Monza, lo sport maestro di vita: al Collegio Villoresi la storia di Stefano Borgonovo

Il 18 marzo alle 14.30 l’istituto scolastico ospiterà Chantal, moglie dell’ex calciatore di Fiorentina e Milan ucciso dalla SLA nel 2013, in un incontro dal titolo “Una vita in gioco”.
E’ stato osannato dalle folle appassionate di calcio, soprattutto per le sue reti quando giocava negli anni Ottanta nella Fiorentina e nel Milan. Ha alzato al cielo la Coppa dei Campioni vinta con i rossoneri nel 1990 e vestito la maglia della Nazionale. Ma per Stefano Borgonovo, l’ex attaccante nativo di Giussano, dove è morto nel 2013 di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), probabilmente il successo più grande è stato conquistato l’8 ottobre 2008.
Quella sera, a Firenze, Borgonovo è entrato inchiodato su una sedia a rotelle in uno stadio gremito da 27mila persone. Che erano lì per assistere ad un’amichevole tra Fiorentina e Milan, organizzata per raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro quella terribile malattia neurodegenerativa progressiva, che conduce alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolgere anche quelli respiratori. E ha provocato la morte di Stefano a soli 49 anni, ma continua ad uccidere tante altre persone.
Quella sera di inizio autunno del 2008 l’ex calciatore brianzolo, seppure sconfitto dalla SLA, dimostrò di aver vinto la sua battaglia per il rispetto della vita, qualsiasi essa sia. Un amore incondizionato per l’essere al mondo, il coraggio di scegliere la vita al posto della rassegnazione al dolore, che hanno subito portato alla nascita della Fondazione Stefano Borgonovo onlus. E oggi vengono perpetuati da sua moglie, Chantal Borgonovo, madre dei suoi quattro figli.
Una testimonianza di vita il cui valore assoluto e simbolico sarà protagonista al Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza. Dove il prossimo 18 marzo alle ore 14.30 si svolgerà l’evento “Una vita in gioco: l’amore, il calcio, la SLA”. Che è anche il titolo del libro scritto dalla stessa Chantal con Mapi Danna, scrittrice e giornalista, entrambe presenti all’incontro monzese. Gratuito e aperto a tutti. Anche alle persone esterne al Collegio Villoresi, che tra i suoi indirizzi didattici ha anche il liceo sportivo.
“Lo scopo è puntare l’attenzione sul lato più umano e di sofferenza legato al mondo dello sport, troppo spesso presentato nella sua veste più ‘patinata’ e di successo” spiega Angelo Castoldi, Preside Scuola Secondaria II grado Collegio Villoresi San Giuseppe.
“Oltretutto nella vicenda di Borgonovo, che ha lottato fino in fondo contro una malattia inesorabile quale è la SLA, si può cogliere la stessa determinazione che metteva da attaccante in campo, in questo caso “giocata” per la partita della sua vita – continua – quindi un messaggio altamente educativo per tutti e per i ragazzi che magari più di altri sognano un futuro nello sport”.
L’obiettivo dell’iniziativa e il senso di portarla all’interno di una scuola paritaria come il Collegio Villoresi non è, quindi, solo quello di raccontare i particolari della malattia di un atleta, drammatica e piena di sofferenza, ma di parlare di un modello positivo di vita.
“Vogliamo dimostrare, specie ai ragazzi, come si possa essere degli idoli ricordati e acclamati dal pubblico conducendo una vita priva di eccessi e sregolatezze all’insegna dei veri valori come la famiglia, l’amore e la dedizione per il proprio lavoro” spiega Arianna Cesana, docente di italiano e latino al Villoresi e moderatrice dell’incontro con Chantal Borgonovo (nella foto in alto accanto a Cristiano Ronaldo) e Mapi Danna.
“Inoltre, al di là della carriera, penso che la vita di Stefano, specie nella sua seconda parte, possa fungere da esempio proprio per la forza, il coraggio e la dignità con cui lui e la sua famiglia hanno combattuto contro la SLA – continua – portando avanti una battaglia che da personale si è trasformata in universale tramite l’apertura della fondazione che porta il suo nome”.
Le attese per “Una vita in gioco: l’amore, il calcio, la SLA” sono molto positive. “Molti studenti e genitori mi hanno scritto mostrando entusiasmo e interesse per l’evento – assicura Cesana – spero e confido in una grande partecipazione del pubblico, perché a parlare è una donna, una mamma e una moglie che si è trovata a ricoprire anche il ruolo di caregiver e ci mostrerà, partendo dalla sua esperienza, come affrontare il dolore senza lasciarsi sconfiggere”.
L’esempio di Borgonovo, uomo e calciatore, è doppio. E vale per tutti. Perché ognuno di noi può trasmettere tanto agli altri con la propria vita, ma anche con il modo in cui si decide o ci capita di morire.