Industria 4.0: Confimi accompagna le imprese verso l’innovazione

29 marzo 2019 | 16:17
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Industria 4.0: Confimi accompagna le imprese verso l’innovazione

È presso la sede di Confimi Industria Monza e Brianza, che Schneider, azienda partner, ha parlato di Industria 4.0

“Dalla tua parte per la crescita della tua impresa”. Sono queste la parole di Confimi, che nel clima poco chiaro dell’Industria 4.0 ha voluto dedicare un’intera mattinata di formazione sull’argomento.

Se ne è parlato nella sede di Confimi Industra Monza Brianza, in via Locarno, questa mattina davanti ad un attento pubblico. Cosa significa avvicinare gli imprenditori all’Industria 4.0, ma soprattutto di cosa si tratta e quali sono i suoi vantaggi? La risposta arriva dal responsabile delle relazioni esterne, Jacopo Fontana. “Significa prima di tutto fare cultura. Perché – ha spiegato Jacopo – spesso se ne parla, ma ancora è tutto poco chiaro”.
A snocciolare i benefici e i vantaggi produttivi ci ha pensato quindi Schneider Electric , azienda partner di Confimi, che ogni anno investe il 5% del suo fatturato in ricerca e sviluppo. “La sfida – spiega Giuliano Ramondino, responsabile vendite di Schneider – significa avviare la trasformazione digitale delle aziende”. Un processo, che oggi, non può più essere ignorato.

INDUSTRIA 4.0: DIGITALIZZAZIONE, PERCHÉ?

La chiamano la quarta rivoluzione industriale. Per l’appunto, Industria 4.0. A differenza della prima grande rivoluzione, quella che nel ‘700 introduce la macchina a vapore ed epocali cambiamenti anche nella vita quotidiana, la rivoluzione 4.0, forse, è più silente. Ma è in atto ormai da anni e ha a che fare con tutti quei processi tecnologici che, di giorno in giorno, la vita la stanno cambiando radicalmente. Sta cambiando il modo di comunicare. Sta cambiando anche il modo di fare impresa, questa nuova rivoluzione. In positivo e con benefici, che se capiti, possono davvero fare la differenza. “Industria 4.0 – ha spiegato Ramondino – significa avviare un processo di digitalizzazione delle imprese verso le nuove tecnologie“.

Industria 4.0 significa anche e soprattutto fare formazione. Imparare ed insegnare il “know how“. Il come funzione e approdare verso orizzonti sempre più specifici e specializzati. È un concreto passo in avanti, insomma, che prende le distanze dal passato e che porta la tecnologia al servizio dell’impresa. La macchina al posto dell’uomo. Fa paura? A molti potrebbe farla, paura. Ma è un timore infondato. “Va prima di tutto chiarito – spiegano da Schneider – come l’industria 4.0 possa entrare al servizio delle imprese migliorando ogni singola fase“. Dalle giacenze di magazzino alla produzione vera e propria. Un unico grande processo digitalizzato, capace di comunicare con se stesso in ogni singola fase. “Avviare il processo di trasformazione 4.0 – chiosa Giuliano Ramondino – significa mettersi al passo con i tempi e se l’Italia non lo fa, rischia di uscire dal mercato”.

Uno scenario, questo, più che concreto. La trasformazione 4.0 nasce infatti nel gennaio del 2016 da una consapevolezza del Governo di allora. Quella di dover rilanciare l’industria italiana portandola al passo con gli altri Paesi.

Dati alla mano, i numeri parlano chiaro. Dal 2016, quando la Legge di Bilancio ha introdotto l’Iper e il Super ammortamento, gli investimenti in questo settore hanno subito una considerevole impennata. Si parla di un + 13% per i macchinari e altri apparecchi e di un + 7% per le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Un totale di 80 Mld di investimenti tra tutte le imprese.

Esigenze, prima che numeri. Dati che restituiscono una chiara idea del perché il 67% delle aziende manifatturiere abbia riconosciuto nell’Industria 4.0 un’opportunità. Soprattutto una valida testimonianza di come, secondo le previsioni, entro il 2020 il 4.0 dovrebbe portare ad una riduzione dei costi medi del 3,6% circa.

Ma se i vantaggi firmati dalla rivoluzione 4.0 passano da minori sprechi di prodotto e di energia, da una maggior velocità tra progettazione e realizzazione, da una riduzione di errori ed infortuni, fino ad arrivare ad un’ottimizzazione dei tempi resta da chiedersi il perché faccia ancora così tanta “paura”.

Ogni sfida, del resto, sul percorso pone degli ostacoli. Non sempre facili da superare, certo, ma chi coglie la sfida e supera la crisi, tanto per parafrasare Einstein, “supera la crisi senza essere superato”. “I principali problemi – spiega l’azienda partner di Confimi – riguardano la mancanza di competenze, la difficoltà nell’utilizzo delle nuove tecnologie e, soprattutto, la difficoltà nel trovare adeguate figure professionali“. Si tratta, in buona sostanza, del know how sopracitato. Mancano le figure professionali perché manca prima di tutto la giusta formazione. Una formazione che nelle scuole, oggi, non trova la giusta voce.

Un problema di non poco conto a cui, però, ci ha pensato Schneider. Lo ha fatto avanzando verso una trasformazione in ottica 4.0 della scuola e dell’Università. Prerogativa del Governo, è infatti quello di potenziare gli Istituti Tecnici Superiori e i corsi di laurea affini al settore. Non solo. La teoria, del resto, da sola non basta. Serve la pratica. Serve un valido programma di alternanza scuola lavoro capace di concretizzare e mettere in pratica le nozioni apprese. Schneider, che agli investimenti ci tiene, è stata scelta dal ministro dell’Istruzione come modello esemplare. Ed è così, che nel 2017, ha pubblicato un libro edito da HOEPLI, dal nome Industria 4.0. Un “vademecum” utile agli studenti, indispensabile ai professionisti.