Ambiente

Coordinamento ambientalista: «Pedemontana ha cercato la diossina dove non c’è»

NoPedemontana, che da anni si batte contro la realizzazione dell'autostrada, ha allertato i sindaci delle aree interessate: le analisi svolte lo scorso febbraio da Apl potrebbero «diluire i dati del 2016» sulla presenza di Tcdd.

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«Società Pedemontana Lombarda ha cercato la diossina dove non può esserci, con lo scopo di minimizzare il quadro, invece preoccupante, sui dati dell’inquinamento». È questa la pesante accusa lanciata dal coordinamento NoPedemontana in seguito ai sondaggi geognostici effettuati a febbraio lungo il tracciato della superstrada Milano-Meda.

I prelievi sono stati voluti da Apl per verificare la quantità di diossina presente nel tracciato della tratta B2 (da Lentate sul Seveso, dove Pedemontana è ferma ormai da 4 anni, fino a Desio), a integrazione dei carotaggi svolti nel 2016 per volontà del Cipe.
Secondo NoPedemontana, Apl avrebbe svolto i carotaggi in modo tale da ottenere risultati parziali, e quindi falsati: la presenza della diossina (souvenir tossico del disastro Icmesa del 1976), peraltro già accertata 3 anni fa, renderebbe infatti necessaria una bonifica prima di procedere con l’infrastruttura autostradale.
Nel comunicato rilasciato il 21 febbraio da Apl si legge che «Le attività condotte nel 2016 avevano interessato esclusivamente le aree non pavimentate e, pertanto, la Società ha ritenuto importante verificare la presenza o meno di diossina anche in corrispondenza del tracciato della superstrada Milano-Meda. Tale operazione ha permesso di acquisire alcuni campioni del terreno sottostante l’attuale superficie stradale su cui poter effettuare specifiche analisi di laboratorio e valutare, così, l’eventuale concentrazione di diossine». Ma, fanno notare i portavoce del coordinamento, «poiché la Superstrada Milano Meda c’era già nel momento in cui esplodeva il reattore dell’impianto Icmesa e la nube di diossina si diffondeva per poi depositarsi terra, è ovvio che sotto il manto stradale non può essere rilevata».
«Le indagini lungo il tracciato della Tratta B2 e C sono già state realizzate nel 2016, e hanno dimostrato la gravità della situazione, confermando alte concentrazioni oltre i limiti di legge di diossina, diffuse in tutto il territorio interessato dai lavori – scrivono i portavoce del coordinamento in una lettera aperta rivolta ai i sindaci di Meda, Seveso, Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Desio -. Uno scenario di inquinamento grave che come sappiamo rende impossibile proseguire in sicurezza i lavori della Pedemontana, e pressoché impossibile anche una bonifica dei terreni, poiché qualunque movimentazione della terra (anche finalizzata all’asporto e conferimento nei siti dedicati a rifiuti speciali) è pericolosa. È dunque fondato il sospetto che sia in atto il tentativo di minimizzare il quadro di grave inquinamento delle aree, “diluendo” i dati del 2016 con dati di campioni prelevati dove la diossina non c’è? Riteniamo – concludono – che i sindaci interessanti, in quanto garanti della salute pubblica dei cittadini, debbano chiedere conto a società Apl e Regione Lombardia, di quanto sta avvenendo, ribadendo che i dati ci sono già e sono quelli del 2016 (che semmai andrebbero implementati laddove vi è la probabilità di trovare diossina). Chiediamo inoltre ai sindaci di riferire pubblicamente nel corso dei consigli comunali, di ogni informazione a riguardo».
Un’accusa grave a cui Apl non ha ancora ribattuto in modo ufficiale. L’ufficio stampa, contattato in merito, ha infatti preferito non rispondere prima di un confronto con l’Ufficio Ambiente. Restiamo disponibili per un’eventuale replica.
In apertura, una manifestazione di NoPedemontana
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