Il problema di una corretta alimentazione. Soprattutto per i malati oncologici

Il convegno di Cancro Primo Aiuto che si è svolto a Villa Walter Fontana con gli esperti del Policlinico San Matteo di Pavia.
I problemi legati alla malnutrizione, la lotta alle fake news che in questo settore sono all’ordine del giorno, gli obiettivi di una corretta alimentazione… Di tutto questo si è parlato al convegno “Nutrizione… quanta confusione”, organizzato dalla onlus Cancro Primo Aiuto e svoltosi il 18 marzo presso Villa Walter Fontana a Capriano di Briosco (MB).
Di fronte a un pubblico numeroso, sono intervenuti gli esperti del Policlinico San Matteo di Pavia: Paolo Pedrazzoli, direttore UOC Oncologia Medica, che ha parlato del “Perché è importante la nutrizione in Oncologia”; Riccardo Caccialanza, direttore UOC Nutrizione Clinica, che ha affrontato il tema de “La gestione nutrizionale tra evidenze scientifiche e fake news”; e la dietista Annalisa Turri che ha spiegato cos’è “Il counselling nutrizionale per il paziente oncologico”.
«Oggi, purtroppo – ha esordito Pedrazzoli – per molti pazienti si deve parlare di malnutrizione, intesa come progressiva perdita delle riserve energetiche, proteiche e di altri nutrienti, tale da determinare alterazioni della composizione corporea e delle funzioni biologiche e aumentare il rischio di morbidità e mortalità». Un problema che segue il paziente oncologico lungo tutta la malattia e cresce col progredire del tumore e che può determinare complicanze chirurgiche, tossicità da trattamenti, la durata dei ricoveri e degli accessi in ospedale, incremento dei costi dei trattamenti e può incidere sulla mortalità.
Se poi ci si mettono anche le fake news… «Siamo bombardati da “diete alla moda” – ha sostenuto Caccialanza – da quella tisanoreica a quella del gruppo sanguigno fino alla dieta alcalinica: tutte senza alcuno studio di validazione scientifico». E ha esaltato la dieta mediterranea, l’unica che si è dimostrata scientificamente adeguata a prevenire malattie anche tumorali.
In caso di malattia, ha concluso il direttore UOC Nutrizione Clinica del Policlinico San Matteo di Pavia Occorre, occorre quindi «mantenere, incrementare o migliorare qualitativamente l’assunzione di alimenti e di tutti i substrati nutrizionali per soddisfare gli specifici fabbisogni al fine di attenuare e contrastare le risposte metaboliche, mantenere la massa muscolare e lo stato funzionale, ridurre il rischio di interruzioni/sospensioni delle terapie oncologiche, migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza».
L’ideale sarebbe un servizio di counselling nutrizionale come quello del Policlinico pavese a cui possono rivolgersi diversi pazienti, da quelli a rischio nutrizionale con calo ponderale e/o difficoltà ad alimentarsi a quelli con incremento ponderale dovuto all’assunzione di terapie ormonali, dai pazienti in attesa di iniziare i trattamenti oncologici fino a quelli che per disinformazione escludono certe categorie di alimenti predisponendosi ad un rischio di malnutrizione. «Il counselling nutrizionale – ha spiegato Turri – è un’attività relazionale svolta tra dietista/nutrizionista clinico e paziente, finalizzata all’ottimizzazione dell’introito alimentare, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, attraverso strategie dietetico-comportamentali mirate al miglioramento/risoluzione della sintomatologia presente».
Un servizio che andrebbe esteso a tutti gli ospedali.