Arresti tra Lombardia e Calabria e la malavita nelle mappe di Regione Lombardia

12 marzo 2019 | 00:00
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Arresti tra Lombardia e Calabria e la malavita nelle mappe di Regione Lombardia

Mafia in Lombardia, arresti, organizzazioni criminali e ambiti nel 2019

Una grande operazione che assicurato alla Giustizia 19 criminali ritenuti vicini all’Ndrangheta è stata portata a termine oggi dai carabieri tra Lombardia e Calabria, proprio nel giorno in cui Regione Lombardia ha presentato il risultato di un importante ricerca sui fenomeni mafiosi nel nostro territorio.

E’ importante e positivo che sia stata portata a termine, in Lombardia e Calabria, una operazione che ha permesso l’arresto, da parte dei carabinieri, di 19 soggetti ritenuti parte di una organizzazione di stampo ‘ndranghetistico che operava nel bergamasco e nel bresciano”, ha dichiarato il senatore Pd Franco Mirabelli, “ma questa ennesima operazione conferma che l’insediamento della criminalità organizzata nel nord del nostro Paese è ormai un fatto consolidato”. Infine ha concluso “è inquietante che l’organizzazione criminale offrisse ‘servizi alle aziende’ in particolare sul versante del recupero crediti. Questo testimonia un grado di permeabilità del tessuto delle imprese del territorio che dovrebbe preoccupare le associazioni imprenditoriali”.

Ed è proprio della sua presenza nei nostri territori, la sua capillarità e la sua evoluzione, ad essere il focus del rapporto sulla Mafia in Lombardia presentato ieri in Regione Lombardia. Lo studio, dal titolo “Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia”, è stato realizzato da PoliS-Lombardia, in collaborazione con l’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano, sotto la direzione del professor Nando Dalla Chiesa, a partire dal 2017. La prima edizione del 2018 ha di fatto disegnato il profilo storico e le caratteristiche contemporanee della presenza mafiosa nella regione, mentre nella seconda edizione, resa pubblica l’11 marzo 2019, si è indagato sul ruolo che le organizzazioni mafiose ambiscono a giocare nell’ambito dell’economia legale, con una particolare attenzione agli ambiti in cui Regione Lombardia ha compiti di regolazione del sistema degli interessi, di autorizzazione e di nomina politica. Così la ricerca ha approfondito le attività di indagine in attività economiche e settori dove l’evidenza dell’infiltrazione e la capacità di condizionamento malavitosa si sono manifestati con maggiori intensità, in particolare il ciclo del cemento, della terra e dei rifiuti, il commercio, il turismo, l’industria del divertimento, la sanità, le estorsioni, l’usura, le attività illegali e quelle legali, con approfondimenti sui casi di incendio connessi ai rifiuti.

Nella seconda parte del rapporto 2019 la ricerca si è concentrata sulla criminalità straniera, accompagnata da cinque mappe diversamente rappresentative della presenza delle organizzazioni malavitose sul territorio lombardo.

La prima misura la diffusione delle varie forme di criminalità organizzata, assegnando a ogni provincia un indice orientativo di importanza, da 1 (valore massimo) a 5 (valore minimo), in una prospettiva comparata. La seconda mappa tende a evidenziare il grado di violenza espresso dai gruppi di criminalità straniera, che sembra colpire soprattutto la provincia di Milano e la Lombardia centro-orientale. La terza analizza la distribuzione territoriale dei cosiddetti “boschi della droga”, segnalandone – già per impatto visivo – alcune specificità di grande rilievo. Una quarta mappa studia la distribuzione territoriale dei centri massaggi cinesi sospettati, a vario titolo dagli investigatori, di mascherare attività di sfruttamento della prostituzione. La quinta propone una distribuzione dei laboratori di proprietà cinese accusati di utilizzare manodopera irregolare e clandestina. Accanto a queste cinque mappe ne viene proposta una sesta, relativa ai laboratori e alle raffinerie di droga scoperti in Lombardia.

La conoscenza del fenomeno mafioso è un presupposto indispensabile per poterlo combattere, perché solo con una chiara e puntuale chiave di lettura della sua complessità si possono individuare le necessarie politiche di intervento”. Queste le parole dell’assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale Riccardo De Corato. “Dalla ricerca presentata – ha sottolineato l’assessore – emerge tra gli altri un dato davvero significativo: nel 2017 la Lombardia si colloca al 5° posto tra le regioni con il maggior numero di beni immobili e aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata”.