“Mamme a scuola…” a Varedo al via il progetto per insegnare l’italiano

1 marzo 2019 | 00:00
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“Mamme a scuola…” a Varedo al via il progetto per insegnare l’italiano

Parte a Varedo il progetto “mamme a scuola”. Un’iniziativa di inclusione sociale, per insegnare alle mamme straniere l’italiano.

All’improvviso tornare su i banchi di scuola e ritrovare quella “spensieratezza” tipica degli studenti. Tornare a scuola per imparare. Come i propri figli e per i propri figli. Ma soprattutto, tornarci per se stessi. Sono questi gli intenti dell’iniziativa “Mamme a scuola“, un progetto finanziato dal Rotary Club di Varedo e diSeveso, in collaborazione con la Fondazione La Versiera 1718 e il settore servizi educativi e socio Culturali del comune di Varedo.

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DI COSA SI TRATTA?

L’iniziativa, fortemente voluta dal presidente della Fondazione La Versiera, l’architetto Isabella Maffeis e da Giorgio La Gioia, referente del progetto assieme alla Rotary Foundation, ha visto una prima fase di ricognizione del bisogno attraverso un questionario distribuito nelle scuole del territorio.

“Il risultato di questo questionario – chiarisce l’assessore alla Cultura Cristina Tau – è la necessità che le madri straniere imparino l’italiano acquisendo quindi una propria autonomia. Una cosa fondamentale – sottolinea l’assessore – sia affinché possano trovare un posto di lavoro, sia affinché possano sostenere i propri figli da un punto di vista educativo“.

L’assessore, ci tiene, pone l’accento in modo particolare su questo punto. “Se una madre non acquisisce la stessa lingua del figlio, si crea il rischio di avere in casa due linguaggi diversi, che fanno fatica a confrontarsi in modo formativo”. Dello stesso avviso è la responsabile dell’ufficio Cultura e Istruzione, Maria Pia Bocchini. “Questo non è un semplice corso di italiano per stranieri, ma è un corso per mamma. Un vero e proprio investimento – sottolinea – per rafforzare quello che la donna rappresenta all’interno della famiglia. Ossia, il motore che la porta avanti“.

Da una prima analisi del territorio è emersa infatti una grave carenza conoscitiva della lingua, diffusa proprio tra le donne con figli in età scolare e/o prescolare.L’osservazione ha dimostrato in particolare la loro difficoltà ad affiancare e interagire con i figli nello studio, a relazionarsi con gli insegnanti e a partecipare alle varie attività scolastiche o della comunità. “Riteniamo – sostiene Isabella Maffeis – che l’alfabetizzazione sia un mezzo indispensabile per costruire una dinamica di sviluppo famigliare e sociale durevole e costruttivo”. Dati alla mano, Varedoha una popolazione di 13.335 residenti, di cui più di mille sono residenti stranieri, extracomunitari e comunitari. A fronte di questi numeri, il progetto va incontro ad una necessità che si sta facendo sempre più impellente.

Il progetto è quasi pronto. “Stiamo raccogliendo le adesioni“, chiarisce Maria Pia. I corsi, infatti, partiranno ad aprile, si svolgeranno due volte alla settimana e si concluderanno nel corso di giugno, per poi riprendere da settembre 2019 a luglio 2020.

Facciata frontale della villa Bagatti Valsecchi

Se da una parte il comune di Varedo, attraverso i propri servizi, garantirà pieno sostegno e collaborazione all’iniziativa, villa Bagatti Valsecchi aprirà le porte a questo progetto che punta prima di tutto ad avere un valore inclusivo. “Questo progetto – chiarisce Maria Pia – ha prima di tutto un importante valore sociale. Quello di creare dei momenti unici per le mamme fornendo loro uno strumento di contatto con l’ambiente circostante e favorire, allo stesso tempo, l’incontro con altre madri che hanno lo stesso problema. Soprattutto – chiarisce la Bocchini – questa vuole essere un’occasione per far vivere il patrimonio culturale del paese e trasformare di conseguenza la villa in un luogo di inclusione socio culturale”.