Giornate Fai Primavera. Villa Zendali: racconto di una scommessa da vincere

25 marzo 2019 | 05:57
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Giornate Fai Primavera. Villa Zendali: racconto di una scommessa da vincere

L’edificio, un tempo di proprietà di Re Umberto I; è stato aperto per la prima volta al grande pubblico. Noi c’eravamo anche come guide. Più di mille i visitatori. Ma il monumento ha bisogno di un deciso restauro.

C’è chi è partito da Como di mattina presto. Qualcuno ha portato tutta la famiglia, compresa la figlia di soli 7 mesi nel passeggino. Altri non si sono fatti fermare nemmeno dagli acciacchi fisici e si sono presentati “armati” di stampella o in carrozzina. Tutti hanno almeno una cosa in comune. Hanno scelto di passare parte di una giornata dal sole quasi estivo alla scoperta della Villa Zendali di Vedano al Lambro. Che sabato 23 e domenica 24 marzo ha aperto le sue porte per la prima volta al grande pubblico in occasione delle Giornate FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Primavera.

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Un’edizione, la 27esima dell’evento nazionale che per un week-end ha consentito di visitare 1100 siti in 430 località sparse lungo tutta la Penisola, che  a Monza e immediati dintorni ha assunto toni dal sapore antico e nobile. Le persone, infatti, nonostante le file lunghe anche più di un’ora per la grande affluenza, si sono fatte affascinare dal percorso tematico “Umberto I di Savoia, la storia, le storie”.

Un modo per conoscere soprattutto l’aspetto umano, quello, insomma, nascosto dietro il Re d’Italia come personaggio pubblico. Un uomo che fu sul trono per 22 anni e amò tanto la città di Teodolinda. Fino alla tragica morte, avvenuta proprio nel capoluogo della Brianza il 29 luglio del 1900 per mano dell’anarchico Gaetano Bresci. Amori, passioni, interessi, che vanno ben al di là di quel che c’è scritto sui libri di storia. E sono stati al centro delle visite guidate organizzate dai volontari della Delegazione FAI (Fondo Ambiente Italiano) di Monza guidata da Elena Colombo.

Che hanno potuto contare sull’ampia sinergia con enti ed associazioni. E, così, se a Monza la Cappella Espiatoria, gestita dal Polo museale della Lombardia, ha accolto 1948 persone nelle due Giornate FAI di Primavera, a Vedano al Lambro Villa Zendali, grazie alla fondamentale collaborazione con la Collezione Sabauda, le Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, la Parrocchia di Santo Stefano guidata da Don Eugenio, la Protezione civile di Lissone e l’associazione Don Primo Mazzolari, è stata preparata con il suo vestito migliore.

Circondati da busti, dipinti, fotografie, onorificenze e documenti originali, i 1058 visitatori sono entrati in una realtà sconosciuta alla maggior parte di loro. Che, al massimo, avevano notato l’edificio, costruito all’inizio del 1800, soltanto perché inserito nel contesto dell’oratorio parrocchiale. Invece, dietro quella Villa Zendali all’apparenza anonima, un tempo usata da Umberto I come casino di caccia, dietro quelle parete piuttosto mal ridotte e quelle sale quasi del tutto prive di arredi dell’epoca, si nasconde un patrimonio tutto da scoprire.

Un patrimonio, oggi non censito ancora nemmeno tra i beni culturali della Regione Lombardia, che vive in una sorta di lungo oblio da oltre 100 anni. Ma il tempo, si sa, è galantuomo. E, forse, da adesso, potrà aprirsi un nuovo capitolo per quella che è stata la Villa Reale di Vedano. Almeno a giudicare dall’entusiasmo e dall’interesse che i visitatori hanno dimostrato nel corso delle due Giornate FAI di Primavera.

Noi di MBNews c’eravamo. Anche nel ruolo di guide. E la possibilità di vedere sui volti delle persone il sorriso, la curiosità e, perfino, lo stupore è forse il successo più grande per gli organizzatori.

Perché nelle parole di chi chiede informazioni sulla Collezione Sabauda o sul Collare dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, esposto in una teca al piano terra insieme alle insegne degli altri Ordini dinastici di Casa Savoia, c’è il seme della conoscenza. Quella voglia di sapere che spinge ad approfondire e a coinvolgere altre persone, attraverso il passaparola, in una sorta di circolo virtuoso.

E allora c’è chi si ferma a leggere il Proclama di ascesa al trono di Umberto I di Savoia Re d’Italia.  Chi strabuzza gli occhi di fronte al ritratto biografico di Umberto I e di sua moglie, la regina Margherita o allo scalone ligneo, uno degli elementi originali più interessanti dell’edificio.

Alcuni vorrebbero più tempo per apprezzare tutto quello che gli si apre davanti allo sguardo. Altri ti osservano con l’area dell’esaminatore o sembrano pendere dalle tue labbra di guida. Tanti ringraziano, contenti di tornare a casa con la sensazione di essere più ricchi. Nella testa e nel cuore.

Gli applausi li meritano giustamente anche gli Apprendisti Ciceroni, ragazzi di cinque istituti superiori del nostro territorio (il Dehon, il Mosè Bianchi e l’Olivetti di Monza, il Bassi di Seregno e l’Enriques di Lissone) che hanno animato tutti i siti FAI aperti per l’occasione.

A Vedano molti visitatori alzano le antenne della propria attenzione quando si racconta del rapporto tra Umberto I e la contessa Eugenia Litta, una relazione extraconiugale che ha riempito la cronaca rosa della fine dell’Ottocento. Ed evidentemente incuriosisce ancora oggi. La varietà delle reazioni delle persone è, insomma, un campionario umano che, forse, meriterebbe uno studio sociologico approfondito.

Anche perché non mancano quelli che appaiono sinceramente dispiaciuti per le condizioni in cui attualmente versa Villa Zendali. Che ha bisogno di un deciso restauro. Ma, prima ancora dei finanziamenti necessari, il primo passo può essere proprio quello di accendere le luci dell’interesse pubblico su questo monumento. E, non soltanto, quelle a led, che sono state messe pochi giorni prima delle Giornate FAI di Primavera per permettere di apprezzare al meglio le decorazioni dei soffitti a stucco.

Nessuno, tra i visitatori, nonostante qualche fastidio per l’attesa all’ingresso, sembra andare via pentito della scelta culturale fatta. E di averla preferita, magari, al centro commerciale o ad un giro al mare, in montagna o al lago. Se, poi, la fila per entrare a Villa Zendali, che a un certo punto arrivava fuori dal cancello dell’Oratorio parrocchiale, era più lunga di quella d’estate di fronte ad una nota gelateria del centro di Monza, forse c’è qualche speranza in più da cui partire.