Monza, fine settimana al Binario 7: ecco gli spettacoli in scena

21 gennaio 2019 | 00:13
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Monza, fine settimana al Binario 7: ecco gli spettacoli in scena

Tre gli spettacoli in programmazione: “Biancaneve, la vera storia”, “Animali notturni” e “L’orchestra femminile di Auschwitz”.

Fine settimana da non perdere al Teatro Binario 7 di Monza con proposte per tutta la famiglia.

Sabato 26 gennaio alle ore 16.00 in scena “Biancaneve, la vera storia”, lo spettacolo vincitore del Premio Eolo 2018 come miglior spettacolo di Teatro Ragazzi. A seguire alle ore 21.00 lo spettacolo già sold out “Animali Notturni”, di Juan Mayorga con la regia di Luca Spadaro e di Massimiliano Zampetti, in replica domenica 27 gennaio alle 21.00 in sala Picasso per la stagione “L’altro Binario”, una produzione di Teatro d’Emergenza.

Domenica 27 gennaio alle ore 16.00, in occasione del Giorno della Memoria dedicato alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto, sul palco “L’orchestra femminile di Auschwitz”.

BIANCANEVE, LA VERA STORIA

In scena sabato 26 gennaio alle ore 16.00 (Sala Chaplin), la vera storia di Biancaneve, vincitore del Premio Eolo 2018 come miglior spettacolo di Teatro Ragazzi. Diversamente dall’opera Disney, nella fiaba originale dei fratelli Grimm c’è una madre che diventa matrigna, perché bruciata dall’invidia per la bellezza di una figlia che la vita chiama a fiorire.

Nello spettacolo prodotto dalla cooperativa teatrale Crest l’ultimo dei sette nani diventa testimone dell’arrivo di una bambina coraggiosa, che preferisce la protezione del bosco sconosciuto allo sguardo, conosciuto ma cupo, di sua madre. Nel bosco Biancaneve aspetta, come aspettano le pietre preziose che, pazienti, restano nel fondo delle miniere: fino a quando un giorno vengono portate alla luce per iniziare a risplendere ai raggi del sole.

“Tutti i bambini conoscono già questa fiaba – scrivono dal Teatro Crest – il nostro spettacolo li vuole portare per mano ‘dietro le quinte’ della storia, dove prendono forma e vita i personaggi, i loro sentimenti e le loro azioni: talvolta buoni e talvolta cattivi, ma quasi mai sempre buoni o sempre cattivi. Proprio come uno spettacolo: un po’ comico, un po’ emozionante. O come la vita che impariamo ad affrontare: un po’ dolce, un po’ irritante, un po’ divertente, un po’ inquietante”.

Continua con questo spettacolo il progetto che il Crest condivide con Michelangelo Campanale per raccontare ai ragazzi storie che riescano ad emozionarli: senza edulcoranti e senza bugie, ma solo con grande rispetto della loro capacità di comprendere ed elaborare pensieri e opinioni in autonomia, sulla strada della crescita.

Lo spettacolo nel 2017 ha vinto il Premio Padova e l’anno scorso il premio Eolo Award 2018 per “aver posto magnificamente in risalto – si legge nella motivazione – le trame speciali di cui ancor oggi la celebre fiaba si nutre, esaltandole in una cornice di assoluta bellezza, realizzata attraverso tutti gli aspetti tecnici e scenografici in cui il teatro si manifesta, luci, musiche, scene, costumi creati con assoluta perizia”.

Il Crest – acronimo di Collettivo di Ricerche Espressive e Sperimentazione Teatrale – nasce a Taranto nel 1977 e, con Gianni Solazzo, Mauro Maggioni e Gaetano Colella prima e Clara Cottino poi, porta avanti in un ambiente difficile – sia socialmente che culturalmente – un discorso teatrale coerente e innovativo, raccontando vite complicate, sogni ostinati, incontri tra culture e condizioni differenti, cercando di coniugare i linguaggi della tradizione con quelli della ricerca teatrale contemporanea. Inserito dal 1992 dalla presidenza del Consiglio dei Ministri nell’elenco delle “compagnie che svolgono ad alto e qualificato livello attività nel campo del teatro per l’infanzia e la gioventù”, il Crest  ha scelto quali interlocutori privilegiati i bambini, i ragazzi e i giovani, con l’intento di creare un punto di riferimento culturale e professionale forte. Dopo trent’anni di attività “senza fissa dimora”, dal 23 gennaio 2009 il Crest dispone di mille metri quadri di “teatro da abitare”, il TaTÀ, nel quartiere popolare ed operaio per eccellenza della città, il rione Tamburi, il più contiguo alle svettanti ciminiere Ilva.

