Cisl: 200 appuntamenti per il reddito di cittadinanza. Molti sono extracomunitari

21 marzo 2019 | 00:47
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Cisl: 200 appuntamenti per il reddito di cittadinanza. Molti sono extracomunitari

A poche settimane dalla sua approvazione, la Cisl di Monza fa il punto della situazione sul Reddito di Cittadinanza

Il Reddito di Cittadinanza è legge. È partito il 6 marzo e, ad oggi, solo per quanto riguarda la Cisl di Monza, sono circa 200 gli appuntamenti presi al centro di assistenza fiscale fino a marzo. Nessun assalto agli sportelli, per fortuna, ma i dati raccolti lasciano alcune perplessità. Reddito di Cittadinanza, quali sono le verità?

A snocciolare i dati di questo primissimo periodo sono la responsabile CSF Silvia Magni e il segretario generale, Rita Pavan. Dati alla mano, la maggior parte delle richieste arriva da persone a mono nucleo famigliare con un età compresa tra i 55 e i 63 anni di età. “Sono quasi tutte persone – spiega Silvia Magni – che hanno perso il lavoro da molto tempo e che spesso hanno delle invalidità”. Un 10% circa delle richieste è invece rappresentato da giovani con un’età compresa tra i 35 e i 40 anni. Stessa percentuale per le richieste provenienti dai nuclei famigliari. Un altro 10% circa sul totale, la cui maggioranza è però rappresentata da extracomunitari con un permesso di soggiorno di lungo periodo o con cittadinanza italiana comprovata da una residenza continuativa negli ultimi due anni.

COME FUNZIONA, ISTRUZIONI PER L’USO

Si avvicina al mezzo milione, in tutta Italia, il numero delle domande complessive presentate ai Caf per avere il Reddito di Cittadinanza. Il sostegno per famiglie disagiate che mira all’inclusione sociale al reinserimento nel mondo del lavoro. Ma la domanda sorge spontanea. Come funziona?

Il sostegno economico, che varia a seconda dei casi, verrà accreditato direttamente su una carte prepagata. La cosiddetta Carta Rdc. Si tratta di un contributo non cumulabile, ma che andrà speso interamente nel corso del mese. Questo il motivo per il quale il presidente di Confindustria ha dichiarato che ” il Reddito potrà avere un impatto positivo sui consumi, che tuttavia non basterà dato il periodo di recessione tecnica“. Resta da chiedersi come e in che modo, persone e famiglie disagiate, evase le spese di prima necessità, possano concretamente contribuire allo sviluppo dei consumi usufruendo del Reddito. Contributo, si ricorda, che si aggira intorno ai 750 euro.

Una conferma di quanto asserito dal presidente di Confindustria arriva dal segretario generale Cisl. “Ritengo si registrerà una variazione in positivo dei consumi – ha asserito Rita Pavan -, ma per far riprendere l’economia – ha poi chiosato – sarebbero necessarie azioni diverse“. Infatti il segretario ha poi sottolineato come il Reddito “sia uno strumento ibrido tra la lotta alla povertà e tra il reinserimento al lavoro “. Punto ostico, quello del reinserimento nel mondo del lavoro. Resterà infatti da vedere come e con quei modalità le persone, quelle più adulte soprattutto, verranno ricollocate. “A questo punto – precisa Pavan – sarebbe stato meglio sviluppare il Rei”. Tuttavia, come ha confermato il segretario generale di Cisl, è ancora presto per fare delle valutazioni concrete. Una delle poche cose certe, considerando che la manovra si finanzia con l’aumento del debito pubblico,  è che il Reddito non rientra tra le manovre in grado di aiutare l’economia. “Il reddito – conclude Rita Pavan – è una manovra che presenta molte ombre oltre che qualche luce”.