Somministrazione: firmato il rinnovo del Contratto nazionale, via alla consultazione

Nelle prossime settimane, anche in Brianza, i lavoratori precari saranno chiamati a decidere su misure che vanno verso maggiori tutele e stabilità contrattuale. Cgil Monza e Brianza scende in campo.
Continuità occupazionale dei lavoratori, rafforzamento delle tutele economiche in caso di disoccupazione e adattamento ai cambiamenti e alle modificazioni del mondo del lavoro, attraverso specifici e innovativi percorsi di formazione. Sono questi alcuni degli obiettivi principali dell’ipotesi di rinnovo per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della somministrazione, firmato meno di un mese fa dai principali sindacati confederali e dalle associazioni rappresentative delle Agenzie per il lavoro.
Cioè gli attori del mercato del lavoro che assumono personale alle proprie dipendenze per “somministrarlo”, appunto, alle aziende, soprattutto private ma anche pubbliche, specialmente in sanità, che hanno la necessità di soddisfare in parte le proprie esigenze, più o meno flessibili, di mano d’opera (Guida Nidil alla somministrazione).
L’accordo, dopo due anni di trattativa, va quindi ad incidere su una categoria delicata, quella dei somministrati, che in Italia conta 400mila persone, metà in Lombardia, dei quali solo il 10% circa è a tempo indeterminato. Una condizione di precarietà, spesso senza termine, su cui rischia di avere influenze negative il recente Decreto per la dignità dei lavoratori e delle imprese, una delle prime decisioni significative dell’attuale governo Lega – Movimento 5 Stelle (clicca qui).
“Ha introdotto gli stessi paletti per i normali contratti da lavoro a tempo determinato e per la somministrazione a tempo determinato, mettendo di fatto a rischio decine di migliaia di posti di lavoro” afferma Lino Ceccarelli (nella foto in basso), Responsabile Nidil (Nuove identità lavoro) e dell’Area Giovani e Lavoro della Cgil di Monza e Brianza“.
“Con i limiti introdotti dal decreto, 12 mesi di durata del contratto senza causale, più altri 12 con causale, si produrrà un effetto divergente, per il quale da un lato, nelle lavorazioni di alta qualità, dove si è investito nella formazione del lavoratore, questi forse verrà stabilizzato dopo 24 mesi piuttosto che 36 – continua – ma dove si tratta di lavori a bassa qualità, sarà più conveniente far ruotare ogni 12 mesi un lavoratore, aumentando di fatto la precarietà del sistema”.
E’ in questo attuale scenario che si inserisce il rinnovo per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della somministrazione. Che riguarda centinaia di persone, soltanto per il comparto della sanità, anche in Brianza. Tra gli elementi più importanti dell’accordo tra sindacati e Agenzie per il Lavoro anche la parità di trattamento tra dipendenti dell’azienda e somministrati nella stessa azienda, in particolare su maternità e infortunio, ma anche il rafforzamento, a maggiore tutela del lavoratore, dell’azione sindacale a livello territoriale e aziendale.
“Nello specifico, sulla durata massima del rapporto di lavoro tra lavoratore e agenzia, si è arrivati a 24 mesi nel caso di somministrazione presso unico utilizzatore e 48 mesi nel caso di somministrazione presso diversi utilizzatori – spiega Ceccarelli – per favorire la continuità occupazionale i periodi di lavoro a termine, svolti con la medesima agenzia dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2018, sono conteggiati per un massimo di 12 mesi”.
“Inoltre – continua il Responsabile Nidil (Nuove identità lavoro) e dell’Area Giovani e Lavoro della Cgil di Monza e Brianza – l’accordo prevede che ogni singolo contratto possa essere prorogato fino ad un massimo di 6 volte, in caso di rapporto di lavoro di durata fino a 24 mesi e, nel caso di diverso limite stabilito dalla contrattazione collettiva applicata dall’utilizzatore, fino ad un massimo di 8 volte”.
Il rinnovo per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della somministrazione, insomma, cerca di andare oltre i limiti imposti dal Decreto per la dignità dei lavoratori e delle imprese, con l’obiettivo dichiarato di agevolare la trasformazione della somministrazione in assunzione a tempo indeterminato. “Rendiamo più facile ciò che la legge ha reso più difficile, convinti che il lavoro precario e flessibile vada combattuto – sostiene Ceccarelli – lo abbiamo già fatto in questi anni contro i voucher, contro i subappalti al ribasso, per ripristinare le tutele contro i licenziamenti illegittimi”.
In questa direzione il nuovo accordo prevede un rafforzamento anche degli interventi della bilateralità di settore, cioè di quei trattamenti che aiutano il lavoratore somministrato a ridurre la propria condizione di precarietà attraverso sostegni al reddito, su aspetti importanti come la mobilità, le prestazioni sanitarie, l’accesso agli asili nido, le spese odontoiatriche, il microcredito. Da non dimenticare, poi, sul fronte del diritto mirato alla formazione dei lavoratori somministrati, la creazione del Libretto formativo individuale del lavoratore somministrato.
Per i futuro del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della somministrazione saranno decisive le prossime settimane. Anche in Brianza, infatti, si svolgerà, nelle aziende che li utilizzano, la consultazione dei dipendenti somministrati. “Confidiamo che questa ipotesi di accordo sia compresa, accolta e sostenuta – afferma il Responsabile Nidil (Nuove identità lavoro) della Cgil Monza e Brianza – è indispensabile che, subito dopo la stipula definitiva del nuovo Contratto, parta una importante stagione di contrattazione e rafforzamento delle tutele nei posti di lavoro”.