Vecchio San Gerardo di Monza, futuro incerto tra variante al Pgt e nuova asta di vendita

28 gennaio 2019 | 07:31
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Vecchio San Gerardo di Monza, futuro incerto tra variante al Pgt e nuova asta di vendita

L’area dove sorge l’ospedale cittadino potrebbe essere svincolata dal cantiere del nuovo nosocomio. Questo apre molte ipotesi sulle destinazioni d’uso. Parola al Comune e ai cittadini.

Il pallone è ancora dalle parti del centrocampo e domina un certo equilibrio, ma probabilmente l’azione sta per assumere contorni più definiti. Fuori dalla metafora calcistica, per il vecchio ospedale San Gerardo di Monza, al centro di una lunga vicenda, con ben due aste di vendita andate deserte, recentemente arricchita pure dal rinnovo dell’Accordo di Programma stipulato fra Comune di Monza, Regione Lombardia e Azienda ospedaliera nel 2008 (leggi l’articolo), qualche novità sembra essere alle porte.

Matteo Stocco, infatti, poco prima di lasciare lo scorso 31 dicembre l’incarico di Direttore Generale dell’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) di Monza, ha annunciato che la vendita dell’area di via Solferino, dove sorge il nosocomio realizzato nel 1890 grazie a una cospicua donazione di re Umberto I, è ormai svincolata dal cantiere di ristrutturazione e consolidamento del nuovo San Gerardo.

Merito della Regione, che avrebbe messo i fondi necessari, 14 milioni di euro solo nel 2018, per completare l’imponente intervento infrastrutturale. Questo, quindi, non renderebbe più obbligatorio, come previsto inizialmente, il ricavo di  circa 55 milioni di euro dal vecchio ospedale monzese per coprire, in parte, i 220 milioni di euro del maxi cantiere di via Pergolesi.

Mentre il neo Direttore generale dell’Asst di Monza, Mario Alparone, preferisce approfondire l’argomento con i tecnici prima di parlare ufficialmente, la notizia trova piuttosto in sintonia due degli attori principali dell’ormai annosa questione. “E’ una decisione doverosa e sofferta da parte di Regione Lombardia, che riconosce nel nuovo San Gerardo un’opera necessaria ed importante” afferma Martina Sassoli, Assessore all’Urbanistica, all’Edilizia privata e allo Sviluppo del Territorio del Comune di Monza (nella foto in alto).

“Credo sia una novità positiva, anche perché così il nuovo ospedale procede per conto suo e l’azienda ospedaliera può concentrarsi maggiormente sulla vendita dell’area di via Solferino” le fa eco il presidente del Comitato di quartiere San Carlo e San Giuseppe, Villy De Luca.

L’evidente soddisfazione di fondo lascia presto il passo, però, a qualche scetticismo e soprattutto alla volontà di approfondire le destinazioni d’uso dell’area del vecchio San Gerardo. Compresa l’idea di aumentare gli spazi riservati ai servizi di carattere sanitario. Con lo spostamento in via Solferino di gran parte degli uffici presenti in via De Amicis e in via Boito.

“Il vecchio San Gerardo è l’area da riqualificare più grande di Monza, sicuramente si presta alla polifunzionalità e ai servizi sanitari, ma anche ricettivi e commerciali – sostiene Sassoli – bisogna rivedere le destinazioni funzionali, anche per rendere appetibile la terza asta ancora da stabilire. Già a novembre abbiamo fatto richiesta alla Regione di ampliare le destinazioni urbanistiche”. L’intenzione è di ridurre le volumetrie a carattere residenziale, visto anche il periodo ancora negativo del mercato immobiliare.

In questo senso potrà costituire un tassello importante anche l’annunciata Variante al Pgt. Che, nei giorni scorsi, ha provocato più di qualche mal di pancia da parte del Coordinamento di Comitati e Associazioni di Monza (vedi l’approfondimento), recentemente autori del cosiddetto Libro bianco 2.0 sul futuro urbanistico di Monza (clicca qui).

“C’è l’esigenza di ridurre l’impatto sul contesto intorno all’area di via Solferino ed evitare il carico insediativo-residenziale oltre la capacità di tenuta della zona – afferma, senza mezzi termini, De Luca – in questo senso servizi di tipo amministrativo-sanitario o anche una residenza socio-assistenziale ci vedono a favore perché potrebbero mantenere l’elevata qualità urbana di questa parte della città”.

I cittadini, insomma, insistono, come già nei mesi scorsi, su un sistema integrato di servizi. E chiedono che sul destino del vecchio San Gerardo si apra finalmente un dibattito pubblico. “Le ipotesi di sviluppo sono tante e allora un modo partecipato di procedere sarebbe preferibile – afferma il presidente del Comitato di quartiere San Carlo e San Giuseppe – magari si potrebbe arrivare ad un concorso di idee, che permetta di elaborare un masterplan unitario in grado di rispettare anche la parte più storica del vecchio Ospedale, quella vincolata dalla Soprintendenza”.

Sulla carta le premesse per un dialogo a più voci ci sono. “Siamo disponibili a fare una variante urbanistica sull’area di via Solferino – spiega l’Assessore all’Urbanistica, all’Edilizia privata e allo Sviluppo del Territorio del Comune di Monza – d’altro canto non ne siamo i proprietari, ma gestiamo la città e abbiamo la percezione di una situazione più complessiva”. Insomma chi vivrà, presto (forse) vedrà.