Lambro, a Merone e a Nibionno nuovi impianti di depurazione “green”

Per ripulire il Lambro, considerato uno dei fiumi più inquinati d’Italia, sono stati finanziati progetti dalla Regione Lombardia per 1 milione 900 mila euro.
Un sistema innovativo ed ecologico di depurazione delle acque del fiume Lambro è stato inaugurato il 23 marzo a Merone. Per ripulire il Lambro, considerato uno dei fiumi più inquinati d’Italia, sono stati finanziati dalla Regione Lombardia 1 milione 900 mila euro per la realizzazione di un impianto di fitodepurazione. I lavori sono stati cofinanziati dall’Unione Europea «Progetto Life+» e da Fondazione Cariplo. Presenti sul posto i Presidenti del Parco Regionale della Valle del Lambro l’Avv. EleonoraFrigerio ed Enrico Pezzoli, Presidente di Como Acque e il Sottosegretario di Regione Lombardia con Delega ai Rapporti con il Consiglio Regionale, Fabrizio Turba.
FITODEPURAZIONE, DI COSA SI TRATTA?
La fitodepurazione è un sistema di trattamento delle acque reflue che riproduce i meccanismi di autodepurazione tipici delle zone umide. Basati su dinamiche naturali, gli impianti possono essere definiti delle vere e proprie eco-tecnologie. Per garantire il funzionamento, la struttura si serve dell’azione combinata di un substrato permeabile, delle piante, del refluo e dei microrganismi presenti secondo processi fisici dovuti alla filtrazione meccanica e alla sedimentazione del particolato.
LA REALIZZAZIONE DEI LAVORI
Il nuovo sistema di fitodepurazione ricopre un’area di 10 mila metri quadrati e ha il compito di migliorare la qualità delle acque che dal depuratore di Merone vengono immesse nel Lambro. La realizzazione della vasca ha previsto la preparazione dell’area e la modellazione del terreno dove successivamente sono state create le sponde e le trincee, necessarie per contenere le acque di ruscellamento. Per garantire e mantenere l’integrità di impermeabilizzazione del fondo delle vasche è stato inserito uno strato di sabbia. Tre pompe in serie vengono utilizzate per risollevare le acque e garantiscono una portata massima di 400 litri al secondo.
Ai lavori, durati tre anni, hanno partecipato progettisti delle più importanti società in Italia operanti nel campo della Fitodepurazione, con diverse realizzazioni portate a termine anche in Europa.
L’area riqualificata è stata ufficialmente aperta anche ai cittadini grazie a un sistema di sentieri, in linea con l’idea di rispetto ambientale del progetto.
DUE IMPIANTI ANCHE A NIBIONNO
Oltre al progetto di Merone, sono stati realizzati a Nibionno anche due bacini distinti in grado di trattare le acque reflue depurate provenienti dal depuratore convenzionale. Entrambi i bacini sono stati progettati per ospitare un’area avente profondità media del tirante d’acqua non superiore ad un metro e un’area a canneto caratterizzata da circa 50 centimetri d’acqua. Entrambi i bacini possono contenere le acque per un periodo che varia dalle 5 alle 10 ore. Un vero aiuto in caso di eventi meteoritici che portano un grande afflusso di acqua. Come per l’impianto di Merone, i bacini sono stati resi impermeabili per evitare la percolazione nel suolo delle acque e ricoperti da uno strato naturale per consentire la piantumazione del canneto.