Età consigliata: a partire dai 5 anni – durata 60 minuti
Biglietti: adulti € 10 | under 14 € 6 | Spettacolo fuori abbonamento

ANIMALI NOTTURNI

Il 27 gennaio alle 21.00 in sala Picasso per la stagione “L’altro Binario” una produzione di Teatro d’Emergenza, il Teatro Binario 7 propone “Animali notturni”, da un testo di Juan Mayorga con la regia di Luca Spadaro e di Massimiliano Zampetti.

Due coppie vivono nella stesso Paese, nella stessa città, nello stesso condominio. Sono quattro persone che si assomigliano, pur differendo in tanti piccoli particolari: cultura, sensibilità, professione, desideri, paure. Ma la differenza fondamentale, quella che muove i fili della loro storia, è costituita dalla nazionalità. Perché una coppia è originaria del paese in cui vive, l’altra ci è arrivata e ha finito per abitarci, senza permesso. E allora succede, una volta ancora, che la lotteria della Storia permetta a qualcuno di possedere vantaggi rispetto ad altri, pur non avendone il merito. Ecco allora che una nuova legge mette tutto a repentaglio, regalando un potere inatteso, e casuale, alla coppia autoctona.

Diceva Jorge Luis Borges che la nazionalità e il patriottismo siano atti di fede, concetti labili e discutibili. Ma sono stati motori di tanti fatti di cronaca, passata e presente, e sono i motori anche di questa storia. La fortuna di essere nati nel posto giusto, al momento giusto, offre ad alcune persone la possibilità di esercitare un vasto potere su altre, e c’è chi decide di utilizzare questo potere, senza sapere cosa farsene di preciso, semplicemente perché sarebbe sciocco non approfittarne.

Note di regia. Il testo di Mayorga parte da un antefatto che percepiamo come estremamente attuale: il problema dell’immigrazione di massa, lo spostamento verso “casa nostra” di masse sempre più numerose e incontrollabili di stranieri in cerca di una vita migliore. Da questo punto di partenza, che affonda le radici nell’attualità, la pièce si sposta verso un interrogativo assoluto: venendo investiti di un potere non cercato e immeritato, rendendoci conto che la nostra vita anodina è illuminata da un raggio di luce, come potremmo approfittarne? Il protagonista della nostra storia è Uomo Basso, il travet, l’uomo qualunque capace di rendersi conto dell’inattesa opportunità che gli si para davanti: esercitare un potere assoluto su un suo simile. Non ha un progetto, non ha un fine chiaro, non è dotato della perversa fantasia necessaria a trasformare il potere in un vantaggio personale, ma non vuole assolutamente perdere l’occasione. Il testo si muove sulle linee del realismo per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi e dei loro dialoghi. I conflitti si esprimono nel non detto, nella contiguità di corpi che vorrebbero essere altrove o fare altro. Nella struttura drammaturgica è ben visibile un richiamo al teatro antico, con rapide giustapposizioni di scene che si svolgono in spazi tra loro differenti – come, per esempio, nel teatro elisabettiano. Si crea in questo modo un cortocircuito tra la recitazione, talvolta sommessa, e il veloce susseguirsi di quadri e di frammenti temporali.

