Riapertura della Seregno-Carnate: si viaggia verso il 2020

Un sit in con i pendolari della linea Seregno-Carnate e gli amministratori a Lesmo per ribadire l’impegno per chiedere il ripristino della linea.
Novità e conferme sull’asse “in standby” della Seregno-Carnate, con il sit-in organizzato dei pendolari della linea ferroviaria a Lesmo. Un percorso travagliato quello brianzolo, già dalla scorsa estate, con numerosi disservizi e ritardi delle corse, che ha subito il definitivo stop a fine 2018 con l’entrata in vigore dell’orario invernale.
Da allora per gli ex pendolari è stato come imboccare un tunnel senza fine. E l’autobus sostitutivo non ha certo migliorato i tempi di percorrenza, con l’effetto prevedibile che i già pochissimi pendolari della linea, meno di 20 al giorno in media, si sono quasi azzerati.
A ribadire l’impegno a chiedere il ripristino della tratta, magari già a giugno, venerdì alla stazione lesmese (simbolo del paradosso, con un impianto nuovo di zecca finanziato da RFI, ma utilizzato solo dai treni merci), c’erano, oltre al referente dei passeggeri della linea, Stefano Terenghi, i sindaci di due scali interessati – Roberto Antonioli di Lesmo e Alfredo Colombo di Sovico – e il consigliere regionale della Lega, Alessandro Corbetta, che si è già dimostrato battagliero sul tema, con richieste di chiarimento fatte ai vertici regionali, in primis all’assessore ai trasporti, Claudia Terzi.
E se fino a poco tempo fa rimaneva sullo sfondo l’ipotesi della dismissione della tratta, le ultime indicazioni sembrerebbero dare questa eventualità al ribasso. Vuoi perchè come ha precisato Corbetta, la crisi del personale sembrerebbe in fase di assorbimento (stando a Trenord). Ma anche perchè nel 2020 verrà completata l’iniezione di materiale rotabile ex novo apportata dalla Regione, che porterà in dotazione ben 160 treni nuovi. Il recente “mini” rinforzo di 14 treni, invece, andrà appannaggio delle linee più “battute”.
L’orario invernale dal canto suo ha penalizzato l’unica tratta in grado di garantire gli spostamenti da est ad ovest della regione, e il raggiungimento di poli strategici fondamentali come Malpensa o Lecco, senza dover passare dalle “zone rosse” ad alta concentrazione di treni, come Milano e Monza. Se tutto andrà come deve andare, la crisi quindi potrebbe cominciare a rientrare nella seconda metà del 2020.
“Nel frattempo il servizio sta già gradualmente migliorando – ha sottolineato Corbetta – e dall’assessore regionale ai trasporti Terzi, ho avuto rassicurazione che appena la fase dell’emergenza rientrerà completamente, la Seregno-Carnate sarà riattivata. Dovremo però parlare con gli amministratori del territorio per capire la reale necessità, soprattutto se si deve far girare treni con 5-6 utenti”.
Nel frattempo si è anche fatta largo la richiesta dei presenti a Corbetta, di mettere a disposizione almeno un convoglio con una carrozza, per risolvere in via provvisoria il problema. E dall’altra parte, se l’ipotesi soppressione della linea sembra difficile, il referente dei passeggeri Terenghi ha sottolineato l’importanza per i pendolari di sfruttare il bus sostitutivo per non dare a Trenord il “pretesto” buono per chiudere definitivamente la linea. Insomma, in attesa di altre novità e di qualche certezza in più, quantomeno si inizia ad intravedere una luce (lontana) in fondo al tunnel.