma che la festa era un’occasione di riunione e condivisione, tutti partecipavano alla preparazione del falò, raccogliendo il legname e raggruppandolo in una zona del cortile. Una volta acceso, tutti si riunivano per riscaldarsi e scacciare l’inverno, gustando queste tradizionali frittelle.

PER I PIÙ CORAGGIOSI… provate questa ricetta

Ingredienti:

1 kg di farina
2 buste di lievito di birra secco (o 2 panetti)

5-6 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di zucchero vanigliato
2 uova
1 arancia (la buccia grattugiata)
1 limone (il succo)
2 cucchiai di maraschino
latte q.b.

Procedimento:

Sciogliere il lievito in poco latte (mezzo bicchiere) con 2 cucchiaini di zucchero e 1/2 cucchiaino di sale. Impastare la farina col lievito sciolto, le uova, il succo del limone e la buccia dell’arancia, i 5 o 6 cucchiai di zucchero, lo zucchero vanigliato, l’aroma (maraschino o altro) e tanto latte quanto basta ad ottenere un impasto morbido, ma sodo. Lasciare lievitare fino al raddoppio coperto da uno straccio. Mescolare bene. Con un cucchiaio prelevare una piccola quantità di impasto (mezzo cucchiaio per volta) e farlo scivolare, aiutandosi con un altro cucchiaio, nella pentola dell’olio e friggere fino a doratura.

PER I PIÙ CURIOSI… ricordiamo la tradizione

Giovedì 17 gennaio è la ricorrenza del patrono degli allevatori, dei macellai, dei contadini, degli animali domestici, dei guantai, dei cestai: Sant’Antonio Abate.

Festeggiato in tutta Italia, da Nord a Sud, visse centenario da anacoreta. Considerato protettore dei maiali, risalendo alla tradizione dell’ordine degli Antoniani di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il grasso di questi animali veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant’Antonio (sfogo pruriginoso della pelle, simile alla varicella).

In suo onore vengono accesi enormi falò, in omaggio alla capacità del Santo di strappare dalle fiamme dell’inferno le anime dei peccatori.