Teatro d’Emergenza nasce nel 1992 dall’incontro tra Luca Spadaro e Massimiliano Zampetti. In questi anni ha prodotto oltre trenta spettacoli tra drammaturgie originali e messe in scena di opere del Novecento. Tra gli spettacoli più recenti “Finale di partita” di Samuel Beckett con Antonio Ballerio e Max Zampetti, “La casa di Bernarda Alba”, in coproduzione con LuganoInScena, e “Il silenzio è obbligatorio”, di Max Zampetti – testo vincitore della Borsa di scrittura teatrale per la Svizzera Italiana.

Biglietti: intero € 15 | ridotto € 12 | allievi Scuola di teatro Binario 7 € 10 | under 18 € 6

L’ORCHESTRA FEMMINILE DI AUSCHWITZ

Nuovo, toccante appuntamento per la stagione di “Terra. Musiche, voci e paesaggi sonori”, diretta da Rachel O’Brien con EquiVoci Musicali. Nel Giorno della Memoria, il 27 gennaio, dedicato alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto, andrà in scena alle ore 16.00 in Sala Chaplin, il concerto che celebra e ricorda un’insolita orchestra: quella formata nel campo di concentramento tristemente più famoso della storia da quarantasette donne, deportate. A dirigerle Alma Rosé, dotatissima violinista ebrea, nipote del compositore e direttore d’orchestra Gustav Mahler.

All’orchestra appartiene anche Fania Goldstein, in arte Fenélon, pianista e famosa cantante di cabaret. Quando arriva ad Auschwitz scopre subito che la musica avrebbe potuto salvarle la vita. Entra così nell’orchestra del lager, tutta femminile, che ha il compito di allietare gli ufficiali SS, di accogliere i nuovi prigionieri e di accompagnare le detenute al lavoro. L’altra protagonista è Alma. Lei si concentra sull’esecuzione: deve essere perfetta, regalare momenti sublimi. È severa e costringe tutte le altre a prove estenuanti.

Entrambe le donne si devono confrontare col progressivo spegnersi di ogni senso di solidarietà e di compassione tra le detenute: si chiudono in drammatici egoismi dettati da scontri di razza, classe e religione, in un luogo dove regnano fragilità e disperazione.

“L’orchestra femminile di Auschwitz” propone un viaggio tra le musiche e i vissuti di questa comunità: un cammino nelle tenebre illuminato solo dalla bellezza della musica eseguita, che diventa motivo di speranza, di memoria, di futuro. Fania infatti riuscirà a realizzare il suo sogno più grande: “sopravvivere e ricordare per far sapere al mondo”.

L’ensemble Le Cameriste Ambrosiane è un complesso d’archi estensibile fino a quindici elementi che esegue, rigorosamente senza direttore, il repertorio cameristico per i grandi organici. Custodisce nell’Ottetto delle Cameriste il suo cuore pulsante.

Rachel O’Brien nasce a Londra, dove inizia presto a studiare pianoforte e violoncello. Si laurea in Musicologia alla University of London e si trasferisce in Italia. Al conservatorio Verdi di Milano si diploma in canto lirico e musica vocale da camera con il massimo dei voti. Mezzosoprano, all’attività operistica affianca collaborazioni con vari ensemble musicali. Da diversi anni collabora con il teatro Binario 7 per la direzione artistica della stagione “Terra. Musica, voci e paesaggi sonori”.

Silvia Giulia Mendola si diploma nel 2004 all’Accademia dei Filodrammatici. Nello stesso anno fonda l’associazione culturale “PianoinBilico”, di cui è presidente, e all’interno della quale alterna il lavoro di attrice a quello di regista. Lavora nei primi anni con Andrée Ruth Shammah, Beppe Navello, Corrado Accordino, e presso l’Arena del Sole di Bologna con Nanni Garella. Tra gli altri, riceve nel 2010 il premio Alfabeto dellePrimedonne” dal Comune di Milano, assegnato alle donne che attraverso il proprio lavoro hanno contribuito alla crescita sociale e culturale della città e nel 2011 vince il primo premio al Concorso Nazionale di Prosa “Salicedoro“. Collabora con il teatro Franco Parenti di Milano.

Per informazioni e prenotazioni: Teatro Binario 7, Via Filippo Turati 8, Monza
Tel. 039 2027002 | biglietteria@binario7.org