Monza, Arena sulla ciclabile Brumosa: “Nessun pericolo di perdere i fondi regionali”

L’esproprio di un terreno allunga i 2 anni di ritardo del progetto che collega Monza a Brugherio. L’assessore comunale rassicura sui fondi, ma non dà certezze sui tempi di realizzazione della pista.
La situazione è seria, ma non grave. Può servire anche parafrasare una nota citazione di Ennio Flaiano, scrittore e umorista, per spiegare l’attuale stato dell’arte della Brumosa, la pista ciclabile che collegherà Monza e Brugherio. Al momento, infatti, c’è il progetto.
Ci sono i soldi, 1 milione e 200mila euro. Di cui il 70 per cento a carico della Regione, 250mila circa versati dal Comune di Monza e i restanti 160mila da Brugherio. Ma, nonostante tutto questo, non si riesce ancora a partire con la procedura di aggiudicazione dei lavori.
Perché, dopo aver superato i problemi legati allo stop regionale per una serie di integrazioni al progetto e di documenti (qui la news), un altro ostacolo si è frapposto lungo la strada verso questi due chilometri e mezzo di ciclabile da San Donato a Monza fino alla Candy a Brugherio. Passando per viale delle Industrie, via Buonarroti e via Monza.
L’intoppo, che allungherà gli oltre due anni di ritardi già accumulati, è l’esproprio di un terreno. “Si tratta di una piccola parte compresa tra la rotonda di via Buonarroti e via Fermi alle porte di Brugherio – spiega Federico Arena, assessore comunale monzese alla Sicurezza, Mobilità, Viabilità e Polizia locale (nella foto in basso) – un pezzettino è di proprietà di un privato, un altro di azienda. La procedura di esproprio è nelle mani dell’Ufficio Patrimonio del Comune di Monza – continua – mi hanno assicurato che è solo questione di poco tempo”.
Quanto non è dato esattamente sapere. Ma almeno una certezza sembra esserci. “Al momento assolutamente non ravvisiamo il rischio di perdere il finanziamento regionale di oltre 800mila euro – assicura Arena, smentendo categoricamente quanto riportato sull’argomento da alcuni organi di stampa locale nei giorni scorsi – posso anche dire che dalla consegna dei lavori all’aggiudicatario al termine degli stessi ci vorranno circa 10 mesi, a cui aggiungerne circa 6 per il collaudo”.
Insomma, facendo qualche ipotesi sui conti, per pedalare sulla Brumosa, acronimo di Brugherio-Monza-Sostenibilità, bisognerà aspettare almeno l’estate 2020. Forse, anche, tra tempi tecnici per il bando di gara e altre procedure burocratiche, la fine dell’anno prossimo.
La notizia dell’ulteriore ritardo sul cronoprogramma del progetto di mobilità dolce non viene accolto certamente con piacere da FIAB Monza in Bici, storica associazione cicloambientalista della città.
“Stiamo pagando un ritardo che ci preoccupa – afferma Massimo Benetti, portavoce di Monzainbici ( a destra nella foto in basso) – la Brumosa è un progetto importante, che un domani potrebbe contribuire a creare un collegamento, usando la bicicletta, da san Fruttuoso fino a Brugherio”.
Vanno nella direzione della mobilità sostenibile anche i 75mila assegnati da Regione Lombardia a Monza per progetti di sviluppo e messa in sicurezza delle piste ciclabili (leggi qui). Che dovrebbero permettere di intervenire in via Borgazzi, ma anche in via Aquileia, via Campania e via Montesanto, in modo da collegare, in pratica, Bettola alla Villa Reale.
La tematica di mettere i cittadini di Monza nelle condizioni di scegliere sempre di più le due ruote al posto dell’auto è una delle più dibattute a Monza negli ultimi mesi. Soprattutto dopo che il capoluogo della Brianza è risultato terzo in Italia nella classifica di “Mal’aria”, l’indagine annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico (vedi l’articolo).
Nascono progetti come “Importiamo il modello Amsterdam”e proposte concrete, come quelle degli studenti del Liceo Scientifico “Paolo Frisi” (ecco l’approfondimento).
Sul fronte mobilità ci sono anche altri spunti interessanti all’ordine del giorno. Come, ad esempio, la chiusura delle strade adiacenti ai plessi scolastici durante l’orario di ingresso e di uscita dei bambini. Un argomento già noto (clicca qui), ma con possibili, nuovi sviluppi.
“Il Comune ci aveva già detto di non essere d’accordo, ma ora abbiamo l’assenso della dirigente dell’istituto comprensivo Don Milani e dei genitori della scuola elementare Tacoli per partire con la nostra idea in via sperimentale – annuncia Benetti – siamo in attesa di capire se riusciremo a fare dei rilevamenti dell’inquinamento atmosferico nei pressi della scuola e poi torneremo alla carica con il Comune con una nuova richiesta ufficiale”.
“E’ una questione ambientale e di sicurezza – continua – speriamo di poter avviare la chiusura delle strade adiacenti alla scuola Tacoli con il nuovo anno scolastico e di realizzarla per tutto quel periodo”.
C’è, poi, anche la possibilità di imporre alle auto i 30 km/h su tutto il territorio comunale della città italiane. “Noi di Fiab lo abbiamo proposto a livello governativo e se ne sta discutendo nell’ambito delle modifiche al Codice della Strada – spiega il portavoce di Monzainbici – è una misura che c’è già un po’ in tutta Europa”.
“Se si ottenesse questo obiettivo, a Monza, dove la velocità media di percorrenza è già 15 km/h a causa del traffico, si andrebbe oltre i 30 km/h soltanto sulle strade di penetrazione importante come viale Libertà e viale Cesare Battisti – continua – si eviterebbe almeno che le auto in città facciano scatti 200-300 metri a velocità elevata”.