Monza: i parrocchetti invadono il Parco e i giardini della Villa Reale

16 gennaio 2019 | 10:49
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Monza: i parrocchetti invadono il Parco e i giardini della Villa Reale

“Colpa degli acquisti irresponsabili ma anche di un vuoto legislativo” spiegano dall’Enpa.

Si acquistano, si ammira per un po’ la loro bella livrea verde brillante, poi ci si stanca. Così, alcuni parrocchetti, scappati dalle gabbie o fatti volare via di proposito, hanno nidificato e a decine hanno preso dimora nel Parco di Monza e nei giardini della Villa Reale.

Benché originari di Paesi con un clima assai diverso dal nostro (il parrocchetto monaco, Myiopsitta monachus, è originario del Sud America mentre il parrocchetto dal collare, Psittacula krameri, proviene dall’Africa), si sono adattati alla grande alle rigide temperature tipiche delle nostre latitudini.

Ormai è altrettanto facile vedere questi simpatici uccelletti verdi tra i rami quanto merli e passerotti (la loro presenza è stata segnalata per la prima volta nel novembre 2015) ma dietro l’insolito e piacevole colpo d’occhio si ripete un copione che ormai conosciamo a memoria: la convivenza non sempre facile tra specie locali e specie alloctone.

A spiegare la situazione è l’Enpa di Monza e Brianza. I volontari tengono monitorata la situazione e sembra che per ora nel Parco la coabitazione con le specie locali non stia creando problemi.

Un vuoto legislativo

“La loro presenza è la spia di un comportamento irresponsabile da parte degli uomini che prima acquistano animali per il proprio divertimento e poi se ne disfano non appena sono stanchi, ma è anche il segno di un vuoto legislativo, a livello sia regionale sia nazionale, che consente l’immissione e l’acquisto di specie esotiche che dovrebbero invece rimanere nel loro habitat naturale” spiega Giorgio Riva, presidente dell’ENPA di Monza e Brianza

Gli altri “stranieri”

Nel Parco e nei Giardini della Villa Reale i parrocchetti non sono gli unici “stranieri”: il laghetto della Villa Reale è invaso da anni dalle Trachemys scripta elegans e dalle Trachemys scripta scripta (tartarughe dalle guance rosse e tartarughe dalle orecchie gialle) di origine americana, così come provengono da Oltreoceano gli scoiattoli grigi, che hanno colonizzato interi territori del nostro Paese.

Altre specie sono state introdotte in Italia senza pensare alle conseguenze, basti pensare alle nutrie, al gambero rosso, al pesce siluro, originario del Danubio e immesso nel Po per organizzare le battute di pesca, e ai cinghiali, che sono ormai una vera e propria emergenza.